Natale a Cagliari: i presepi più belli all’insegna della storia e della tradizione

Presepe della G.I.O.C. Cagliari. ? Raffaella Piras

Il periodo più atteso e magico dell’anno è arrivato. Nonostante la pandemia di Covid-19 continui a dilagare imperterrita, tra campagne vaccinali e nuove varianti, nessuno vuole rinunciare a festeggiare il Natale. Dicembre ha portato con sé le tradizioni e l’atmosfera incantata di sempre, panettoni, regali, luci, addobbi, alberi di Natale e l’immancabile presepe che continua a resistere e ad essere l’usanza più diffusa e carica di storia e significato, non solo in Italia ma in tutti i Paesi cattolici del mondo.

Il presepe, o presepio, che rappresenta la Natività, la nascita di Gesù descritta nei Vangeli di Luca e Matteo, fu fondato, così come lo conosciamo ancora oggi, da San Francesco d’Assisi. Il frate, dopo un viaggio in Palestina avvenuto nel 1220, restando colpito dalla visita a Betlemme, ebbe il desiderio di far rivivere la Natività a Greccio, nel Lazio, cittadina che gli sembrava molto simile a quella palestinese. Così, nella notte di Natale del 1223, San Francesco rappresentò la nascita del Bambinello attraverso personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili. 

Anche a Cagliari, i primi a portare la raffigurazione della Natività, chiamata in lingua sarda “Su Nascimentu”, furono i frati francescani. La Chiesa di Santa Maria de Portu Gruttis, poi intitolata a San Bardilio, che sorgeva ai piedi del Colle di Bonaria e oggi distrutta, era stata affidata, nel 1220 a Frate Giovanni, appartenente proprio all’ordine di San Francesco, e qui fu ritrovato, tra le suppellettili, anche un presepio. 

Ma ancora oggi nel capoluogo sardo è possibile ammirare diversi presepi divenuti ormai storici.

Anche se chiuso questo e lo scorso Natale a causa della situazione pandemica, il più conosciuto e venerato in città da grandi e piccini resta certamente il Presepe di Sant’Ignazio. Fin dal 1948 infatti, nella Chiesa di Sant’Antonio da Padova, conosciuta da tutti come Chiesa di Sant’Ignazio, perché qui visse e morì nel Settecento Fra’ Ignazio da Laconi, viene allestito, in una saletta raggiungibile varcando il cancello del cortile del Convento dei Cappuccini, un presepe animato formato da statuine di gesso abilmente decorate e che funzionano meccanicamente. Nel buio della sala, con un’atmosfera caratterizzata da un alone di mistero e magia, la voce registrata di Fra’ Lorenzo Pinna, che curò questo presepe fino al 2016, anno della sua morte, specificando che fu proprio San Francesco d’Assisi a rappresentare la Natività nel 1223, narra il miracolo di Natale avvenuto a Betlemme, con i pastori che osservano Giuseppe, Maria e Gesù Bambino appena venuto al mondo, fino alla visita dei Re Magi che arrivano a portare i loro doni.

L’assenza del Presepe di Fra’ Ignazio sarà tuttavia colmata quest’anno da un grande ritorno dal passato, il Presepe della G.I.O.C., negli anni ’60 tappa obbligata nelle settimane del Natale cagliaritano proprio in sana competizione con il capolavoro meccanico dei frati cappuccini.

Nel 1944, appena terminata la guerra, gli insegnanti Giuseppe Schirra, Enzo Meloni e il sig. Antonio D’Angelo fondarono l’Associazione G.I.O.C. (Gioventù Italiana Operaia Cattolica) Sacro Cuore, che aveva sede nell’ex Chiesa di Santa Restituta, nel quartiere di Stampace. I giovani del quartiere aderenti all’Associazione realizzarono, a partire dal 1956, un presepio artistico con la riproduzione delle varie zone ed elementi caratteristici della Sardegna come i nuraghi, le case campidanesi, i pastori barbaricini, i suonatori delle launeddas e le donne impegnate nelle varie attività domestiche, nel commercio e nel tradizionale ballo sardo. Il fulcro di questo presepe era però la processione di Sant’Efisio con i carri decorati, le cosiddette “traccas”, la sfilata dei tradizionali costumi sardi, le milizie sarde a cavallo e l’Arciconfraternita di Sant’Efisio. Si trattava di quasi 200 personaggi, riprodotti fedelmente, che accompagnavano il Santo verso la grotta nuraghe della Natività, rappresentando così l’omaggio del popolo sardo a Gesù Bambino. Un’opera così eccezionale che ben 60 anni fa, nel 1961, vinse il primo premio ad una rassegna internazionale di presepi, il concorso “Angelicum” di Milano.

Quest’anno, a seguito dello scioglimento della G.I.O.C., questo grande patrimonio, per anni mal conservato, è stato donato all’Arciconfraternita del Gonfalone la quale, dopo un’importante opera di restauro, ha deciso di esporlo, sia pur in scala ridotta, nella Chiesa di Sant’Efisio, a Stampace. Tutti i fedeli possono ammirare per l’intero periodo delle Festività questo suggestivo allestimento proprio all’interno della Chiesa, il lunedì dalle ore 18:00 alle 20:00, il mercoledì, il venerdì e la domenica dalle ore 9:00 alle 12:00.

Infine, per arricchire ulteriormente la tradizione presepistica cagliaritana, all’interno della Passeggiata Coperta del Bastione di Saint Remy, è in corso, fino al 9 gennaio 2022, una mostra dal titolo “Il fascino del mistero e l’incanto dell’infinito”, patrocinata e fortemente voluta dal Comune di Cagliari. L’esposizione, tra opere sacre, sculture e disegni ispirati a racconti evangelici, include 12 diorami evangelici che raffigurano dei presepi in scala ridotta e un video di Francesco Casudel 2004, intitolato “Filando stupore nel cielo”, che rappresenta una rilettura multimediale dei presepi secondo la poetica di Maria Lai. L’organizzazione è stata curata dall’Associazione culturale “Orientare” con la preziosa collaborazione di Massimiliano Tuveri e Cinzia Collu, i quali auspicano che questa sia solo una prima edizione e che ci sarà una continuazione nei prossimi anni.

La rassegna è visitabile dal martedì alla domenica dalle ore 10:00 alle 17:00. Per informazioni sui biglietti consultare il sito beniculturalicagliari.it.

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