Polo Universitario Penitenziario dell’ateneo di Sassari: 10 anni di successi e nuove sfide per il reinserimento sociale

I numeri del decennale, il nuovo protocollo d’intesa e i progetti per il futuro. L’Università di Sassari modello di eccellenza nella formazione in carcere

Università di Sassari

Oggi si è celebrato il decennale del Polo Universitario Penitenziario (PUP) dell’Università di Sassari con la firma del terzo protocollo d’intesa. Un traguardo importante per un progetto che ha portato l’istruzione universitaria all’interno delle carceri sarde, offrendo ai detenuti un’opportunità di crescita e di reinserimento sociale.

I numeri del PUP sono significativi: in 10 anni, circa 70 studenti hanno preso parte ai corsi di laurea, con 20 laureati. L’Università di Sassari impegna in media il triplo dei detenuti rispetto alla media nazionale (5-6% contro 2%), con punte di eccellenza nelle Case di Reclusione di Tempio Pausania (15-17%) e Alghero (8-10%).

Il nuovo protocollo d’intesa, valido per il triennio 2024-2027, presenta due importanti novità: l’ingresso dell’ERSU di Sassari e la creazione di una “carta dei servizi”. L’ERSU fornirà sostegno finanziario agli studenti detenuti, mentre la “carta dei servizi” comprenderà l’erogazione di servizi bibliotecari e informatici, la regolamentazione dei tirocini curricolari e la tutela della privacy.

Oltre ai corsi di laurea, il PUP promuove anche progetti di Agricoltura sociale e LiberArte, entrambi in corso di svolgimento nelle Case di Reclusione di Alghero e Tempio Pausania. Questi progetti puntano a migliorare le conoscenze individuali in campo culturale e agronomico, a favorire l’inclusione e la cooperazione e a rafforzare le competenze trasversali dei partecipanti in chiave occupazionale.

Il Rettore Gavino Mariotti ha commentato: “L’auspicio è che il ruolo e l’impatto sociale del PUP sia riconosciuto anche dalle amministrazioni locali, regionali e nazionali, al fine di garantire l’adeguata dotazione di risorse che una tale mole di attività richiede”.

Il Professor Emmanuele Farris, Delegato rettorale per il PUP, ha aggiunto: “Il PUP è un’infrastruttura immateriale del territorio, radicato nelle realtà locali dove lavora per offrire servizi diversificati e di qualità. Per questo è fondamentale la rete dei partner, che ringraziamo”.

Il Polo Universitario Penitenziario rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra diverse realtà istituzionali e sociali. Un modello che ha dimostrato come l’istruzione possa essere un importante strumento di riscatto e di reinserimento sociale per le persone detenute.

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