Su Sky Documentaries “Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer”

Stasera alle 21:15 e domani alla stessa ora su Sky Arte il racconto emozionante , tramite i materiali d’archivio, di quei giorni di ansia e di amore collettivo seguiti al malore sul palco di Padova, fino al giorno dei funerali, ai quali due milioni di persone partecipano, affollando piazza San Giovanni a Roma, piangendo e alzando il pugno

Enrico Berlinguer

Il film “Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer”, in esclusiva su Sky Documentaries stasera, 5 settembre, alle 21:15, su Sky Arte il 6 settembre alle 21:15, in streaming solo su NOW e disponibile anche on demandracconta, unicamente attraverso materiali d’archivio, quei giorni di sospensione, di ansia, di amore collettivo, fino al giorno dei funerali, ai quali due milioni di persone partecipano, affollando piazza San Giovanni a Roma, piangendo e alzando il pugno.

Il film, diretto da Samuele Rossi e prodotto da Echivisivi di Samuele Rossi e Giuseppe Cassaro con Salice Production di Cosetta Lagani e Solaria Film di Emanuele Nespeca, è stato realizzato con il sostegno di MIC – Direzione generale Cinema e audiovisivo e Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission con il patrocinio di Associazione Enrico Berlinguer, Fondazione Gramsci Onlus, Fondazione Gramsci Emilia-Romagna Onlus, Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci Onlus, Radio Popolare, Società Umanitaria – Cineteca Sarda in collaborazione con AAMOD Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. La ricerca dei materiali di repertorio è a cura di Giuseppe Cassaro.

Il documentario. Il 7 giugno 1984 Enrico Berlinguer, segretario del PCI, sul palco di un importante comizio elettorale a Padova in vista delle imminenti elezioni europee, è colpito da un malore di cui non si comprende immediatamente la gravità: suda, si fa pallido, incespica con le parole, ma legge fino alla fine il suo discorso che termina così: ”Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini; con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo, è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà”.

Entrato in coma a causa di un ictus, viene trasportato d’urgenza in ospedale, dove muore quattro giorni dopo. In quei giorni l’Italia sta con il fiato sospeso, spera, prega, attende trepidante i bollettini medici, come quando si è al capezzale di un padre. Anziani e giovani, gente comune, comunisti e non, affollano il cortile dell’ospedale, sentono la necessità di stargli accanto e di manifestare sostegno ai familiari, mentre arrivano a Padova il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, Pietro Ingrao e Gian Carlo Pajetta, la Presidente della Camera Nilde Iotti, il segretario della CGIL Luciano Lama, gli avversari politici Giovanni Spadolini, Bettino Craxi e Tina Anselmi.

Le immagini di repertorio che riportano lo spettatore a quella stagione che sembra lontanissima, lasciano percepire lo sgomento, la paura e poi il dolore di un intero Paese per un uomo politico che aveva saputo conquistare anche chi non la pensava come lui. La fine alla quale si riferisce il titolo del film non è solo quella della vita di Berlinguer, ma anche di una stagione politica, per una umanità che, sotto la sua guida, lottava per i diritti delle donne, per la scuola, per il lavoro.

Ma quel che il film che restituisce, soprattutto, è la potenza del testamento morale lasciato da Berlinguer, un pensiero di straordinaria modernità e coraggio, come dimostra per esempio il Discorso all’Assemblea regionale dei lavoratori comunisti nel 1977: L’austerità può recidere alla base la possibilità di continuare a fondare lo sviluppo su quel dissennato gonfiamento del solo consumo privato, che è fonte di sprechi, e può invece condurre verso un assetto economico e sociale ispirato ai principi della razionalità, del rigore, della giustizia, del godimento di beni autentici quali sono la cultura, l’istruzione, la salute, un libero e sano rapporto con la natura.  Una società più austera può essere una società più giusta, più ordinata, meno diseguale, realmente più libera e democratica, più umana”.

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