“Vodka sui Cowboy”: la Torino surreale, nottambula e dream pop degli Est-Egò

Gli Est-Egò, band alternative/psichedelica torinese, pubblicano “Vodka sui Cowboy”, nuovo singolo rilasciato per l’etichetta indipendente Bunya Records e registrato al Groove and Art Records, dove Tiziano Lamberti ne ha curato la produzione.

“Vodka sui Cowboy” è l’ennesima canzone degli Est-Egò su Torino. Le trame oscure che avevano caratterizzato il precedente singolo “Effetto Notte” lasciano la scena a un sound più giocoso e leggero, dalle derive dream pop. Fanno eccezione gli interventi di chitarra indianeggianti, realizzati con effetti per simulare il caratteristico suono del Sitar. “Vodka sui Cowboy” è innanzitutto una canzone che si interroga sul significato del divertimento. È una giostra adrenalinica, un’impresa da scavezzacollo o il luna park della movida torinese? Forse è tutte queste cose, o magari, soprattutto in tempi di lock down, nessuna di queste. Le variopinte situazioni descritte oscillano tra il surrealismo e il paradosso, per un quadretto assurdo che pare un incidente tra una felliniana Dolce Vita torinese e Bollywood.

Ancora una volta gli Est-Egò filtrano spericolati momenti di vita notturna attraverso le loro speciali lenti psichedeliche e suoni al neon, e ancora una volta registrano il brano nei pressi del fiume Po, irrinunciabile co-protagonista delle notti sabaude.

Le sonorità del brano ricordano un mosaico tra Dream Pop, Synth Pop e Space Rock conditi con un pizzico di psichedelia tanto cara alla band. Beatles, Air, Tame Impale e Lucio Battisti sono invece i riferimenti da cui la band ha istintivamente e sapientemente attinto. Il videoclip sarà rilasciato il 1° giugno.

Sul brano gli Est-Egò dicono: “Per un chitarrista arriva un momento nella vita in cui scopre gli accordi Major 7 e inizia a metterli ovunque. Con Vodka è successo questo. È un giro di chitarra nato in una sera primaverile come tante e giorni successivi arrivò il testo. Alcuni di noi hanno una paura ancestrale per l’altezza e le montagne russe. In effetti i torinesi preferiscono altre vie per divertirsi, ci siamo detti. In effetti non solo i Torinesi. Così è nata Vodka, un inno al divertimento disperato, quello che ti sballotta da un locale all’altro tutta la notte nella speranza che la serata prenda una piega inaspettata. Si passano in rassegna tutti i locali del centro città, di fiore in fiore come api ubriache, tra giri di abbracci e schiamazzi, a meno che un gruppo di celerini cowboy non ti carichi mentre te la stai ridendo con un moscow mule in mano”.

“Ma alle tre di notte non è accaduto proprio niente di niente. E invece di andarcene a casa ci asciughiamo le viscere con un bel pezzo di pizza al trancio in piazza Santa Giulia e si vola da Gianca 2, pronti a ricominciare; e lì, tra un pezzo dei Subsonica e la sigla di Jeeg Robot D’Acciaio, si fanno le sei del mattino. Un’altra volta. E anche questa volta niente di incredibile è avvenuto. Neanche questa volta abbiamo conosciuto l’amore della nostra vita o il figlio di gustavo Rol. Neanche questa volta abbiamo salvato la vita a un principe arabo che poi ci fa eredi testamentari. Ce ne torniamo ubriachi e sconsolati, sentendoci scemi per aver buttato quaranta euro in cocktail scadenti. Ma siamo tra amici e ci vogliamo bene, e su un cavalcavia alle prime luci dell’alba, colti da uno slancio romantico di fronte allo spettacolo sublime del sole sulla ferrovia, ci scattiamo una foto tutta storta che per anni ci ricorderemo. Ci siamo divertiti?”, prosegue la band.

Per tanti come noi, dalle nostre parti divertirsi intensamente significava questo, finché, attorno ai trent’anni, per un motivo o per l’altro ti accorgi che non hai più voglia di fare l’indiano nella notte torinese e una quarantena ti convince che stare a casa a giocare a Risiko è il modo migliore per stare bene il venerdì sera e risparmiare per l’affitto.”, concludono gli Est-Egò.

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