Il mistero di via Roma a Sassari, nel 1914 il caso di Ellen Giles divise gli animi

Suicidio oppure Omicidio?

La storia che stiamo per raccontarvi è ambientata in una Sassari che nessuno di noi ha conosciuto, in un’epoca tramandata solo attraverso qualche sbiadito fotogramma dei luoghi principali della città, giunto a noi attraverso libri, stampe e cartoline. Il nostro viaggio, infatti, questa volta non è attraverso lo spazio ma attraverso il tempo, sul filo di un’eco percepibile ancora oggi, a distanza di oltre un secolo dai fatti.

Siamo nel 1914, la sera del 15 gennaio. In Via Roma si trova l’abitazione di una studiosa americana che da tempo vive in Sardegna, dove conduce le sue ricerche sugli usi e i costumi locali. Una donna moderna, indipendente: una rarità, per l’epoca, dalle nostre parti. Il suo corpo verrà trovato di lì a breve con un proiettile nel petto. Il nome della donna è Ellen Rose Giles.

Trentotto anni, proveniente da una famiglia piuttosto benestante di Philadelphia negli Stati Uniti (Pennsylvania), Ellen Rose ha dedicato la sua vita allo studio e alle arti. Si interessa di filosofia, archeologia, fotografia e antropologia, e ha al suo attivo diverse pubblicazioni con riviste e giornali d’oltreoceano sulle quali riporta fedelmente i risultati delle ricerche che conduce. Suo padre era una grande finanziere che, morendo quando lei era molto giovane, ha lasciato alla famiglia una ricca eredità. Ellen comincia a viaggiare per il mondo dopo aver conseguito la laurea al Bryn Mawr College, una scuola femminile di libere arti poco fuori dalla sua città. Con il titolo in tasca parte, insieme alla mamma e alle sorelle, in giro per il mondo dove imparerà a parlare diverse lingue e a conoscere le numerose culture che diverranno per lei parte focale dei suoi studi. Tra i luoghi da lei visitati, sappiamo esserci Australia, Africa, Medio Oriente e, in Europa, almeno Germania, Francia e Italia. La sua vita sembra una delle tante storie esotiche raccontate nei romanzi d’avventura dell’epoca, tra resti archeologici e civiltà perdute o sull’orlo dell’estinzione.

È su una di queste che si focalizza la sua attenzione una volta giunta in Italia. L’isola misteriosa del grande romanzo portato al successo da Jules Verne nel 1875, Ellen sembra trovarla in Sardegna, una terra austera, arcaica, e proprio per questo così affascinante. Ma torniamo alle circostanze della morte. I giornali si divisero da subito tra quelli locali, che parlarono di suicidio, e quelli americani che invece caldeggiarono immediatamente la pista dell’omicidio. In effetti, gli elementi che conducono a questa seconda ipotesi ci sono tutti: vediamoli.

È risaputo che Ogliastra, Sulcis e Barbagia furono per Ellen terreni di studio, tanto che proprio una faida familiare sulla quale indagò per le sue ricerche divenne poi una pista di indagine senza che però si approdasse a nulla di concreto. La pistola rinvenuta nella stanza del delitto apparteneva alla stessa Ellen, che pare l’avesse comprata a scopo di difesa, ma il proiettile entrò nel petto senza bucare i vestiti: la donna era forse stata rivestita dopo l’omicidio? E, in questo caso, da chi? Si considerò un possibile delitto passionale e ancora oggi si parla di un giovane di nobili origini che sparì da Sassari in seguito alla morte di Ellen. Un collegamento non si può escludere anche se, certo, sarebbe utile saperne di più su questa persona.

A tal proposito, per chiunque fosse interessato a conoscere più a fondo i tanti particolari della vicenda, rimandiamo al libro di Alberto Mario Pintus e Maria Giovana Cugia dal titolo Il Caso Giles, edito dall’Associazione Storica Sassarese. Il libro, che è andato a ruba negli anni passati, è comunque disponibile presso la Biblioteca Comunale della Città.

Di Ellen Rose Giles rimangono oggi un loculo, nel cimitero di Sassari, e una lapide di marmo con sopra inciso il suo nome. Facendo un giro alla ricerca di notizie sul web relative alla vicenda si può trovare facilmente l’aneddoto del misterioso visitatore che, settimanalmente, lascerebbe un fiore sulla tomba della giovane donna. Ebbene, alcune settimane fa siamo stati al cimitero, abbiamo visitato la tomba di Ellen e proseguito poi la passeggiata. Sulla via del ritorno ci siamo accorti che, nel frattempo, qualcuno aveva davvero deposto sulla sua lapide un piccolo girasole.

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