Paper Girls, le “ragazzine” degli anni ’80 alla conquista del futuro

Dal 29 luglio su Prime Video la serie tratta dal fumetto di Brian K. Vaughan: protagoniste quattro irresistibili teenagers che viaggiano nel tempo

Paper Girls su Prime Video

Arrivano dal 1988 le protagoniste della nuova serie disponibile su Prime Video dal 29 luglio e si chiamano Erin Tieng (Riley Lai Nelet), Tiffany Quilkin (Camryn Jones), Mac Coyle (Sofia Rosinsky) e KJ Brandman (Fina Strazza): sono proprio loro le “Paper Girls”, le ragazze che consegnano i giornali a cui fa riferimento il titolo dello show, tratto dal fumetto omonimo scritto da Brian K. Vaughan con i disegni di Cliff Chiang e edito negli Stati Uniti da Image Comics e in Italia da BAO Publishing.

È appena trascorsa la notte di Halloween e alle prime luci dell’alba del 1° novembre 1988 Erin, da poco trasferitasi nel sobborgo di Stony Stream a Cleveland (Ohio), inizia il suo giro di consegne dei quotidiani; incontra così Tiffany, Mac e KJ e, sebbene la prima impressione tra le ragazze non sia delle migliori, si unisce a loro, spaventata da un’improvvisa turbolenza che investe il cielo della città. La rocambolesca fuga in bicicletta porta le paper girls a trovare riparo proprio nella casa di Erin, che però si rivela abitata da una versione adulta della ragazzina: è il 2019, inspiegabilmente le ragazze hanno viaggiato nel tempo e si ritrovano catapultate in futuro che si rivela per molti aspetti sorprendente, ma soprattutto pericoloso. Fazioni opposte di Viaggiatori nel Tempo sono infatti protagoniste di una vera e propria guerra, mentre muoversi lungo la linea temporale viene considerato un crimine, punibile con la pena capitale; braccate dalle autorità, Erin, Tiffany, Mac e KJ provano a trovare il modo di tornare a casa, con l’aiuto delle loro versioni adulte.

La premessa della serie, per quanto semplificata rispetto al fumetto, è certamente accattivante e introduce gli spettatori al grande tema del “viaggio nel tempo” con una prospettiva che, nel più vasto quadro del genere fantascientifico, non solo propone il classico dilemma etico -se la conoscenza del futuro debba influenzare il passato e se quindi questo possa essere cambiato-, ma offre anche un’interessante riflessione psicologica sulle protagoniste, che si ritrovano a giudicare, non sempre con clemenza, le loro stesse quarantenni. Nel 1988, infatti, le paper girls hanno 12 anni e nonostante non abbiano ancora le idee chiare su molti aspetti della loro vita, si ritrovano in parte deluse dalle scelte e dai risultati ottenuti dalle loro versioni adulte; d’altro canto, proprio specchiarsi nel futuro in un modo così “violento” permette alle ragazzine di prendere consapevolezza di sé e di far emergere concretamente paure e aspirazioni.

La caratterizzazione delle protagoniste, non a caso, è un punto di forza del fumetto; Brian K. Vaughan, autore di titoli di successo tra cui “Y: L’ultimo uomo” già adattato in una serie disponibile su Disney Plus, è stato capace di tratteggiare efficacemente quattro giovani donne che sono specchio della società multietnica americana e che, avendo il privilegio di viaggiare nel futuro, di quella stessa società possono osservare l’evoluzione, ponendo l’accento, in particolare, sul percorso compiuto dalle donne nell’autodeterminarsi, sia dal punto di vista affettivo/sentimentale che lavorativo. Se anche in questa serie, come si è visto in altri recenti prodotti, gli anni ’80 rappresentano il bacino culturale di riferimento, l’aspetto più interessante di “Paper Girls” sta proprio nel confronto immediato con i nostri tempi: non “operazione nostalgia”, dunque, ma un vero e proprio “coming of age” super-concentrato, in cui i teenagers degli anni ’80 ritroveranno l’immaginario che popolava i loro sogni e quelli degli anni 2000 si divertiranno a conoscere quattro strambe coetanee che somigliano loro più di quanto potrebbero mai ammettere. “Io e Cliff Chiang abbiamo vissuto gli anni ‘80 e non sono stati sempre così fantastici”, ha spiegato Brian K. Vaughan al panel del Comic-Con di San Diego dedicato allo show lo scorso venerdì, “Quindi volevamo fare qualcosa che fosse anti-nostalgico, riconoscere cioè che abbiamo fatto progressi e che vale la pena andare avanti, non soffermarsi costantemente sul passato. Sebbene gli anni ’80 fossero l’epoca dei dischi di Prince e dei vestiti dai colori sgargianti, erano anche il tempo di Ronald Reagan e dell’epidemia di AIDS. Questa giustapposizione si realizza in Paper Girls.

La colonna sonora dello show è firmata da Bobby Krlic (aka The Haxan Cloak), compositore, polistrumentista e produttore; nel descrivere il suo lavoro, in particolare per quel che riguarda il tema dei viaggi nel tempo, l’autore ha parlato di un paesaggio sonoro oscuro, elettronico, scandito da percussioni frenetiche e sintetizzatori industriali deformati, per esempio nel pezzo “KJ’s Discovery”, disponibile in anteprima per l’ascolto. “Volevo esplorare musicalmente Il mondo di Paper Girls da molto tempo” ha dichiarato Krlic sul sito della Milan Records, È stato un vero piacere avere del materiale così ricco di sfumature su cui lavorare e da cui trarre ispirazione. Volevo racchiudere nella colonna sonora lo spirito della giovinezza, non solo nella sua energia sconfinata, ma anche nell’ingenuità e trepidazione che accompagnano il periodo transitorio dell’infanzia”.

Una storia avvincente che attinge ai capisaldi della science fiction, quattro coraggiose ragazzine come protagoniste, corse a perdifiato in bicicletta e una coinvolgente colonna sonora “elettronica”: dalle pagine del fumetto, premiato con due Eisner Awards nel 2016, le Paper Girls del 1988 sono davvero pronte per conquistare lo streaming.

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