Oggi esce in digitale “Basta che se ne parli” della cantante ligure Cance

“Canzone che prende spunto dall’attualità e dalla cronaca, una riflessione in chiave ironica sul rapporto quasi maniacale che tutti noi abbiamo con i social network.”

Oggi esce in digitale il brano “Basta che se ne parli” di Cance, accompagnato dal videoclip online a partire dall’1 febbraio, con cui la cantautrice pop/r’n’b ligure racconta in chiave ironica il rapporto quasi maniacale che tutti noi abbiamo con i social network e che, spesso, ci porta ad avere un distacco totale dalla realtà.

Cance, che lo scorso anno ha vinto il Premio under 35 di Musica contro le Mafie, per questo brano prende spunto dall’attualità e alla cronaca recente come, ad esempio, da argomenti delicati quali le sfide social tra adolescenti, dai selfie estremi alla “Blackout Challenge” (che ha causato pochi giorni fa la morte di una bambina di dieci anni), ed episodi della politica di oggi che si gioca sempre sui social a “colpi di post”.

La cantautrice si pone una domanda: “Ognuno sente il bisogno di auto rappresentarsi ed esprimersi, ma a quale prezzo?” E prosegue: “Ci dipingiamo addosso qualcosa che non ci appartiene, modificando il nostro aspetto (labbra, occhi e cuore) pur di ricevere attenzioni; ci spingiamo fino al nostro limite ed oltre, se fosse possibile anche su altri pianeti, per avere più like o visualizzazioni; lottiamo per conquistare il nostro posto in un fantomatico cielo dove poter brillare, che sia per quindici secondi o per sempre.”

L’idea del brano è ben rappresentata dal videoclip (regia e animazioni a cura di Asia Allegretti & Chiara Seveso), realizzato con animazioni che intervengono sul live action, e che nasce con l’intento di parodiare attraverso personaggi allegorici, gli episodi a cui Cance fa riferimento nel brano: dalla guida spericolata dell’ormai famoso “fratellì”, diventata virale sui social, alla pagina di Trash Italiano. Nel video, le figure oniriche e galline starnazzanti rappresentano il chiacchiericcio di un pubblico omologato e sempre aggiornato e la ricerca tramite i social della propria “unicità”.

Il brano, scritto da Giulia Cancedda (voce, chitarra ritmica, chitarra percussiva) e a cui hanno collaborato Gennaro de Rosa (bendir, Cellulare), Vlad KayaDub Costabile (Drum machine, basso) e Stefano Amato (violoncello), è stato realizzato durante la residenza artistica “Sound Bocs” di Musica Contro le Mafie – prima Music Farm a sfondo civile mai realizzata in Europa – ed è il terzo estratto dalla compilation di brani inediti (etichetta Musica contro le mafie) contenuta, insieme a racconti, fotografie e video realizzati dai dieci artisti ospiti della residenza all’interno del libro di lettura aumentata “Sound BoCS Diary”, in uscita a marzo.

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