Il “Nuit ensemble” di Perry Frank

L’ultimo album del musicista sardo è un trip notturno fra paesaggi sonori malinconici e aperture siderali

Perry Frank

Perry Frank

Tralasciando etichette, sovrastrutture e analisi troppo approfondite, quando si parla di “musica ambient” la prima cosa a cui penso è, banalmente, qualcosa di evocativo. Qualcosa che sia in grado appunto di richiamare stati d’animo e paesaggi attraverso bordoni, accordi, aperture armoniche e così via.

Nella chiacchierata che ho fatto a distanza con Perry Frank/Francesco Perra in occasione della pubblicazione del suo ultimo Lp “Nuit Ensemble” questa cosa è venuta a galla in maniera preponderante. Lui, one man band sardo operante sotto questo pseudonimo dal 2005, identifica in modo inequivocabile le coordinate della sua musica: «un sogno in cui William Basinski, Brian Eno, Daniel Lanois, The Edge e Christian Fennesz si incontrano e suonano assieme».

La carriera artistica di Perra è lunga e colma: cinque Lp, due Ep, collaborazioni con gente del calibro di Matteo Cantaluppi (Ex-Otago, Dente, Thegiornalisti et cetera multa) e progetti artistici come “LACANAS”, rivisitazione del repertorio tradizionale sardo attraverso le lenti dell’ambient, e le “Ambient Guitar Sessions”. Queste ultime mi hanno colpito particolarmente per la stretta connessione fra creazione artistica e suggestioni extra-musicali. Sono sessioni di musica ambient registrate in luoghi che spaziano dai boschi ai musei, dalle colline ai tetti. I risultati «sono frequentemente ispirati dalle location in cui vengono registrati e, anche in questo caso, se sono soddisfatto del risultato, cerco di arrangiarli e registrarli meglio in studio per poi pubblicarli». È il caso di “Isolation”, claustrofobica quarta traccia di “Nuit Ensemble”, frutto di una Guitar Session nella base NATO sul Monte Limbara.

“Nuit Ensemble” è un album bifronte. Da un lato suona come un magma sonoro dove ogni elemento sembra confluire nel successivo senza poter isolare in modo lapidario alcun episodio. Dall’altro, man mano che si procede nell’ascolto ci si rende conto di come in realtà il disco proceda per blocchi emotivi contrapposti. Tesi, antitesi, sintesi.

Si parte dall’immersione nel mare drone di “Disappear” e “End of the rainbow”, quasi un preludio a “Moon Orchestra” col suo incedere sbilenco che evolve in un crescendo siderale. Tutto è sospeso, etereo, sognante. «Non ho mai inseguito la melodia nella mia musica, sono sempre andato nella direzione opposta, scegliendo sempre l’ambiente e l’armonia, e le poche volte che una parvenza di melodia si è palesata è sempre stato un caso».


«La creatività mi sorprende quando non sono concentrato su di essa»

(Perry Frank)

Le parole di Perry Frank sono quasi una guida all’ascolto. «In generale il disco è suddiviso in due parti, una più sognante (la prima) e una più cupa (la seconda). “Isolation” e “Dreams Fade Away” si trovano a metà strada tra le due parti, come una sorta di sfumatura. […] I vari brani o episodi hanno in comune anche le sonorità molto notturne, scintillanti come luci di città nella prima parte, tristi, buie e opache nella seconda». Senza tralasciare la tecnica di costruzione del disco che rimanda direttamente a quel pantheon artistico citato qualche riga più su: «Ogni brano parte musicalmente da vari loops di cassette, accompagnati poi da soundscapes, droni di chitarra e synth».

Andiamo avanti e ci districhiamo tra il mood malinconico del singolo “When we collide” e gli spettri vagamente glitch di “Dreams fade away”, scritte a quattro mani rispettivamente con Matt Tondut (fondatore della Valley View Records, etichetta con cui Perra collabora da anni) e Spacecraft. Dopo la tensione di “Agave”, nata dal featuring con il danese Lauge, la title track “Nuit” chiude il Lp in un clima relativamente disteso. È il brano primigenio intorno a cui Perra ha costruito tutti i dieci pezzi, ma non è un inedito: lo possiamo trovare nella compilation “Sleep Cycle II” pubblicata lo scorso marzo dalla Valley View Records. A voler essere precisi, il termine “inedito” mal si sposa con la produzione di Perry Frank: come lui stesso rivendica, «diversi brani del disco esistevano già in versioni live embrionali sparse tra le varie sessions pubblicate nel mio canale YouTube nella scorsa primavera».

Il disco è uscito oggi 21 ottobre 2022 per la Valley View Records ed è ascoltabile su tutte le principali piattaforme di streaming. Perry Frank si sta preparando a portarlo in giro dal vivo: stiamo all’erta e vigiliamo sui suoi social e su quelli di Bhag Factory.

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