Niente scudetto, ma una Dinamo Sassari ugualmente straordinaria. La squadra di coach Gianmarco Pozzecco è andata a un passo dal titolo, cedendo a Venezia dopo sette gare

Lo scudetto non è arrivato, ma la stagione della Dinamo Banco di Sardegna Sassari è destinata a rimanere a lungo nella memoria e nel cuore dei tifosi. La striscia di risultati utili della squadra di coach Gianmarco Pozzecco è arrivata a 22, con percorso netto sia nei quarti di finale playoff con Brindisi, che in semifinale con la favorita Milano e l’annata magica si è conclusa con una serie di finale meravigliosa, contro l’Umana Reyer Venezia. Sette partite giocate a viso aperto dalle due squadre, con coraggio e voglia di vincere, che, alla fine, hanno premiato la formazione veneta. Ed è stata una finale anche ricca di tensioni: dalle “lamentele” dei veneziani per gli arbitraggi e i troppi, secondo loro, “giri in lunetta” concessi ai sassaresi, allo sfogo del Poz al termine di gara-5, contro questi stessi “pianti” e l’insopportabile caldo patito al PalaTaliercio, che ha creato una situazione in cui, oggettivamente, non si può giocare, per l’incolumità dei giocatori in primis.

Ma sono stati anche i playoff della ricerca di serenità, con, ad esempio, l’immancabile sfida al tiro da centrocampo che, tra una partita e l’altra, vedeva protagonisti il coach Gianmarco “The machine” Pozzecco e lo “spara-triple” sassarese Marco Spissu. Un appuntamento immancabile che l’ufficio comunicazione Dinamo mostrava puntualmente sui social. Ma chi avrà vinto? “Ovviamente io – dice SpissuLui avrà vinto forse due o tre volte, io sei o sette”.

Proprio lui, Marco Spissu, è stato un grande protagonista dei playoff e della finale, l’ultimo ad arrendersi, sempre e quello che, alla sirena che ha consegnato lo scudetto alla Reyer, è scoppiato a piangere. Per lui anche il riconoscimento di miglior italiano del post-season, in un sondaggio proposto ai “cestofili” dalla Legabaket sulla propria pagina Facebook. E Spissu è stato uno di coloro che, soffermandosi sui singoli, ha avuto più giovamento dal cambio di panchina: “Non ricordo le parole esatte del Poz quando è arrivato – dichiara – Ma ci ha trasmesso da subito serenità e fatto tornare il sorriso; questo è stato fondamentale in un periodo in cui le cose non andavano tanto bene”.

Gianmarco Pozzecco e Marco Spissu. Foto Luigi Canu

Dopo i 22 risultati utili consecutivi, la Dinamo ha dovuto riprendere confidenza con la sconfitta, in gara-1 di finale, persa dopo essere stata avanti anche di 13 punti. C’era la possibilità che, dopo tante vittorie e un clima abbondantemente euforico, un passo falso potesse destabilizzare un po’ la squadra. La Dinamo, però, poi ha vinto subito gara-2, portando dalla propria parte il fattore campo: “Penso che quella sconfitta non abbia cambiato niente – considera Marco SpissuSe avesse cambiato qualcosa avremmo perso anche gara-2, invece così non è stato. Eravamo consapevoli di quello che avevamo fatto, tra gara-1 e gara-2 c’era lo stesso entusiasmo delle 22 vittorie di fila”.

Quando tutto è finito e i riflettori sul parquet del PalaTaliercio si sono spenti, i biancoblù sono tornati a casa, dove hanno trovato ad attenderli oltre 5000 persone in Piazza d’Italia, che li hanno acclamati e salutati come se avessero vinto il trofeo. Non poteva esserci niente di più giusto e nemmeno niente di più bello. Nella conferenza stampa-sfogo post gara-5, coach Pozzecco aveva lamentato una mancanza di cultura sportiva in Italia. Invece a Sassari l’ha trovata ed è probabilmente uno dei motivi per i quali il coach ci sta benissimo. Tanti, oltre Tirreno, si sono stupiti di questi festeggiamenti… e la squadra? “Sapevo che sarebbero venute tantissime persone – dice Spissu, che nell’occasione si è anche “vestito” da capo-ultrà e ha lanciato i cori dalla scalinata del Palazzo della Provincia – ma mai mi sarei aspettato tutta quella gente. Per me è stato emozionante, abbiamo vinto anche noi”.

Foto Luigi Canu

E menomale che “Spì” da ragazzino, diviso tra calcio e basket, alla fine ha scelto il secondo! Non è andata poi male… “È vero, mi piacevano tutti e due, poi ho scelto lo sport che mi trasmetteva maggiori emozioni. Ho scelto il basket, direi che è andata bene”.

Ora è già tempo di mercato e c’è già qualcosa di certo. Lo sono, intanto, i contratti di coach Pozzecco, di capitan Devecchi, dello stesso Spissu, di Gentile (aveva un’opzione per la prossima stagione) e la coppia “cagliaritana” Bucarelli-Diop, con quest’ultimo che sembra però destinato a Torino (dove è stato trasferito il titolo dell’Academy), con la formula del prestito. Poi è certa anche la partenza del pivottone Jack Cooley, che ha già trovato l’accordo con la squadra giapponese del Ryuku Golden Kings. Pressoché impossibile rivedere in maglia biancoblù Rashawn Thomas, richiesto anche da club di Eurolega, mentre sembra che la società stia cercando di trattenere Dyshawn Pierre, autore di un “periodo-Pozzecco” straordinario, anche se è arrivato alla finale con Venezia un po’ in riserva. Polonara pare abbia ricevuto un’offerta pesante dalla Reyer proprio durante la disputa delle finali; subito dopo era circolata la voce secondo la quale avesse rinnovato il contratto con la Dinamo, mentre in realtà non sembra ancora cosa fatta. Un altro atleta che sembrava confermato è Jaime Smith (e, oggettivamente, sarebbe un peccato se partisse anche lui, dal momento che trovare un playmaker puro non è semplice), ma lo stesso atleta ha rivolto un messaggio un po’ particolare ai tifosi sassaresi, su Facebook, che ha decisamente tolto certezze.

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