Golfo di Cagliari: cittadini in azione contro le reti fantasma, nasce il progetto “Fishing for the Planet”

L'iniziativa prevede la raccolta delle segnalazioni da parte di sportivi, amanti delle attività in acqua e normali cittadini che quest'estate si imbatteranno in reti da pesca impigliate nei fondali o fluttuanti durante le loro esplorazioni subacquee. Dopo le verifiche del caso, le reti saranno rimosse da un team tecnico specializzato

Rete da pesca abbandonata in un fondale

Questa estate chi si imbatte in una rete da pesca abbandonata in mare nel Golfo di Cagliari potrà segnalarla e contribuire alla sua rimozione con “Fishing for the Planet”.

L’iniziativa della associazione sportiva dilettantistica Blue Life Scuola Apnea Sardegna è iniziata da qualche settimana e si svolgerà per tutta l’estate, fino al 30 settembre 2024. 

Il progetto prevede la raccolta delle segnalazioni da parte di sportivi, amanti delle attività in acqua e – più in generale – normali cittadini che quest’estate si imbatteranno in reti da pesca impigliate nei fondali o fluttuanti durante le loro esplorazioni subacquee.

“Il progetto nasce dall’amore e dal rispetto per il mare di tutti coloro che – come noi – lo vivono grazie agli sport acquatici: dallo snorkeling all’apnea, passando per la pesca sportiva – spiega Simone Mingoia, referente del progetto e presidente della ASD Blue Life Scuola Apnea Sardegna – rispettare e tenere il mare pulito e produttivo è l’unico modo che abbiamo per poterne godere anche in futuro. Queste reti sono una minaccia e questa estate potete tutti segnalarle, sempre senza avvicinarsi troppo o toccarle, e partecipare alla loro rimozione”.

Intanto è stato attivato un form che richiede alcuni dati fondamentali come le coordinate gps e qualche foto o video (opzionale): una mappa del Golfo di Cagliari sta iniziando a popolarsi di avvistamenti di reti fantasma, che verranno poi verificate dal team Blue Life e, successivamente, rimosse verso fine settembre con un team tecnico specializzato. “Gli avvistatori di reti fantasma verranno omaggiati da qualche gadget offerto dai nostri sponsor e da un riconoscimento dall’associazione”, aggiunge Mingoia.

“Queste reti innescano una reazione a catena, una volta abbandonate (o perse), viaggiano nei mari e continuano a pescare, in modo indiscriminato, pesci, fauna e avifauna marina, tra queste anche molte delle specie protette che popolano il nostro mare, a loro volta attratte dalle prede che sono rimaste impigliate”, spiega Alessandro Cau, ricercatore in Ecologia Marina all’Università di Cagliari. Cau aggiunge: “rimuovere queste reti non è semplice e richiede un lavoro in sinergia con i cittadini, le forze dell’ordine preposte al controllo del mare e gli enti di ricerca che possono fornire le linee guida per la rimozione sicura delle attrezzature”.

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