La prima parte di “Lupin” – composta da 5 episodi – è stata uno dei grandi successi di Netflix di inizio 2021, che si è già riconfermata come tale grazie alla seconda parte, disponibile per la visione da venerdì 11 giugno.
Il ladro gentiluomo del nuovo millennio, interpretato dal carismatico Omar Sy, ha lasciato il pubblico spiazzato da un bel cliffhanger, un colpo di scena da cui si ripartirà per costruire i prossimi 5 episodi.
Ma ricapitoliamo: la serie prende spunto dal personaggio cult di Arsenio Lupin, un simpatico ladro dai modi signorili che deruba i ricchi per dare a sé ma anche ai più bisognosi.
La serie reinventa il mito parigino rendendolo contemporaneo. Non a caso il protagonista è un giovane uomo nero, Assane Diop, immigrato vent’anni prima dal Senegal col padre, il quale fu accusato del furto di una preziosa collana dalla potente famiglia per cui lavorava, i Pellegrini.
Il padre morirà poco dopo lasciando il piccolo Assane orfano e con la convinzione che il genitore fosse davvero colpevole. Gli lascerà anche un’eredità all’apparenza irrisoria, un libro, dal titolo “Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo”. Ecco qua che il filo di congiunzione col titolo prende corpo: Assane userà il libro come apprendistato per la carriera di ladro gentiluomo.
Salto temporale di 25 anni: la collana in questione riappare, provando al protagonista che il padre era innocente. Assane mette da parte i piccoli furti per pianificare la sua vendetta nei confronti della facoltosa famiglia, mettendo a frutto la sua educazione da ladro professionista.
La serie è davvero coinvolgente, riuscendo ad essere un thriller di caratura leggera con un pizzico di humor, il tutto tenuto su dallo straordinario talento di Omar Sy.
La prima parte si focalizzava sul colpaccio al Louvre, primo tassello del complesso piano di Assane per rivendicare il buon nome del padre. E sulle sue conseguenze, quindi poliziotti alle calcagna, indizi da scovare, sistemi di sicurezza da hackerare. Il protagonista si dovrà destreggiare tra Youssef Guedira (Soufiane Guerrab) il sagace investigatore -anch’esso grande fan di Lupin- che inizia a capirne le mosse e la corruzione di un sistema in mano a ricchi borghesi rappresentato dal cattivo della serie, il malavitoso Hubert Pellegrini (Hervé Pierre), capostipite della famiglia che gli ha rovinato la vita. I sospetti sull’identità del responsabile del rapimento di Raoul, il figlioletto di Assane, a fine stagione ricadono tutti su di lui.
La seconda parte alza il livello di tensione. La rete si sta stringendo attorno al nostro eroe. Pellegrini l’ha colpito duramente, ora in pericolo c’è anche l’ex moglie Claire mentre Guedira gli sta ormai col fiato sul collo.
La potenza della serie sta tutta nel dosare magistralmente la tensione tra un colpo di scena e l’altro, mantenendo nel frattempo un soddisfacente livello di intrattenimento. Sappiamo che Assane se la caverà, ma moriamo dalla voglia di vedere come. Quale trucco super tecnologico userà, da chi si travestirà per passare inosservato tra le vie di Parigi senza essere rintracciato dai nemici, come ne uscirà dall’ennesima situazione all’apparenza disperata?
Ma soprattutto in che modo riuscirà a vendicare il padre senza perdere la sua nuova famiglia o finire in galera?
Questo secondo ciclo ci darà le risposte alle nostre domande, ma non disperate, Netflix ha già confermato la parte terza.