Per il Cagliari il mese di ottobre è stato un mese vissuto sulle giostre. E stavolta non si tratta per niente di un qualcosa di metaforico. In casa rossoblù è arrivato il cambiamento che tutti, chi più chi meno, sospettavano: il cambio in panchina. Per Massimo Rastelli è stata fatale la sconfitta casalinga con il Genoa, arrivata il 15 ottobre. Un ko che è stato la perfetta sintesi di tutti i difetti della squadra isolana, a partire da una difesa troppo facilmente penetrabile. Un 2-3 frutto di una prestazione fatta di alti e bassi, come se ai sardi mancasse quella continuità e quella costanza necessaria per portare a casa i risultati. Ed ecco che, come accade in questi casi, a pagare è l’allenatore. Rastelli saluta Cagliari, una piazza con cui, nonostante una promozione e una salvezza tranquilla, non è mai stato vero amore.
I giorni successivi sono fatti di nomi, indiscrezioni, idee, smentite e tanta confusione. Alla fine la società punta sul ritorno di Diego Lopez, uomo ben voluto dalla tifoseria. Una scelta però che in tanti si trovano a criticare, soprattutto per la poca esperienza e per la mancanza di carisma e di personalità, caratteristiche imprescindibili per uscire da un momento difficile. L’uruguaiano si è messo subito al lavoro, cercando di isolare la squadra dalle polemiche, esplose in maniera quasi inevitabile. Ma ecco che l’esordio, datato 22 ottobre, in casa della lanciatissima Lazio coincide con un’altra sconfitta, stavolta ancor più netta. I biancocelesti di Simone Inzaghi, sempre più lanciati verso le zone nobili della classifica, si impongono con un rotondo 3-0. È chiaro però che non sono queste le partite in cui il Cagliari deve fare punti, vista la netta ed evidente superiorità dell’avversario. Il riscatto arriva soltanto 3 giorni dopo, nel secondo turno infrasettimanale di questo campionato. I rossoblù battono 2-1 il Benevento, una diretta concorrente nella corsa per la salvezza. Una vittoria arrivata all’ultimo respiro, grazie al gol nei minuti di recupero di Pavoletti. I campani avevano infatti acciuffato il pari, sempre nei minuti finali. Importante quindi la reazione di carattere e di personalità, sintomo di un gruppo che c’è, non si arrende e non vuole affatto mollare. La strada sembra quindi essere finalmente quella giusta.
Ma, ancora una volta, tutto si trasforma in una vana illusione. Nell’ultimo impegno del mese di ottobre il Cagliari cade di nuovo in trasferta. Stavolta a imporsi sugli uomini di Lopez è un Torino quasi all’ultima spiaggia, visto i continui risultati negativi. Eppure i granata sembrano ritrovare brillantezza proprio quando oramai il destino di Mihajlovic appariva segnato. Ancora una volta i sardi dimostrano difficoltà nel gestire match e vantaggio. Inutile infatti la rete realizzata da Barella, una delle poche note positive in questo scorcio di stagione. I padroni di casa rimontano, trascinati da Iago Falque. I rossoblù appaiono troppo vulnerabili sulla fascia destra e sterili in attacco. Pavoletti, che, va detto, si sta pian piano inserendo nello scacchiere tattico, non riesce sempre ad incidere. Sau, Giannetti e Farias non danno quel contributo offensivo che ci sia aspetta da loro. Ed ecco che piove sul bagnato e, nonostante il cambio in panchina, la svolta non sembra esser arrivata, né dal punto di vista del gioco né da quello dei risultati. Forse tre partite sono troppo poche per esprimere giudizi e sparare sentenze, ma la classifica inizia a far paura. 9 punti in 11 partite sono davvero troppo pochi. Un 14esimo posto a solo tre punti di vantaggio sulla zona retrocessione, che apre molte riflessioni. A preoccupare è in primis l’incredibile differenza reti: 9 gol fatti e 20 subiti. Insomma, mai come in questo casa i numeri parlano da soli. Un’inversione di rotta è a dir poco necessaria. Non vi è alcun dubbio sul fatto che il tempo c’è, perché il campionato è ancora lungo. Il mese di novembre può essere quello decisivo. Le sfide con Verona, Udinese e Inter diventano un crocevia anche per il futuro di Diego Lopez. Perché ormai non vi è più alcuna certezza. Perché l’incubo Serie B è tornato pesantemente a farsi vivo. La speranza in casa Cagliari è che rimanga solo un incubo, senza assumere le sembianze e l’aspetto di una triste, e forse anche un po’ inattesa, realtà.