Meatball: uscire vivi dagli anni ‘80

Il disco dell'omonimo musicista sassarese, in uscita domani su tutte le piattaforme digitali, è molto di più che un omaggio al revival 80’s

Meatball. La cover art di Alessio Pedoni

Meatball” è il primo Lp dell’omonimo (e anonimo) musicista di Sassari. L’album è un bel campionario di 80’s revival con dietro una narrazione e un concept molto solido. Si distingue per una grande attenzione alla melodia e, pur nella sua estrema eterogeneità, riesce a suonare compatto dall’inizio alla fine.

Tastiere a cascata, synth drum con l’immancabile riverbero sul rullante e atmosfere sognanti sono gli elementi fondamentali nei 38 minuti del disco. Si sentono influenze del Peter Gabriel solista e, secondo il musicista, i riferimenti sono da ricercare anche in compositori come Vangelis e Angelo Badalamenti o, guardando agli anni zero, in artisti come The Weeknd e Dua Lipa.

Le otto tracce sono state composte all’inizio del 2021 e nascono “dalla necessità di comporre e suonare tutto da solo: e quale miglior maniera se non approntare il tutto all’elettronica?”, come dicono lo stesso Meatball e Marta ‘Minako’ Pedoni.

L’album è corale sia nel concetto (i brani possono essere visti come dei microcosmi nell’insieme o come personalità a sé stanti) che nella realizzazione: ogni traccia è affidata a una voce diversa. Il cantato tenorile (un po’ Elton John vecchia maniera) di Meatball si incastra in “Self Esteem” e nel brano di chiusura “Lullaby” che con le sue code strumentali sembra guardare di sbieco a certo prog anni ‘70, area Gentle Giant e Genesis per intenderci.

L’apertura del disco è affidata all’uptempo danzereccio di “Light the stars” cantata da Marta Pedoni che ha prestato corde vocali anche per “Let me lie”, dall’incedere decisamente più fosco. Le collaborazioni del Lp vantano una lunga serie di importanti nomi della scena locale: Pier Piras (che quest’anno ha pubblicato l’album “A Wizard’s Perspective”) è stato fondamentale per costruire il sound dell’album e ne ha curato registrazione, mixaggio e mastering. Pier ha cantato in “Hypnotized”; Denise Gueye interpreta la delicata “Nightmares and Dreams”, sorretta da un minimale arpeggio di synth; Andrea Desole è la voce della vangelisiana “Farewell” e Giovanni Cau di “Fiore d’Argento”, unica traccia in italiano del disco. I featuring sono nati cercando le voci che più si adattassero al mood di ciascun brano – dal sognante al ballabile, dall’ironia tagliente all’idea di maturità.

L’idea del disco è quella “di creare un’atmosfera: abbiamo ricercato una coerenza non soltanto stilistica e sonora, ma anche emotiva. C’è un concept, ma non è stato ricercato – anche perché la prima traccia a essere stata scritta è l’ultima, che sta a rappresentare una sorta di resa dei conti. Resa dei conti nel senso di affrontare un problema: quello che è venuto fuori durante la composizione è figlio del periodo del Covid, cioè del trovarsi davanti a una realtà che non si sa affrontare. Il percorso parte da un qualcosa di estraneo (a libera interpretazione: può essere un alieno come qualunque altra cosa) che arriva sulla Terra. Le tracce successive passano attraverso il senso di rifiuto e di addio per poi approdare al risveglio, alla presa di coscienza e, appunto, al faccia a faccia con il problema, qualunque esso sia”.

La grafica di “Meatball” è stata curata da Alessio Pedoni. I testi sono di Marta Pedoni e Matteo Desole, che è anche autore di tutte le musiche e degli arrangiamenti insieme a Pier Piras. L’album sarà disponibile da domani sulle principali piattaforme di streaming e l’autore ha anticipato che più in là verrà stampato anche in formato fisico su vinile e musicassetta.

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