Con le scarpette rosse Oristano ha detto no alla violenza alle donne

Il dialogo tra la Giudicessa Eleonora d’Arborea e il Sindaco Andrea Lutzu, nella Sala degli Evangelisti, sintetizza perfettamente il senso del 25 novembre a Oristano. Nella giornata dedicata alla lotta contro la violenza alle donne, in quella sala, sede del Consiglio comunale di Oristano, si sono fuse due grandi tradizioni della città: quella giuridica e civile, che trova il suo fondamento nella Carta de Logu promulgata 6 secoli fa da Eleonora d’Arborea che conteneva norme a difesa delle donne, e quella dell’arte ceramica che ha avuto nei figoli i suoi più grandi interpreti.

La Giudicessa e il Sindaco si sono confrontati su un tema che oggi è di attualità, ma che a fine 1300 solo un personaggio illuminato poteva avere il coraggio di affrontare a livello legislativo. “La prima legge contro lo stupro fu scrita in Sardegna nel 1392” recitava un manifesto esposto all’ingresso del Palazzo Comunale.

Con la manifestazione Scarpette rosse in ceramica contro la violenza alle donne, lanciata dall’Assessorato all’artigianato del Comune di Oristano, promossa a livello nazionale dall’Associazione italiana città della ceramica e infine tradotta in una bella campagna di comunicazione dal pubblicitario Gavino Sanna, ieri, Oristano e tante altre città ceramiche, hanno dato un contributo forte nella giornata internazionale dedicata alla lotta contro il femminicidio e la violenza alle donne.

Tanti i simboli che ieri hanno reso più forte il messaggio: le scarpette rosse in ceramica nella piazza del Comune, sulla scalinata del Palazzo degli Scolopi; le magliette contro la violenza indossate da studenti, politici e da tanti semplici cittadini; la sala del Consiglio comunale nella piazza dedicata alla Giudicessa d’Arborea che per una giornata intera è stata il centro di un fitto confronto sul significato del 25 novembre. Dopo l’incontro degli studenti con le istituzioni e il dibattito con le autorità c’è stato ampio spazio per l’arte, la musica e la ceramica. Ospiti d’eccezione Gavino Sanna che ha ringraziato la città “per aver accettato le mie fantasie positive in un mondo cattivo e inaccettabile” e l’opinionista televisiva Kety Caraffa che riferendosi agli scandali che hanno coinvolto lo star system ha invitato le donne a denunciare violenze e maltrattamenti perché “non c’è una scadenza per denunciare questi gesti”. Ma i veri protagonisti sono stati gli studenti che hanno animato il dibattito con interventi stimolanti e mai scontati. Dopo di loro spazio ai rappresentanti delle istituzioni civili e religiose (il Sindaco Lutzu, il Prefetto Guetta, il Questore Aliquò, l’Arcivescovo Sanna, l’ambasciatore dell’AICC Giuseppe Sanna e il Segretario della Confartigianato Marco Franceschi a rappresentare i ceramisti che hanno realizzato le scarpette rosse).

 

“Eleonora d’Arborea, con la Carta de Logu fu antesignana nella lotta contro i maltrattamenti di genere” ha detto l’Assessore Pupa Tarantini, che per prima, nei mesi scorsi ha lanciato l’iniziativa riuscendo a farle varcare i confini regionali grazie al coinvolgimento dell’AICC e delle città italiane della ceramica.

“Oggi – ha detto – raccogliamo il testimone che ci ha lasciato la storia, perché sono più numerose le donne in difficoltà fuori dalle porte delle istituzioni che da quelle degli ospedali. Tutti dobbiamo dare un contributo”.

“L’esempio deve partire dagli uomini – ha aggiunto il Sindaco Lutzu -. Noi per primi dobbiamo essere portatori di un pensiero positivo in una battaglia di civiltà, partendo dai nostri figli che a loro volta sapranno interpretarlo e renderlo vivo con i loro compagni per un futuro migliore”.

 

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