Card4all: a Sassari un progetto europeo per una smart card pluriuso

Una smart card pluriuso, utilizzabile per l’accesso ai musei, per l’iscrizione in palestra e per il bike sharing, per i biglietti degli autobus e per la sosta nelle aree blu, solo per fare qualche esempio.

Attraverso il progetto “Card4all” il Comune di Sassari intende mettere in campo uno strumento per offrire a cittadine e cittadini l’accesso a servizi e strutture pubbliche. Se ne è parlato ieri mattina a Palazzo Ducale nel corso di un incontro informativo con soggetti pubblici e privati, possibili partner dell’Amministrazione comunale nel progetto, che rientra all’interno del Programma Europeo “Urbact III”. Si tratta di un’iniziativa di cooperazione territoriale per la promozione dello sviluppo urbano sostenibile che vede coinvolte, oltre a Sassari, altre sei città europee, Gijon, città capofila, Clermont-Ferrand, Anversa, Jurmala, Suceava e Aveiro. Uno degli obiettivi, infatti, è la condivisione di buone pratiche tra i Comuni coinvolti. «Il gruppo locale, che è in via di definizione e che sarà costituito da partner pubblici e privati – ha spiegato durante l’incontro il sindaco Nicola Sanna – dialogherà con le altre città europee, attivando una rete di scambi internazionali. Il Comune è già stato a Gijon, città spagnola dove la card, lanciata nel 2002, è stata utilizzata fino a oggi da 270 mila utenti».

«Un altro obiettivo sarà la profilazione – ha sottolineato l’assessora ai Servizi al Cittadino e alla Programmazione Rossana Serratrice –. Grazie all’utilizzo della card il Comune potrà acquisire una banca dati utile per comprendere quali siano le esigenze dei cittadini e sviluppare politiche e servizi atti a soddisfarle».

Il progetto, finanziato dalla Commissione Europea per oltre 500 mila euro, di cui 73 mila a disposizione del Comune di Sassari, sarà sviluppato entro il 2020. «La nostra città è a capo di un’area vasta – ha detto il sindaco in conclusione – è la città capofila della Rete Metropolitana del Nord Sardegna, e come tale ha interesse ad acquisire buone pratiche dall’ambito europeo e trasferirle a quello territoriale».

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