“In fondo al mar” come una sirena grazie alla disciplina sportiva del mermaiding

Rossana Pinarello e Alessandra Ardu

Figure bellissime, con delle sembianze per metà da essere umano e per metà da pesce, al confine tra sogno e realtà. Sono le sirene, creature acquatiche che nei secoli sono state protagoniste di leggende, racconti della mitologia greca, dell’Odissea di Omero e, nei tempi moderni, di film e cartoni animati, come “La Sirenetta” Disney che sta ancora catturando l’attenzione di grandi e piccini. Quanti, leggendo o guardando queste avventure, si saranno chiesti cosa si provi ad essere, anche solo per un istante, una sirena per poter andare “in fondo al mar”? Oggi tutto questo è possibile grazie al mermaiding.

Il mermaiding, ossia il muoversi come una sirena, è una disciplina sportiva, un settore del nuoto, a cui si unisce una parte coreografica che viene eseguita proprio indossando una colorata coda da sirena. Una pratica molto diffusa, sia a livello sportivo che come performance, da eseguire nel corso di feste ed eventi e che, a cominciare dall’Oriente, soprattutto Cina e Giappone, ha preso poi piede negli Stati Uniti, in Francia, in Germania e, da una decina d’anni, anche in Italia. La prima scuola per sirene è nata proprio in Sardegna, a Golfo Aranci, in provincia di Olbia, grazie all’istruttrice Francesca Magnone, titolare dell’Alpha Diving Center

Oltre ad Olbia, il mermaiding è ormai una realtà in tutta l’Isola, come raccontano Alessandra Ardu, già istruttrice di subacquea, e Rossana Pinarello, che ha sempre praticato il nuoto, ora istruttrici di mermaiding a Cagliari: “Ci siamo avvicinate al mermaiding un po’ per caso e ce ne siamo innamorate – raccontano -. Tutti noi siamo abituati a vivere il rapporto con l’acqua in modo un po’ conflittuale perché dobbiamo battere la resistenza dell’acqua e andare più veloci, col mermaiding invece si diventa un tutt’uno con l’acqua, non si utilizza nessun tipo di attrezzatura, si eseguono movimenti lenti e dolci. Per noi rappresenta il modo più naturale di entrare in acqua. Per far capire in cosa consiste il mermaiding è necessario fare un paragone col nuoto sincronizzato, il mermaiding è come se fosse il sincronizzato dell’apnea. Si lavora prevalentemente sott’acqua e a questo si unisce una parte coreografica, data dai costumi e dell’esecuzione di figure, come le capriole, che si possono fare singolarmente o in coppia”.

Per ottenere il brevetto come istruttore di mermaiding è necessario rivolgersi a delle agenzie subacquee professionali, in Italia la prima è stata la Nadd: “Per diventare istruttori di mermaiding è necessario seguire un corso della durata di tre o quattro giorni, – spiegano le due istruttrici – durante i quali si effettuano dei test, anche in mare. Col conseguimento del brevetto è poi possibile continuare l’attività organizzando corsi per bambini o adulti. Noi lo abbiamo conseguito proprio a Cagliari dove c’è un trainer che si occupa di preparare gli istruttori”.

Con il dilagare dell’epidemia di Covid-19 e la chiusura delle piscine, Alessandra e Rossana, così come altri insegnanti, hanno iniziato a organizzare lezioni estive di mermaiding al mare ma, con l’arrivo dell’autunno, situazione sanitaria permettendo, organizzeranno dei corsi anche in delle piscine del cagliaritano: “I corsi di mermaiding sono misti e si può iniziare dai 7 anni di età, è importante che i bambini sappiano già nuotare – precisano -. Ci sono due tipologie di corsi, si può fare un corso annuale dove si parte dalle basi, oppure, per chi ha già precedenti come nuotatore o con la pinna, si può direttamente seguire il corso per il brevetto, dipende sempre dalle capacità natatorie e da cosa vuole ottenere l’allievo in questione. C’è un primo brevetto “open”, quello di base, dove si lavora su tutti gli stili in superficie e su varie figure, come le capriole, che si fanno in apnea. Poi c’è il brevetto “advanced” dove si lavora su tutti gli stili del mermaiding e sulle coreografie di coppia, dopodiché, volendo, si può accedere al corso istruttori. Al termine dei corsi è previsto anche un piccolo saggio, con la coda, la musica e le coreografie. Per partecipare ai corsi è molto importante avere la propria attrezzatura, il costume è in lycra ed è personale. Su alcuni siti internet, come Amazon, è possibile acquistare l’attrezzatura per il mermaiding e le code per bambine si possono acquistare anche nei negozi di giocattoli. Ormai le code vengono regalate frequentemente per il compleanno o il Natale, addirittura si usa regalare il “discover mermaid”, ossia un pacchetto di due giorni di lezioni per avere un primo approccio con la coda da sirena”.

Essendo una pratica che racchiude tante sfaccettature, il mermaiding offre molte possibilità di lavoro ed è proprio questo il sogno che vorrebbero realizzare Alessandra e Rossana: “Il nostro obiettivo per il futuro è che questa disciplina diventi un vero lavoro, non soltanto una passione – svelano -. Consente tanti sbocchi lavorativi, da quello degli spettacoli e dell’intrattenimento, per chi si dedica di più alle performance, a quello del nuoto, anche perché la presenza di una sirena aiuta moltissimo i bambini ad essere a proprio agio in acqua. È davvero un mondo con tante possibilità”.

Ma il “sirenare” avrà un futuro come disciplina sportiva? Alessandra e Rossana, con la loro esperienza, sono molto ottimiste: “Certamente si tratta di un’attività di cui non si parla ancora tanto ma non perché non sia presente, anzi, ma perché proprio nel momento in cui stava avendo la sua esplosione, tra il 2019 e il 2020, è stata bloccata a causa della chiusura delle piscine per via del coronavirus. Sicuramente nei prossimi cinque anni il mermaiding si diffonderà in tutte le piscine, c’è già tanta richiesta, in più come disciplina sportiva è bellissima. Dal punto di vista del fitness è completa e tonificante, inoltre è meno noiosa per chi non ama particolarmente il nuoto, perché c’è la parte coreografica. Diciamo che c’è un lato più sportivo e uno più legato al sogno, e sognare un po’ non fa mai male, non solo ai bambini ma anche agli adulti.

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