“Visioni Sarde” atterra in Finlandia: il meglio del cinema breve sardo di scena a Turku

Sette cortometraggi in versione originale con sottotitoli in inglese per un'esperienza di cinema unica all’appuntamento organizzato dal Comitato Dante

“Santamaria” di Andrea Deidda

“Santamaria” di Andrea Deidda

Giovedì 16 marzo la Sardegna sarà di scena a Turku, la città più antica nonché ex capitale della Finlandia. Sarà, ancora una volta, la rassegna “Visioni Sarde” a farsi ambasciatrice della Sardegna e a diffondere nel mondo la sua incomparabile ricchezza culturale.

Il cinema, del resto, rappresenta un veicolo formidabile per far conoscere l’isola e le sue eccellenze e per valorizzarla in ogni suo aspetto: ambientale, storico, culturale e di costume.

Finanziato e sostenuto dalla Fondazione Sardegna Film Commission, gestito dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con il circolo “A. Gramsci” di Torino e con l’associazione “Visioni da Ichnussa” di Bologna, il progetto “Visioni Sarde nel mondo” ha già conseguito in pieno gli obiettivi preposti conseguendo risultati ben superiori a ogni più ottimistica previsione.

L’appuntamento in Finlandia è organizzato dal Comitato Dante di Turku, presidente Jenni Lehtonen. Si partirà alle ore 17:30 presso Tuurintuppa, Tuureporinkatu 14, Turku.

La serata si apre con il corto “12 Aprile” di Antonello Deidda che offre due versioni diametralmente opposte della città di Cagliari, in un affascinante viaggio ai confini della realtà. Una, datata 1970, vede la città in festa e unita dal senso di appartenenza sportiva e comunitaria per la conquista dello scudetto e l’altra, del 2020, con Cagliari completamente vuota, desolata, dove prevale la distanza di sicurezza e la paura del virus.

Simone Contu con “Fradi miu” consegna al pubblico una storia ambientata nel mondo agro-pastorale del centro Sardegna con una morale esemplare: il delitto di sangue non serve a ripristinare l’onore leso né a riequilibrare un ordine incrinato. Esso danneggia e pregiudica gravemente la vita degli uomini, trasformando il presunto giustiziere nel male stesso che intende combattere. Antonio è un pastore che vive in montagna con il suo gregge di capre. L’apparente tranquillità dei suoi giorni viene sconvolta quando ha finalmente la possibilità di vendicare il fratello, ucciso tanti anni prima davanti ai suoi occhi.

Mammarranca” di Francesco Piras racconta, invece, una storia ambientata in un sobborgo di Cagliari ma che potrebbe benissimo calarsi in qualsiasi periferia del mondo. Giovanni e Michele di undici e nove anni vivono a Sant’Elia, un anello di palazzoni ai margini della città lambito da un canale, dalle torbide acque, chiamato Mammarranca. La vita dei due bambini sembra improvvisamente poter cambiare quando il biglietto di un gioco a premi finisce in modo rocambolesco nelle loro mani.

Santamaria” di Andrea Deidda è la commovente vicenda umana di Raimondo Gaviano, che da Seui si sposta a Cagliari per studiare, lavorare e sognare una vita da pugile. Negli anni d’oro della boxe il giovane si prepara al primo incontro della sua carriera: la scalata all’Olimpo del pugilato che inizia sul ring di un piccolo paese dove finte, diretti e montanti svelano la potenza dei sogni di un boxeur ragazzino.

Sergio Falchi con “Senza te” affronta con delicatezza il tema della solitudine e dell’amore in tempi di Covid. Un uomo molto vecchio, interpretato dal commovente Giampaolo Loddo, vive da solo seguendo una precisa ritualità che lo porta, tra le altre cose, a disporsi per i pasti come se l’amata moglie fosse ancora con lui. L’uomo è assistito da una nipote indaffarata e distratta che non sopporta tutto questo; un giorno realtà e sogno si incontreranno sotto gli occhi della nipote che, commossa, comprenderà e infine, riserverà all’uomo una indimenticabile sorpresa.

La Venere di Milis” di Giorgia Puliga Milis è una commedia giallo-rosa che prende le mosse dal ritrovamento di una “Venere sarda”. La storia si dipana tra tentativi di imboscamento da parte di Tonio, agricoltore rassegnato interpretato da Angelo Orlando, equivoci e momenti di suspense, con le donne del passato lontano e quelle del presente, sempre forze motrici del destino degli uomini.

Protagonista del film “Una splendida felicità” di Simeone Latini è una giovanissima studentessa schiacciata dalle tante brutte notizie propagate dai media in tempo di pandemia. Eleonora ha sedici anni ed è terrorizzata da ciò che la circonda: non riesce ad uscire dalla propria camera. Troverà infine forza e nuovo coraggio nella poesia e nelle chiamate su skype con la nonna.

I cortometraggi saranno proiettati in lingua italiana, due sono in limba, con i sottotitoli in inglese.

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