In Sardegna cresce la passione per il divertente sport del dodgeball

Sono di Cagliari i campioni italiani del gioco di squadra nato come evoluzione agonistica della comune palla avvelenata

Chi è ormai adulto ricorderà con piacere, e forse anche con un pizzico di nostalgia, le giornate spensierate passate all’aria aperta con gli amici a praticare i divertenti giochi della tradizione popolare. Mentre alcuni di quei passatempi sono semplicemente rimasti impressi nella memoria collettiva, altri si sono evoluti fino a diventare dei veri e propri sport attualmente praticati. È il caso del dodgeball, disciplina nata come evoluzione agonistica della comune palla avvelenata.

“Dodgeball” letteralmente significa palla schivata, proprio perché l’azione principale di questo gioco consiste nello schivare i palloni per non farsi eliminare, ed è uno sport di squadra divenuto popolare inizialmente negli Stati Uniti, soprattutto grazie al film “Palle al balzo – Dodgeball” del 2004, con Ben Stiller e Vince Vaughn. Le sue origini sono, tuttavia, molto più antiche. Si narra, infatti, che sia nato dall’idea di un nobiluomo cinese del XV secolo che, non sapendo come ingannare il tempo, raccolse alcune teste di prigionieri decapitati e iniziò a usarle come palloni da lanciare contro gli amici.

Oggi, pur non essendo una disciplina olimpica, si sta assistendo ad una grande diffusione del dodgeball un po’ in tutto il mondo, Italia compresa. Nel nostro Paese, anche sull’onda del successo della commedia con Ben Stiller, è stato importato nel 2007 dal CSI (Centro Sportivo Italiano) su iniziativa del Comitato provinciale di Ravenna, il quale ha anche istituito il primo campionato a squadre nel 2007/2008. Ravenna, proprio per questo, è considerata la patria italiana del dodgeball e un punto di riferimento per le altre città in cui viene praticato.

Le regole applicate a livello mondiale dalla World Dodgeball Federation (WDBF), e seguite anche nel Campionato italiano, sono molto semplici: il gioco si svolge in un campo delle stesse dimensioni di quello della pallavolo (9×18 metri), diviso da una linea di centrocampo, e prevede la presenza di due squadre, con sei giocatori ciascuna, che devono compiere tutte le azioni all’interno della propria metà campo. Il match è diviso in due tempi da massimo 20 minuti ciascuno e in questo lasso di tempo si possono disputare diversi set, i quali non hanno una durata prestabilita. All’inizio del set vengono posizionati sei palloni sulla linea di centrocampo, tre alla destra di ogni squadra, saranno poi le squadre a stabilire di volta in volta quanti giocatori far partire al fischio dell’arbitro per raccogliere i palloni. L’obiettivo finale è quello di colpire con la palla ed eliminare dal gioco tutti i concorrenti della squadra avversaria, ma se il pallone viene intercettato e “preso al volo” dall’avversario sarà il giocatore che l’ha tirato a dover abbandonare il campo, mentre un concorrente dell’altro team, precedentemente espulso, potrà rientrare. Si aggiudica ciascun set la squadra che elimina tutti i giocatori avversari, o almeno la maggior parte, mentre la partita viene vinta da quella che ha conquistato il maggior numero di set.

In Sardegna, la città di Cagliari è divenuta col tempo un punto di riferimento a livello nazionale per il dodgeball, potendo contare su un grande numero di appassionati. Per promuovere questo sport attraverso eventi ed iniziative è nata l’associazione Globefish – Dodgeball Cagliari, l’unica nell’Isola, fondata e presieduta da Marco Sarais, ex giocatore di pallanuoto e grande appassionato della palla avvelenata dai primi anni Novanta. La società raccoglie giocatori dai 13 fino ai 40 anni d’età che partecipano regolarmente ai Campionati nazionali. Dopo un lungo viaggio cominciato nel 2014, quando la squadra si classificò penultima, e la successiva conquista di diversi podi, l’impegno dei giovani atleti sardi ha finalmente cominciato a dare i suoi frutti. Quest’anno, infatti, grazie ad un ottimo gioco di squadra, i cagliaritani si sono classificati primi al Campionato italiano, cominciato nel gennaio 2022 proprio a Soleminis, in provincia di Cagliari, e conclusosi a Ravenna lo scorso 15 maggio con la vittoria della Globefish, la quale detiene anche il record di imbattibilità.

E dopo questa grande soddisfazione, per Sarais è già tempo di pensare ai prossimi traguardi da conquistare: “L’obiettivo è quello di ottenere la riconferma del titolo al Campionato nazionale del prossimo anno – afferma -. Vincere una volta può essere una meta raggiungibile ma non è sufficiente. A giugno abbiamo preso parte all’evento “AteneiKa”, organizzato dall’Università di Cagliari, e il torneo di dodgeball è piaciuto talmente tanto che sono arrivati sette nuovi giocatori. Ormai abbiamo 30 tesserati e l’anno prossimo potremo presentare per il Campionato nazionale misto almeno tre o quattro squadre. Un altro proposito per l’anno venturo sarà anche quello di cercare di vincere il campionato femminile dopo essere arrivati quest’anno fino alla semifinale”.

Ma oltre che a livello agonistico, il dodgeball viene sempre più praticato anche nelle scuole italiane:Ritengo sia propedeutico per gli altri sport, – sostiene il presidente della Globefish – inoltre ha importanti effetti a livello socio-pedagogico e di inclusione sociale perché prevede il recupero dei propri compagni eliminati dagli avversari, permette di far giocare ragazze e ragazzi insieme, fatto molto insolito per i giochi di squadra, e in più non richiede un prototipo di giocatore ideale. La mia speranza per il futuro è che questa disciplina sportiva possa continuare a diffondersi sempre di più. A livelli elevati richiede poi un’ottima preparazione atletica e molta strategia, è davvero formativo ma allo stesso tempo è divertentissimo, non viene mai meno la voglia di giocare e allenarsi, dovrebbero davvero praticarlo tutti i ragazzi”.

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