Sassari, annullata la manifestazione “Tende in Piazza bis”

“La manifestazione continua ad essere assimilata ad un concerto. Noi non volgiamo disobbedire, ma ci sentiamo costretti a rinunciare a dar voce alla nostra civile protesta”

Sassari. Il Comitato Tende in Piazza sceglie, ancora una volta, la via della civiltà. La manifestazione di protesta, inizialmente rinviata a sabato 5 giugno 2021, è stata definitivamente annullata. All’evento avrebbero dovuto partecipare alcuni importanti esponenti del mondo della Cultura e dell’arte made in Sassari & Sardegna.

Insieme a loro sarebbero stati della partita anche numerosi datori di lavoro e dipendenti (in versione relatori) appartenenti a differenti categorie afferenti e varie tipologie di attività, chiamati a raccontare la loro esperienza e le difficoltà legate al lavorare in pandemia.

Tende in piazza “Bis” era stata rinviata per evitare di creare problemi e forzare norme e regolamenti. Gli Enti coinvolti, chiamati a dare il loro benestare allo svolgersi delle attività, erano tanti e alcuni non erano riusciti a dare il loro parere in tempo utile affinché si potesse provvedere a logistica e organizzazione. 

Ci abbiamo provato sino alla fine, non volevamo arrenderci alla dura evidenza ma alla fine abbiamo scelto di annullare definitivamente Tende in Piazza Bis. Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per far sì che Tende in Piazza Bis potesse svolgersi in sicurezza e nel rispetto delle norme. La nostra idea era, sin dalle prime battute, organizzare una manifestazione di pacifica e civile protesta. Una manifestazione, non un concerto in piazza in pieno Covid. Assimilare la nostra iniziativa ad un concerto, nel vero senso del termine, comporta chiaramente un aumento esponenziale delle richieste da soddisfare, dei paletti entro cui muoversi, delle autorizzazioni da richiedere e da ottenere. L’incertezza normativa che regola lo svolgersi dei cosiddetti grandi eventi dopo i pur gravi fatti di Torino è aggravata dalle disposizioni in materia di covid, e tutto si complica sino a diventare un dedalo inestricabile. Aumentano i dubbi, si innalzano i costi, si innalzano i numeri del personale da impiegare a supporto dell’evento e a garanzia della sicurezza dello stesso, il numero delle ambulanze, dei varchi, degli addetti antincendio. Ma crescono anche le responsabilità penali a carico dell’organizzazione. Noi non vogliamo fare i disobbedienti, non vogliamo creare disordini, siamo convinti che manifestare secondo l’articolo 21 della Costituzione sia un diritto da garantire in un evento che non è da non assimilare ad un “semplice” concerto, anche se a gridare da palco con civile garbo il loro disappunto sono, anche, gli stessi artisti. Non ci sono i margini per dare vita alla nostra volontà. L’ultima conferenza di servizi ha reso al presente un quadro difficile da decifrare. Vengono meno le convinzioni del fare, anche per chi come noi voleva solo e soltanto fare le cose per bene”.

Chiaro che ci sono delle responsabilità nell’autorizzare una manifestazione pubblica. Ma noi ci eravamo impegnati a garantire il rispetto delle norme, il distanziamento. Se però ad ogni step l’asticella si solleva, se ogni soggetto coinvolto nella fase decisionale per sua competenza mette una condizione in più perché l’evento possa realizzarsi, allora la corsa non è solo contro il tempo ma è anche a ostacoli. Avevamo scelto di spostare Tende in Piazza a inizio giugno perché con la Sardegna in zona bianca le maglie si sarebbero allentate. Sapevamo che il ferro va battuto sino a che è caldo e che oggi è invece già più freddo, ma volevamo continuare a farci sentire, civilmente, sul fronte dei ritardi nei ristori che devono essere più rapidi e congrui e della cassa integrazione. E volevamo anche porre l’accento sulla situazione dei lavoratori dello spettacolo e degli operatori di settori che in queste condizioni, come dimostra proprio la situazione legata all’annullamento di Tende in Piazza Bis, non possono lavorare. Non volevamo arrenderci, ma non abbiamo scelta. Ci sentiamo imbavagliati: volevamo manifestare, non volevamo fare un concerto. Ma mettere in moto una macchina così grande, coinvolgere così tante persone, chiedere a grandi artisti sardi di esserci e prestare la loro voce alla protesta senza la certezza di poter poi dare vita all’evento e con il rischio di incorrere in pesanti sanzioni, è attività che non può poggiare su un tappeto di incognite. Se nessuno si assume la responsabilità di classificare Tende in Piazza Bis come manifestazione, allora è impossibile realizzarla. Noi rispettiamo le regole, ma sentiamo il peso del mancato supporto alla nostra idea”, concludono gli organizzatori.

Exit mobile version