“Uomini in marcia”, il nuovo docufilm di Peter Marcias racconta cento anni di lotte per il lavoro in Italia

Con il contributo di Ken Loach e Laurent Cantet e la voce narrante di Gianni Loy è un viaggio tra le fabbriche e le campagne italiane alla scoperta delle battaglie per l'occupazione e la dignità

Arriva in sala oggi – distribuito da Notorious Pictures – il nuovo lavoro di Peter Marcias “Uomini in marcia”, un film prezioso che raccoglie cento anni di lotte per il lavoro in Italia: un viaggio nelle campagne e nelle fabbriche, nelle isole, al nord e al sud del paese.

Un racconto corale che unisce testimonianze d’archivio e nuove interviste, con il contributo di due grandi protagonisti del cinema internazionale, probabilmente i più autorevoli cineasti a misurarsi con i temi del lavoro: Ken Loach e Laurent Cantet. Per il compianto regista francese, scomparso poco più di un mese fa, si tratta di una delle ultime apparizioni pubbliche.

“Uomini in marcia” trova il suo innesco in Sardegna, dove 27 comuni del Sulcis Iglesiente, nei primi anni Novanta, diedero vita a una protesta di massa dapprima nel territorio e poi a Roma. Il film ha debuttato lo scorso ottobre in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma (Selezione Ufficiale, “Special Screening”).

«Rimasi colpito – spiega Marcias dai materiali degli archivi del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria, che su quella vicenda aveva già avviato un importante lavoro di raccolta di testimonianze e documentazione. Ma poi mi chiesi: cosa è successo prima di quell’evento? E cosa sta accadendo ora? Da quel momento in poi ho iniziato a “disturbare” e interrogare lavoratori, sindacalisti, politici, professori di diritto, registi, cantanti, per farmi raccontare il mondo del lavoro in Italia».

“Uomini in marcia” – prodotto da Agnese Ricchi e Mario Mazzarotto per Ganesh Produzioni in collaborazione con RAI Cinema – vuole essere uno sguardo indietro al recente passato, per marciare insieme a chi ha combattuto e difeso un diritto, vitale e fondamentale, oggi sempre più negato e svilito nel suo significato etico: quello al lavoro e alla sua dignità. Voci di lotta, interviste, riflessioni vibrano nel magma fluttuante delle immagini di repertorio, a ricordarci che la storia siamo noi.

Insieme alle testimonianze di Ken Loach (inflessibile narratore della workingclass) e di Laurent Cantet (autore dallo sguardo veramente incisivo che osa temi durissimi come lo scontro sociale e generazionale insieme) e alle voci di Peppino La Rosa, Giampaolo Puddu, Bruno Saba, Antonello Cabras, Salvatore Cherchi, la voce narrante principale è quella di Gianni Loy, professore di diritto del lavoro all’Università di Cagliari dal 1975 al 2014, scrittore e poeta.

I ricordi delle battaglie dei lavoratori del Sulcis-Iglesiente riportano la sua mente dai primi del ‘900 fino ai giorni nostri. In quel lasso di tempo le miniere, le proteste, la chiusura delle fabbriche, i sindacati, la marcia per lo sviluppo, la riqualificazione di alcune aree, la tutela dell’ambiente, s’intrecciano in un racconto che via via diventa unanime. Un viaggio in Italia e una storia in cui temi universali come il diritto al lavoro diventano una visione comune attraverso i volti, le voci, i colori, ma anche il dolore e la passione di uomini e donne.

“Uomini in marcia” sarà accompagnato dal regista e parte del cast nelle date che seguono:

Peter Marcias (Oristano, 1977) esordisce con numerosi corti, tra cui “Olivia, Il Canto delle Cicale” e “Sono Alice”, presentati nei festival internazionali di Taipei, Giffoni, Istanbul e São Paulo. Di seguito realizza la sua opera prima “Un attimo sospesi” (2008) con Paolo Bonacelli, Nino Frassica e Ana Caterina Morariu, e successivamente “I bambini della sua vita” (2011) che ottiene il Globo d’Oro per la migliore attrice a Piera Degli Esposti. Nel 2012, “Dimmi che destino avrò” è presentato al Torino Film Festival, e “La nostra quarantena”, interpretato da Francesca Neri, è evento speciale alla Mostra Internazionale del cinema di Pesaro e finalista ai Nastri D’Argento.

Ha diretto alcuni documentari, “Liliana Cavani, una donna nel cinema” (2010), presentato alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia e al Moscow International Film Festival, “Tutte le storie di Piera” (2013), Torino Film Festival e Nastro d’Argento Speciale, “Ma la Spagna non era cattolica?” (2007) e “Silenzi e parole” (2017) entrambi riguardanti le tematiche LGBTQIA+. Nel 2018 è al Festival di Trieste, Londra e Guangzhou, con “Uno sguardo alla Terra”. Nello stesso anno torna alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia con il breve film “L’unica lezione”, dedicato alla figura del regista iraniano Abbas Kiarostami.

“Nilde Iotti, il tempo delle donne”, il suo film documentario del 2020, con la partecipazione di Paola Cortellesi, prodotto da Mario Mazzarotto per Ganesh Produzioni e Movimento Film, è stato presentato alle Giornate degli Autori nell’ambito della 77. Mostra di Venezia. Ha ottenuto la candidatura ai Nastri D’Argento, ed è uscito nelle sale italiane e in streaming distribuito da I WonderPictures. Le sue opere testimoniano un forte interesse per un cinema legato a tematiche artistiche, sociali e politiche.

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