Un omaggio alla Sardegna, alla tradizione e alle radici: è stata questa l’essenza dell’esibizione di Mahmood e i Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu sul palco della 74esima edizione del Festival di Sanremo nella serata delle cover.
Le note profonde e vibranti del canto a tenore si sono fuse con la voce di Mahmood in una rivisitazione emozionante di “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla. Un’unione di generi musicali diversi, a simboleggiare la ricchezza e la varietà della cultura italiana.
La forza del canto a tenore. La strofa in sardo, “Finis, de s’Oceanu violentu / Currer dias sas abbas piùs malas” (“Sulla somma dell’oceano violento correrei le acque più feroci”), ha aggiunto profondità al brano, sottolineando la potenza del sentimento che supera ogni ostacolo, come le onde impetuose del mare. Un omaggio al “canto a tenore”, patrimonio immateriale dell’UNESCO, magistralmente interpretato dai Tenores di Bitti, ambasciatori di questa tradizione in tutto il mondo.
Un tributo alla Sardegna e alla madre. Un’esibizione ricca di significato per Mahmood, che ha dedicato la canzone alla madre Anna e alla sua amata Sardegna. Un tocco emozionante che si è concluso con l’artista avvolto nella bandiera dei quattro mori.
Un successo di critica, non di classifica. Nonostante l’apprezzamento del pubblico e della critica, Mahmood non è riuscito ad entrare nella cinquina della serata, vinta da Geolier tra i fischi del pubblico. Un verdetto che non sminuisce la bellezza e l’intensità di un’esibizione che ha portato la Sardegna all’Ariston, celebrando la cultura e le tradizioni di un’isola ricca di fascino.
L’omaggio di Mahmood alla sua terra d’origine rimane un momento memorabile della kermesse sanremese, un’ode alla Sardegna e alla forza del canto che unisce culture e generazioni.
![Mahmood e i Tenores di Bitti a Sanremo](https://www.shmag.it/wp-content/uploads/2024/02/Mahmood-e-i-Tenores-di-Bitti-a-Sanremo.jpg)
Il testo della canzone “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla
Siamo noi, siamo in tanti
Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti, dei linotipisti
Siamo i gatti neri, siamo pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
Babbo, che eri un gran cacciatore
Di quaglie e di fagiani
Caccia via queste mosche
Che non mi fanno dormire
Che mi fanno arrabbiare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
È inutile, non c’è più lavoro
Non c’è più decoro
Dio o chi per lui
Sta cercando di dividerci
Di farci del male, di farci annegare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
Con la forza di un ricatto
L’uomo diventò qualcuno
Resuscitò anche i morti, spalancò prigioni
Bloccò sei treni con relativi vagoni
Innalzò per un attimo il povero
A un ruolo difficile da mantenere
Poi lo lasciò cadere, a piangere e a urlare
Solo in mezzo al mare
Com’è profondo il mare
Poi da solo l’urlo diventò un tamburo
E il povero come un lampo nel cielo sicuro
Cominciò una guerra per conquistare
Quello scherzo di terra
Che il suo grande cuore doveva coltivare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
Ma la terra gli fu portata via
Compresa quella rimasta addosso
Fu scaraventato in un palazzo, in un fosso
Non ricordo bene
Poi una storia di catene, bastonate
E chirurgia sperimentale
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
Intanto un mistico, forse un’aviatore
Inventò la commozione
Che rimise d’accordo tutti
I belli con i brutti
Con qualche danno per i brutti
Che si videro consegnare
Un pezzo di specchio
Così da potersi guardare
Com’è profondo il mare
Com’è profondo il mare
Frattanto i pesci
Dai quali discendiamo tutti
Assistettero curiosi
Al dramma collettivo di questo mondo
Che a loro indubbiamente doveva sembrar cattivo
E cominciarono a pensare
Nel loro grande mare
Com’è profondo il mare
Nel loro grande mare
Com’è profondo il mare
È chiaro che il pensiero dà fastidio
Anche se chi pensa è muto come un pesce
Anzi un pesce
E come pesce è difficile da bloccare
Perché lo protegge il mare
Com’è profondo il mare
Certo, chi comanda
Non è disposto a fare distinzioni poetiche
Il pensiero come l’oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare
Così stanno bruciando il mare
Così stanno uccidendo il mare
Così stanno umiliando il mare
Così stanno piegando il mare