Al cinema con Dracula: piccola guida ai film che hanno raccontato il famoso vampiro

Da “Nosferatu il vampiro” a “Demeter: il risveglio di Dracula, tratto dal celebre romanzo di Bram Stoker che ha ispirato il mondo del cinema fin dall’inizio del Novecento

Orlok in “Nosferatu il vampiro” di Friedrich Wilhelm Murnau (1922)

Orlok in “Nosferatu il vampiro” di Friedrich Wilhelm Murnau (1922)

Sono ben pochi i personaggi letterari che possono vantare un numero così alto di trasposizioni cinematografiche: Dracula, il vampiro per antonomasia, tratteggiato dallo scrittore irlandese Bram Stoker nel romanzo omonimo del 1897 e ispirato al principe di Valacchia Vlad III, è apparso sul grande schermo fin dagli albori della storia del cinema ed è entrato nell’immaginario di generazioni diverse che, pur attraverso innumerevoli adattamenti influenzati dall’evoluzione del linguaggio cinematografico e dei generi narrativi, hanno decretato il successo pressoché eterno del personaggio.

Dal 10 agosto arriva al cinema “Demeter: il risveglio di Dracula” del regista norvegese André Øvredal, la più recente trasposizione del romanzo di Stoker, che si distingue per la scelta di approfondire le vicende narrate nel capitolo VII del volume, in cui si racconta lo sfortunato viaggio della goletta Demeter, noleggiata per trasportare dalla Carpazia a Londra cinquanta misteriose casse di legno colme di terra. Quando l’equipaggio capisce di essere perseguitato da una creatura senza pietà, che di notte in notte miete le sue vittime, deve escogitare il modo di sopravvivere alla traversata; la Demeter, tuttavia, arriva in Inghilterra ridotta a un relitto semi-carbonizzato.

Quale destino è toccato agli occupanti della nave? Se il romanzo di Stoker, in merito, lascia ben poche speranze, resta da stabilire se il film abbia concesso la salvezza ad almeno uno dei personaggi, il capitano (Liam Cunningham), il primo ufficiale (David Dastmalchian), il medico di bordo (Corey Hawkins) o, forse, una sfortunata clandestina (Aisling Franciosi). Di certo, la rappresentazione di Dracula, incarnato nella sua fase di transizione vampiresca da Javier Botet, risulta fin dal trailer particolarmente inquietante: l’evoluzione degli effetti speciali, negli anni, ha contributo a rendere più realistica la caratterizzazione di questo iconico personaggio, che tuttavia, fin dalle prime apparizioni, ha lasciato il segno grazie a pochi, studiati dettagli nel trucco e nei costumi.

Il primo lungometraggio ispirato al “Dracula” di Stoker è “Drakula halála – La morte di Dracula”, semi-sconosciuto film muto ungherese del 1921 diretto da Károly Lajthay, ma è con “Nosferatu il vampiro” (1922) di Friedrich Wilhelm Murnau, capolavoro del cinema espressionista, che il Conte interpretato dall’attore teatrale Max Schreck appare in una delle sue più iconiche raffigurazioni, seppure con un nome diverso; Murnau, infatti, fu denunciato dagli eredi di Stoker per violazione dei diritti d’autore e, nonostante avesse cambiato il nome del protagonista in Orlok, perse la causa e fu condannato a distruggere tutte le copie di quella che sarebbe diventata una pietra miliare del cinema muto. Fortunatamente il regista decise di conservare di nascosto una copia del film, che è così giunto fino a noi, insieme ad alcune curiose leggende: si dice infatti che prima di iniziare a girare il film, Murnau si sia recato nei Carpazi per assoldare un vampiro, che recitò quindi la parte del protagonista. Proprio a questa leggenda si ispira il film “L’ombra del vampiro” (2000) di E. Elias Merhige, con John Malkovich nei panni di Murnau e Willem Dafoe in quelli di Max Schreck vampiro; nel 1979 il film di Murnau è stato oggetto del celebre remake “Nosferatu, il principe della notte” di Werner Herzog, con Klaus Kinski nel ruolo principale.

È del 1931 il “Dracula” di Tod Browning con Bela Lugosi, considerato un capolavoro del cinema horror e inserito nel Registro Nazionale dei Film dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti per il suo valore culturale; la Universal, tra gli anni ‘30 e ’40, produsse molti altri film con protagonista il Conte, che a partire dalla fine degli anni ‘50 ispirarono la Hammer Film Productions, casa di produzione inglese: nel 1958, infatti, esce “Dracula il vampiro” di Terence Fisher, primo capitolo di una serie di film che vedono Christopher Lee nel ruolo del protagonista fino ai primi anni ’70. Lee è un Dracula sanguinario -appaiono con lui, per la prima volta, i canini succhia-sangue- dotato di una fisicità particolarmente adatta a conferire al personaggio fascino e crudeltà; nel 1979 è invece Frank Langella a cimentarsi con il ruolo del Conte, nel film “Dracula” di John Badham, che vede Laurence Olivier nei panni di Van Helsing e introduce nella storia una nota di sensualità particolarmente spiccata, che sarà notevolmente amplificata dal “Dracula di Bram Stoker” (1992) firmato da Francis Ford Coppola.

Il film di Coppola è un successo clamoroso e porta nuova linfa alla figura del celebre Conte, interpretato da Gary Oldman, ma anche alla sua controparte femminile Mina Murray, a cui presta il volto Winona Ryder: i personaggi sono infatti legati da un amore che attraversa i secoli -Mina è la reincarnazione della sposa di Dracula- e che conferisce al protagonista un’affascinante sfumatura romantico-decadente. La pellicola, che vede nel cast anche Keanu Reeves e Anthony Hopkins, ha vinto 3 Oscar, tra cui quello per i Migliori Costumi a Eiko Ishioka.

Tra le trasposizioni più recenti, “Dracula 3D” (2012) di Dario Argento, con Thomas Kretschmann e Rutger Hauer, “Dracula Untold” (2014) di Gary Shore, in cui si racconta la storia del principe Vlad III interpretato da Luke Evans, e “Renfield” (2023) di Chris McKay, commedia horror in cui si raccontano le disavventure di Robert Montague Renfield (Nicholas Hoult), da secoli servitore di Dracula (Nicholas Cage).

Negli anni, dopotutto, sono state numerose le parodie cinematografiche ispirate al personaggio del Conte; imperdibili le commedie d’autore “Per favore, non mordermi sul collo!” (1967) di Roman Polański e “Dracula morto e contento” (1995) di Mel Brooks, che dimostrano la grandezza di un personaggio letterario capace di attraversare linguaggi artistici e generi. Non resta che aspettare di scoprire quale sarà il prossimo Conte che conquisterà il cuore del pubblico, facendolo battere per l’orrore e la delizia.

Exit mobile version