“Eroi Perduti”, il giornalista e reporter Lorenzo Giroffi racconta la sua opera prima

La pellicola ha vinto i premi come miglior cortometraggio e per la miglior regia all'ultima edizione del Digital Media Fest

I due attori protagonisti Piero Grant e Fiorenzo Madonna. 📷 Eva De Prosperis

Da poche settimane è calato il sipario sulla terza edizione del Digital Media Fest, il primo festival internazionale nato in Italia e dedicato a tutti i prodotti audiovisivi webnativi, ideato e diretto dalla giornalista Janet De Nardis.

Svoltosi in modalità “ibrida”, sia dal vivo, presso la Casa del Cinema di Roma, che in streaming, l’evento ha riscosso un grande successo di pubblico. Tanti i personaggi noti che vi hanno preso parte, a cominciare dal padrino e dalla madrina della kermesse, Andrea Roncato ed Elena Sofia Ricci, e numerosi sono stati i premi assegnati ai 60 creativi finalisti giunti da tutto il mondo, in gara nelle diverse categorie, dai cortometraggi alle web series, fino ai Fashion Film e ai Vertical video.

Proprio nella categoria dei cortometraggi, i premi “Best Short Movie” e miglior regia sono andati a “Eroi Perduti”, opera prima del giornalista e reporter casertano Lorenzo Giroffi.

“Eroi Perduti”, prodotto da Lunia Film col contributo della Regione Campania, di Film Commission Regione Campania, Produzioni dal Basso, Cultura Crea e MiBACT, è un cortometraggio di natura storica, incentrato sulla Resistenza e sul Fascismo. Racconta la storia di Giacinto, un giovane fascista arrivato in Etiopia in occasione della campagna italiana in Africa durante la Seconda guerra mondiale. Il soldato, partito con l’obiettivo di colonizzare, trovatosi di fronte agli orrori della guerra, si disillude e scopre invece il valore della Resistenza, valore che porta con sé una volta tornato, da sconfitto, in Italia, rendendosi così protagonista di una collaborazione tra fascisti e partigiani.

Giroffi ha scritto e diretto questo corto grazie anche alla sua grande esperienza come reporter di guerra. “Aver fatto in questi anni il documentarista e il reporter è sicuramente un bagaglio che utilizzo per poter fare anche finzionespiega il regista -. Spesso, realizzando reportage, per questioni di tempo o di tematiche restano in sospeso i personaggi reali che incontro, invece attraverso la finzione ho la possibilità di dargli nella sceneggiatura il risalto che meritano. Ho fatto questo anche in Eroi Perduti”.

Il desiderio di raccontare un pezzo di storia contemporanea poco esplorato e dal punto di vista di un personaggio non protagonista, è ciò che ha spinto il regista a realizzare questo cortometraggio. “Solitamente si raccontano i grandi protagonisti che lasciano un’impronta nella storia, – precisa Giroffi – invece io ho voluto raccontare un personaggio di secondo piano che, senza essere protagonista di nessuna ideologia e senza preconcetti, si ritrova invece ad incidere, come nel caso di Giacinto. Ho voluto descrivere la Resistenza guardata da un fascista, questo può essere paradossale però alla fine Giacinto, una volta che rientra in Italia, abbraccia proprio la Resistenza, quindi è stato anche un voler sdoganare il confine che c’è tra le due ideologie”.

Questa opera prima di Giroffi vuole portare gli spettatori a riflettere sul loro ruolo nella società e sui rapporti interpersonali, anche alla luce della particolare situazione che stiamo vivendo. “Inizialmente, con questo cortometraggio volevo far capire che ognuno può fare la propria parte, – svela il regista – anche se non si ha un ruolo principale nella società, si può incidere resistendo a dei meccanismi che invece sembrano superiori ad un uomo qualunque. Poi adesso, trovandoci in una società molto divisa anche per tutto quello che sta accadendo, dove ognuno resta sulle proprie posizioni, la sintesi che può valere per tutti, come dico anche nel finale, è che il cielo sotto cui viviamo tutti è lo stesso. C’è la voglia di sentirsi liberi al di là delle proprie ideologie. L’unica ideologia è la libertà a tutti i costi”.

Il giornalista è anche autore del romanzo “La linea della notte, proprio scrivendolo ha deciso di intraprendere questo percorso di finzione con un cortometraggio prima di avviare il suo prossimo progetto, la regia di un lungometraggio. “Io non ho fatto scuola di cinema, mi sono sempre occupato della regia di documentari per la televisione, quindi ho imparato sul campo tutto quello che so. Realizzare un cortometraggio è stato molto istruttivo, mi ha dato gli strumenti per provare ora a cimentarmi con la regia di un lungometraggio che prenderà spunto dal podcast “Cani violenti”. Anche la vittoria del festival mi ha aiutato, grazie al premio Panalight del valore di 5000 euro in noleggio di attrezzature, realizzerò uno o due minuti di quello che dovrebbe essere il film”.

“Eroi perduti”, pur avendo già avuto menzioni in altri festival, non era mai stato presentato dal vivo, essendo uscito a ridosso del primo lockdown, il Digital Media Fest è stata la prima occasione ed è stato accolto dagli applausi di una sala piena. “Questa per noi è stata già una vittoria, – dichiara il regista – ero lì con l’attore protagonista, con il quale ho condiviso gioie e dolori non essendo stato facile realizzare un cortometraggio, che di per sé ha un budget limitato, in costume e per di più di guerra. Aver inoltre conquistato il premio sia come miglior cortometraggio che per la miglior regia è un riconoscimento che va a tutta la squadra che ha lavorato ininterrottamente per un mese e senza la quale non ci sarebbe stato questo corto”.

Attualmente “Eroi perduti” è ancora nel circuito festivaliero ma dovrebbe essere disponibile in streaming nel corso del 2022.

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