SASSARI: LE CAMPIONESSE MONDIALI SASSARESI DI DANZA RICEVUTE A PALAZZO DUCALE

Rispetto delle regole, senso del dovere, passione. Sono gli ingredienti che hanno portato per anni le ballerine della scuola Dance Floor di Ottava a diventare campionesse mondiali nelle loro discipline. Oggi sono state ricevute nella sala Giunta a Palazzo Ducale dal sindaco Nicola Sanna e dall’assessora allo Sport Maria Vittoria Casu. Il primo cittadino, nel complimentarsi con le giovanissime atlete, ha sottolineato come le caratteristiche necessarie per diventare campioni nello sport sono le stesse per essere cittadini esemplari. «Vincere senza rispettare le regole non è essere veri sportivi. Così nella vita di tutti i giorni: chi ama la propria città rispetta le regole e si impegna sempre a esserne parte attiva».

Le quattordici ragazze, guidate dai maestri Cristian Masia e Ivana Murgia, vantano un medagliere di tutto rispetto in synchro latin, latino show, synchro dance, coreoghraphic dance e synchro latin di specialità. Da anni conquistano il podio in campionati italiani e mondiali. Nel 2015 sono state inoltre convocate dalla Federazione italiana Danza sportiva per rappresentare l’Italia ai Mondiali di Torino, collezionando un secondo, due terzi e un quinto posto. Sono state anche premiate al Salone d’Onore del Coni nel 2014-2015 e ora sono in attesa della premiazione per il 2016. A breve le aspetta il campionato europeo in Francia.

Per arrivare a questi risultati ci vuole costanza, passione e forza di volontà: d’estate passano le giornate ad allenarsi e d’inverno le lezioni sono 3 volte a settimana, ciascuna per 3 ore. Questo però non le distrae dalla scuola, dove sono tutte studentesse modello.

Le giovani campionesse, fiere con le loro medaglie ma un po’ intimidite dalla sala in cui si trovavano, hanno ascoltato con interesse e compiaciute gli elogi del sindaco e dell’assessora, che hanno più volte sottolineato come queste ragazze «rappresentino un orgoglio per tutta Sassari» e come, con la loro disciplina che le porta in giro per il mondo a confrontarsi anche con altre realtà e culture «siano vettore di pace».

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