Le “Madri del vento” di Genesio Pistidda in mostra da domani a Sassari

Dall’11 al 26 settembre 2020 le “Madri del vento” di Genesio Pistidda in mostra a Sassari presso la Galleria ArteCircuito in via Enrico Costa 5 (dalle ore 18 alle 20:30), a cura di Vittoria Chiara Puru.

Genesio Pistidda, scultore e designer, per le sue piccole Madri sceglie di lavorare l’argilla, materiale antico e classico che diventa possibilità di sperimentare forme intime e nuove. La materia, che per sua natura richiede una tecnica di lavorazione aggiuntiva, viene invece lavorata fino ad arrivare ad uno stato di solida leggerezza.

Libero dai canoni formali e dall’idea della scultura di grandi dimensioni, Pistidda modella le sue crete per creare figure archetipe con una doppia valenza: simbolica e spaziale.

La figura della madre, che nel panorama dell’arte sarda richiama inevitabilmente alla memoria Francesco Ciusa con la sua “Madre dell’Ucciso”, lascia le dimensioni monumentali e, con un alternarsi di pieni e di vuoti, modula sé stessa e lo spazio, facendo respirare la solidità della materia. La madre che crea, nutre e accoglie diventa anche un espediente per costruire una scultura viva e organica che nasce nello spazio e lo ridisegna con una tecnica che permette al solido di essere forma, ma allo stesso tempo di creare un vuoto intorno ad esso. La scultura, libera dalla forma e dall’immagine, disegna lo spazio con una poetica che ricorda gli insegnamenti di Arturo Martini.

La madre archetipa e mitica si modella in forme piccole e semplici che riescono a liberarsi della presenza plastica, mantenendo però una dignità scultorea che convive con l’idea della mutazione e del continuo farsi della forma, lasciando un’apertura non solo fisica, ma anche sensoriale e interpretativa. Pistidda mescola e sovrappone così l’archetipo della creazione, il Femminile, a una nuova interpretazione formale e fenomelogica della materia, che si modella intorno allo spazio, creandolo con il vuoto.

Ad accompagnare le sculture alcune bozze che riescono a suggerire il volume attraverso lo spazio che si apre per arrivare al cuore della forma, all’idea di ciò che l’artista vuole rappresentare.

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