Claudia Aru, moderne sonorità di un’Isola

Claudia Aru

Senza tanti preamboli questo mese amici di S&H vi presentiamo una cantante made in Sardinia dal carisma eccezionale: Claudia Aru.

Chi è Claudia?
Prima di tutto è una donna libera, indipendente, che ha scelto sempre “la via difficile” rischiando e scommettendo in prima persona. Lo ha fatto prima lasciando la Sardegna a 19 anni per studiare e formarsi a Bologna, poi a Barcellona, a New York e Roma per poi scegliere, con coscienza, di tornare nell’isola e mettere a frutto le sue esperienze. Torna la “via difficile”, quella di voler costruire un filone sostanzialmente nuovo, ovvero quello di mischiare sonorità moderne a una lingua millenaria, il sardo, e farlo come scelta politica, per dare dignità a una cultura troppo spesso offesa e sminuita.

Claudia è una donna che denuncia le storture di una società spesso miope e sempre più egoista, in prima linea per i diritti civili, l’equilibrio sociale e le battaglie identitarie, conscia dei rischi che si hanno prendendo posizione in temi sensibili ma perfettamente consapevole del ruolo di un artista, per sua definizione in opposizione.

Come nasce la tua passione artistica?
Nasce con me, nonostante la mia famiglia cercasse di spingermi verso qualcosa di più “stabile”, la mia passione per la musica mi ha portato, nonostante una laurea in storia dell’arte, a non smettere mai, e vista l’instabilità più totale della nostra generazione, la cosa più stabile nell’instabile, è rimasta la musica, che attualmente mi dà da mangiare, come cantante e come insegnante di canto.

Claudia Aru

Da dove trai la tua ispirazione?
La prima è mia madre che è il mio più grande punto di riferimento, una grande professionista, ma, soprattutto una grande donna che ha saputo rinnovarsi e crescere con me ogni giorno, rappresentando perfettamente la coerenza delle sue radici e la capacità di adattamento a tempi duri e in continua evoluzione. A volte è molto più “avanti” di molti miei coetanei.

Amo le donne che sanno essere madri, mogli, compagne, amiche, abili professioniste, che sanno divertirsi e che vivono la loro età senza paure cercando di gustare le cose belle della vita, senza rimpianti; ma con la voglia di vivere sempre al massimo vedendo il tempo come alleato e non come nemico.

Cosa pensi del razzismo?
Come ho detto, non ho mai avuto paura a dire ciò che penso, questo mi porta a ricevere tutto, cose belle, ma anche cose brutte. Mi è stato augurato uno stupro di recente perché per me non ci sono razze, ma persone, individui perbene e criminali. Io sono per l’accettazione di una società multietnica le cui differenze, creano la vera forza.

Dai Sardi poi, popolo di migranti per eccellenza, che sanno bene cosa vuol dire essere offesi e relegati nel ghetti, “sì ma i sardi andavano a lavorare”, questo mi sento dire… s’ignora che nessuna di queste persone vuole stare in hotel a far nulla, ma sono di nuovo vittime usate per ingrassare cooperative e malaffare. Loro vogliono crearsi una nuova vita e non stare a vegetare chissà dove per chissà quanto. Riusciamo a capire tutto questo? Proviamo a individuare i nostri nemici, una buona volta e rifiutiamo il razzismo che umilia il nostro essere umani.

Artisticamente parlando cosa bolle in pentola in questo momento?
È appena stato pubblicato il nostro nuovo singolo, Tasinanta Song, che parla della parola magica usata quando non ci viene la parola giusta, “ita si narat”, letteralmente “come si chiama”. Adoro giocare con le espressioni della nostra lingua e mi piace modernizzarle… per non perderle e darle una nuova vita. Inoltre, tra poco, ho i saggi dei miei ragazzi nelle scuole in cui insegno: non vedo l’ora di raccogliere i frutti di un lungo anno di lavoro con loro. Adoro insegnare e cantare, non sento la stanchezza, nonostante a volte stia fuori casa anche 10/12 ore. Mi sento una privilegiata, lo confesso.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Con la mia band e con la Nootempo stiamo lavorando al disco nuovo che uscirà il prossimo Natale. Spero di continuare il lavoro con le scuole e di fare sempre più concerti perché adoro stare tra la gente. E poi ci sono un sacco di cose che, per scaramanzia, non dico, ma diciamo che non mi annoio mai e che puntiamo sempre a crescere.

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