The Lost City: due eroi improbabili per un’avventura tutta da ridere

Arriva al cinema il 21 aprile il nuovo film con Sandra Bullock e Channing Tatum: azione, romanticismo e tanto divertimento per una pericolosa ricerca del tesoro nella “città perduta”

The Lost City

Fin dal trailer, sono evidenti i riferimenti letterari di “The Lost City”, il film dei fratelli Aaron e Adam Nee in uscita nelle sale cinematografiche il 21 aprile: chi non ricorda negli scaffali delle librerie quei corposi romanzi d’avventura sulle cui copertine, di solito, campeggiano un eroe muscoloso dai pettorali luccicanti e un’eroina discinta aggrappata al suo braccio possente? Loretta Sage, interpretata da Sandra Bullock, scrive con grande successo proprio questo genere di libri, ma, contrariamente ai romanzi, la sua esistenza è abbastanza monotona e solitaria; d’altra parte, Alan Caprison, il modello con il volto di Channing Tatum che sulle copertine dei libri di Loretta incarna il temerario protagonista Dash McMahon, dell’eroe ha solo l’aspetto e viaggia in aereo dotato di sleep-mask antirughe e cuscino cervicale.

Nonostante la loro totale inadeguatezza all’avventura, durante un tour promozionale Loretta e Alan si ritrovano coinvolti in una caccia al tesoro irta di pericoli a causa dell’eccentrico miliardario Abigail Fairfax (Daniel Radcliffe), convinto che nell’ultimo romanzo della scrittrice, “La città perduta di D.”, siano contenute le informazioni utili a trovare un vero, preziosissimo tesoro, la famosa “corona di fuoco”. Loretta, infatti, ha basato la trama del libro sulle ricerche del suo defunto marito archeologo, ma pur riconoscendo che possa esserci un fondo di verità nella vicenda, si rifiuta di aiutare Fairfax, che la rapisce e la trascina su un’isola vulcanica in mezzo all’Oceano Atlantico: a questo punto il bellissimo Alan, nonostante le preoccupazioni dell’editrice Beth interpretata da una divertente Da’Vine Joy Randolph, decide di partire per salvare la scrittrice, per cui ha un debole, dimostrando così di possedere almeno qualcuna delle qualità del suo coraggioso personaggio Dash.

Le premesse per un’avventura spassosa, dunque, ci sono tutte: la trama appare collaudata e di certo il cameo di Brad Pitt, nei panni dell’ex Navy SEAL e agente CIA Jack Trainer -reclutato da Alan per collaborare al salvataggio di Loretta-, dimostra ampiamente quale sia il tono della pellicola, che se per certi aspetti si propone di omaggiare il cinema d’avventura degli anni ‘80, d’altra parte propone una serie di gag che la inscrivono a pieno titolo nel filone della moderna commedia demenziale americana. Il ruolo della scrittrice poco incline all’avventura, che si trova costretta a sfoderare tutto il suo coraggio per sopravvivere in un ambiente ostile, può certamente ricordare l’interpretazione dell’ipocondriaca romanziera Jodie Foster nella pellicola per famiglie “Alla ricerca dell’isola di Nym” (2008), ma gli appassionati del genere avventuroso non potranno non trovare nella trama di “The Lost City” una somiglianza con le vicende narrate nel famoso “All’inseguimento della pietra verde” di Robert Zemeckis (1984), in cui la splendida Kathleen Turner interpreta una dimessa scrittrice newyorkese, regina del genere “rosa”, che si ritrova catapultata in Colombia per salvare sua sorella e incontra un affascinante avventuriero interpretato da Michael Douglas; se questa pellicola può oggi considerarsi un piccolo gioiello, che gioca con i canoni del genere, “The Lost City” si presenta come un film totalmente dissacrante, che ribalta alcuni consolidati cliché.

È evidente, infatti, quanto questa “rivoluzione” passi soprattutto per la caratterizzazione del protagonista maschile, che pur dotato del physique du rôle, si cruccia per l’inadeguatezza al compito che vorrebbe e dovrebbe svolgere: Channing Tatum, attore, ballerino e ex modello, incarna con leggerezza sia la fragilità di Alan, che si trova costretto a chiedere aiuto a un vero uomo d’azione interpretato da Brad Pitt, che l’improbabile mascolinità di Dash, personaggio letterario e “agitatore seriale” di folta chioma bionda.

Sandra Bullock d’altro canto, tra i produttori del film insieme all’autore del soggetto Seth Gordon, ha già dimostrato con pellicole quali “Miss Detective” (2000) e “Corpi da reato” (2013) di possedere un registro comico molto efficace, attraverso cui è capace di interpretare con verve genuina dei personaggi femminili outsider per i più svariati motivi; non stupisce la scelta di Daniel Radcliffe come antagonista: l’attore negli ultimi anni ha frequentemente scelto di interpretare dei ruoli che lo allontanino dal ricordo di Harry Potter e il personaggio di Abigail Fairfax, miliardario dal petulante piglio criminale, appare insidioso quanto basta per confermare le sue doti attoriali da “cattivo”.

In conclusione, ambientazione esotica -il film è stato girato nella Repubblica Dominicana-, tesori nascosti e gag esilaranti fanno di “The Lost City” la pellicola giusta per trascorrere qualche ora di puro divertimento, non privo di spunti stimolanti, grazie anche alla regia dei fratelli Nee, noti soprattutto per “Band of Robbers” (2015), crime comedy ispirata alle vicende di Tom Sawyer e Hackleberry Finn narrate da Mark Twain; lo slogan che pubblicizza l’uscita nelle sale cinematografiche di “The Lost City” recita “L’avventura è reale, gli eroi non lo sono” e forse uno dei punti di forza del film risiede proprio nei suoi protagonisti, che non si prendono troppo sul serio e regalano al pubblico una manciata di preziosa leggerezza.

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