She-Hulk, una supereroina che “spacca” tra le aule dei tribunali

Sono cominciate su Disney Plus le avventure di Jennifer Walters, avvocatessa dotata degli stessi superpoteri del cugino Bruce Banner/Hulk; a interpretare She-Hulk l’attrice canadese Tatiana Maslany

Mark Ruffalo (Hulk/Bruce Banner) e Tatiana Maslany (Jennifer “Jen” Walters/She-Hulk) in “She-Hulk: Attorney at Law”. ? courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL

Mark Ruffalo (Hulk/Bruce Banner) e Tatiana Maslany (Jennifer “Jen” Walters/She-Hulk) in “She-Hulk: Attorney at Law”. ? courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL

Il Marvel Cinematic Universe si arricchisce di una nuova serie, che movimenta l’ultima parte dell’estate su Disney Plus, colorandola dei toni della legal comedy: “She-Hulk: Attorney at Law” introduce il pubblico dello streaming al personaggio di Jennifer Walters, alias She-Hulk, avvocatessa e cugina del più famoso Bruce Banner/Hulk, da cui eredita fortuitamente i superpoteri.

Oltre a portare sullo schermo, direttamente dalle pagine dei fumetti, questa nuova eroina, la serie creata da Jessica Gao restituisce dunque al pubblico alcuni personaggi già noti e amatissimi, a cominciare proprio da Bruce Banner, interpretato da Mark Ruffalo; l’Avenger che affronta i nemici con il  famoso motto “Hulk spacca”, infatti, contamina con il suo sangue alterato dalla Radiazione Gamma una ferita sul braccio della cugina, causata da un incidente stradale; è così che Jennifer acquisisce i superpoteri, facendo i conti con una nuova, ingombrante identità.

Da professionista che nelle aule dei tribunali difende i diritti delle minoranze, compresi i criminali privi di adeguati strumenti legali, e le libertà civili, l’avvocatessa si ritrova ad affrontare un vero e proprio training da supereroina, sotto la guida di Bruce Banner; se per il cugino la trasformazione in Hulk è stata sempre legata al controllo, più o meno sviluppato, della rabbia, Jennifer può decidere quando trasformarsi e appare subito molto capace e consapevole delle innumerevoli possibilità che essere She-Hulk le offre.

Di certo, dunque, un personaggio più solare del malinconico Bruce, che soprattutto all’inizio della sua storia da supereroe ha vissuto la Mutazione Gamma come una vera e propria condanna; l’ironia, d’altra parte, è un ingrediente fondamentale delle avventure di Jennifer anche nel fumetto: creata nel 1980 da Stan Lee e dal disegnatore John Buscema, She-Hulk raggiunge il grande successo di pubblico grazie agli albi di “The Sensational She-Hulk” scritti e disegnati, a fasi alterne, da John Lindley Byrne tra il 1989 e il 1994. Byrne conferisce al personaggio, inizialmente iracondo e poco malleabile, quel tocco di empatia e umorismo che la showrunner Jessica Gao ha voluto mantenere anche nella serie, insieme a un altro elemento narrativo molto potente e caratterizzante mutuato sempre dal fumetto, ovvero la rottura della “quarta parete”; spesso infatti, dalle pagine dei comics di Byrne, Jennifer si rivolge allo stesso disegnatore e ai lettori, così come la sua interprete Tatiana Maslany -nota al grande pubblico soprattutto per la serie “Orphan Black” che le è valsa un Emmy Award- si rivolge alla telecamera quando sente di dover condividere una considerazione o una semplice battuta con chi sta seguendo le sue vicissitudini oltre lo schermo.

La serie dedicata a She-Hulk, pur inscrivendosi pienamente nel genere “commedia”, anche per i ritmi e la durata dei novi episodi -circa 30 minuti ciascuno, in onda ogni giovedì fino al 13 ottobre), si avvicina alla recente “Ms. Marvel” per la volontà di raccontare la quotidianità, non priva di inconvenienti, dei supereroi, che pur avendo acquisito delle capacità fuori dal comune continuano a vivere una vita normale, provando a trovare un equilibrio tra le loro diverse identità; se “Ms. Marvel” ha principalmente un target “teen”, visto che i protagonisti della vicenda frequentano le scuole superiori, She-Hulk si rivolge a un pubblico più adulto, tanto da essere stata ribattezzata la “Ally McBeal” dei supereroi, con un riferimento alla celebre serie legal di fine anni ’90 con protagonisti Calista Flockart e Rober Downey Jr., all’epoca ancora lontano dai successi di “Iron Man”. Jennifer Walters è infatti un’avvocatessa di 30 anni, single, al centro di diverse disavventure sentimentali che condivide con la migliore amica Nikki (Ginger Gonzaga); come giovane professionista, lavora duramente per fare carriera e la nuova condizione di She-Hulk le consente di occuparsi di una nuova tipologia di clienti, ovvero i Superumani, che sempre più spesso restano coinvolti in controversie legate all’utilizzo dei propri poteri.

Tra i personaggi dell’MCU con cui Jennifer si trova ad aver a che fare nella serie torna, direttamente dal film “L’incredibile Hulk” del 2008 (all’epoca Bruce Banner aveva il volto di Edward Norton) Emil Blonsky/Abominio (Tim Roth), sottopostosi a un esperimento con il siero del super-soldato combinato alle Radiazioni Gamma e capace di trasformarsi in una potente creatura ibrida; compaiono inoltre Wong (Benedict Wong), Stregone Supremo di New York, e un altro famoso avvocato della scuderia Marvel, ovvero Daredevil/Matt Murdock, interpretato da Charlie Cox, apparso brevemente anche nell’ultimo film dedicato a Spiderman, “No Way Home”.

La colonna sonora della serie è stata firmata dal compositore, nonché direttrice d’orchestra Amie Doherty, la quale ha dichiarato all’ultimo Comic-Con di San Diego di aver giocato sul dualismo per connotare musicalmente le nature differenti di Jennifer/She-Hulk, divertendosi inoltre a inserire nel suo lavoro delle citazioni riconoscibili alle colonne sonore di famosi film e serie del Marvel Cinematic Universe: un universo narrativo che dunque continua a espandersi e, come dimostrano le recenti produzioni, sembra lasciare sempre più spazio non solo alle supereroine, finalmente protagoniste e non solo comprimarie, ma anche a registe, sceneggiatrici e produttrici che possano raccontarle con un nuovo sguardo.

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