Giornata mondiale dell’ukulele: dalle Hawaii al resto del mondo, la storia del “regalo che arriva da lontano”

Un piccolo strumento dal suono dolce e versatile, amatissimo da star della musica come George Harrison, Eddie Vedder e Taylor Swift

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Parente delle chitarre, l’ukulele condivide con loro la forma e le corde, ma a differenza di queste ultime emette un suono più dolce. Inventato a fine Ottocento da immigrati portoghesi trasferiti nelle Hawaii come adattamento hawaiano dello strumento cavaquinho, l’uku – questo il suo soprannome – è sopravvissuto con alterne fortune fino ai nostri giorni.

Amatissimo da tante star della musica, oggi viene celebrato in festival nazionali e internazionali, spopola nelle scuole elementari e medie tanto che in molte di queste in Italia sta sostituendo il tradizionale flauto dolce ed è protagonista persino di un corso di studi di livello universitario nel conservatorio di musica di Alessandria.

Una popolarità trasversale che rispecchia in pieno lo strumento che nasce proprio con uno spirito di accessibilità alla musica, intesa come mezzo di gioia e condivisione, capace di colmare le distanze e creare comunità. Nella Giornata mondiale dell’ukulele, il team di Monopolele, il più importante festival italiano dedicato all’ukulele, celebra la ricorrenza regalandoci una lista di aneddoti e curiosità sullo strumento più versatile della musica.

Arrivato alla sua terza edizione, Monopolele – Ukulele Mediterranean Fest, è il festival di ukulele che si tiene ogni anno a Monopoli.

Qui, tra maggio e giugno, artisti internazionali e virtuosi dell’ukulele, il cui talento è ampiamente riconosciuto dalla scena musicale nazionale e internazionale e provenienti da ogni parte del mondo, si esibiscono in coinvolgenti performance dal vivo.

Una tre giorni di concerti gratuiti, jam session e workshop ma anche di street parade che coinvolge tutti, dai musicisti, ai residenti e fino ai turisti. Provare per credere: appuntamento a Monopoli dal 30 maggio al 2 giugno.

Nonostante l’ukulele sia uno strumento inventato dai portoghesi, il nome sembra essere merito degli hawaiani.

Gli abitanti di Honolulu, infatti, chiamarono “pulce che saltella” (in hawaiano, ukulele) lo strumento a quattro corde che gli immigrati portoghesi suonavano, muovendo tanto rapidamente le dita da ricordare, appunto, pulci saltellanti.

C’è però anche un’altra interpretazione sull’origine del nome: secondo la regina delle Hawaii, Lili’uokalani, la parola ukulele è composta da uku (regalo) e lele (arrivare) e significa “regalo che arriva da lontano”.

A differenza della chitarra, l’ukulele non segue l’ordine “corda sottile uguale nota alta” ed è proprio da questa particolarità che nasce il caratteristico suono prodotto dallo strumento.

L’artista hawaiano Israel Ka’ano’i Kamakawiwo’ole, conosciuto come IZ, pubblicò nel 1993 un medley delle canzoni “Over the Rainbow” e “What a Wonderful World” con l’ukulele. Una performance che diede nuova vita alle due canzoni e contribuì a far conoscere l’ukulele in tutto il mondo.

Molte star si sono innamorate presto o tardi dell’ukulele. A cominciare da George Harrison, lo storico membro dei Beatles che, negli ultimi anni di vita, suonava l’uku più delle chitarre, decantandone al mondo intero le virtù sonore e spirituali.

Non solo lui, però: in Italia Rino Gaetano lo portò addirittura sul palco più famoso della musica italiana, quello di Sanremo, con la canzone “Gianna” e il cantante dei Pearl Jam, Eddie Vedder, nel 2011, ha pubblicato l’album “Ukulele Songs”, interamente suonato con questo piccolo strumento.

E poi anche Taylor Swift che, di tanto in tanto, propone nelle sue live nuove versioni di suoi brani con l’ukulele e gli italianissimi Santi Francesi che, durante un’esibizione a X Factor, hanno “fatto alzare il pubblico in piedi” a suon di ukulele.

Esistono intere orchestre di ukulele. La più famosa si chiama Ukulele Orchestra of Great Britain, è attiva dal 1985, e tiene concerti riempiendo le sale di tutto il mondo, eseguendo brani di musica pop e rock in versione acustica.

L’artista californiana Billie Eilish in collaborazione con la Fender, storica azienda americana produttrice di strumenti musicali, ha progettato e lanciato sul mercato nel 2020 un nuovo modello di ukulele. La scelta non è un caso: è proprio con l’ukulele, infatti, che Billie Eilish apprese i primi rudimenti musicali e imparò a suonare la sua prima canzone, “I Will” dei Beatles.

Fonte Agenzia DIRE.it

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