A Rocce Rosse Blues Winter Edition un viaggio musicale nel borgo poetico di Osini

Mercoledì 27 dicembre va in scena “Amentos – ritorno a Macondo” con il concerto di Enzo Favata, Marcello Peghin e Salvatore Maltana

Salvatore Maltana, Enzo Favata e Marcello Peghin

Salvatore Maltana, Enzo Favata e Marcello Peghin

Un borgo poetico, intriso di storia e di sentimento; un paese che, grazie a un intreccio di tessuto culturale e personalità artistiche, tenne a battesimo la rassegna Rocce Rosse Blues 32 anni fa, Osini a cui il festival musicale deve con affetto il continuo dialogo con la musica.

Rocce Rosse Blues Winter Edition è in programma il 27 dicembre 2023, alle ore 18:30, ad Osini vecchio con “Amentos – ritorno a Macondo”, la rassegna di parole e note creata ad hoc per ricordare la nascita del festival; un itinerario sotto le stelle questa volta di Natale, in collaborazione con il Comune per un viaggio musicale che non poteva non fare tappa idealmente laddove Rocce Rosse Blues è nata.

Enzo Favata, sax soprano, clarinetto basso elettronica dal vivo con Marcello Peghin alla chitarra classica 10 corde e Salvatore Maltana al contrabbasso. Un trio composto da musicisti sardi ormai affermati nel panorama jazzistico internazionale. Una musica che spazia tra jazz, milonga, danze dell’isola e del Mediterraneo, musica latina e classica, capace di catturare ed affascinare sin dal primo ascolto anche l’orecchio meno educato a temi musicali non commerciali.

Il territorio sonoro indefinibile è di per sé la forza ed il successo di questo trio che vanta ormai una carriera ultra trentennale a livello internazionale. Per anni questo è il nucleo centrale dei progetti internazionali di Enzo Favata. Questa occasione li farà ritornare a suonare ufficialmente insieme dopo una pausa di 16 anni.

“Amentos – ritorno a Macondo” è uno spettacolo che è anche un po’ una macchina del tempo, destinata a trasportarci in un mondo artistico che ha saputo mettere in versi e musica la bellezza del blues e del jazz e la sua ricchezza umana.

Osini e la musica un patrimonio chedice il patron del festival Tito Loici appartiene, certo, per cultura, sangue, DNA, come appartiene a tutti noi che ci siamo cresciuti dentro. Questo festival e questo paese hanno attraversato la nostra giovinezza, educato e infiammato il nostro amore per la musica, ci conforta come in Cent’anni di solitudine, il mondo di Macondo è un luogo isolato e lontanissimo ma profondamente reale e presente, che tutto accoglie e tutto vede. Le generazioni si susseguono con naturalezza, il 17 dicembre ricorre la data in cui abbiamo perso il nostro socio fondatore Piero Boi e non c’è modo migliore che ricordarlo in musica”.

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