Al Commissariato di polizia di Quartu Sant’Elena inaugurata una “stanza di ascolto per le vittime vulnerabili”

📷 Engin Akyurt | Pixabay

Donne, minori e anziani possono facilmente essere vittime di violenze sessuali, domestiche, psicologiche. Si tratta di individui che necessitano di particolari forme di tutela, proprio per questo vengono definite “vittime vulnerabili”.

Vittime che spesso non hanno la forza o la possibilità di fuggire da quelle violenze, che devono fare i conti ogni giorno con un fardello molto difficile da raccontare e denunciare. Tuttavia, un luogo sicuro, protetto, accogliente, caratterizzato dalla privacy, con personale preparato per fronteggiare simili situazioni dando tutto il supporto necessario, può essere il posto ideale per infondere a queste persone il coraggio di presentarsi e chiedere finalmente aiuto. Esistono delle stanze speciali deputate allo svolgimento di questa funzione, le “stanze dell’ascolto per le vittime vulnerabili”.

Già diffuse in altre parti d’Italia, all’interno degli uffici pubblici, queste stanze dell’ascolto iniziano ad essere presenti anche in Sardegna. È infatti proprio di questi giorni la notizia dell’inaugurazione da parte del Questore di Cagliari, Pierluigi D’Angelo, di una stanza dell’ascolto all’interno del Commissariato della Polizia di Stato di Quartu Sant’Elena.

Non un luogo freddo dove le vittime di violenza sono costrette a rendere la propria testimonianza a degli operatori che devono registrare dolorose dichiarazioni e ricostruzioni dei fatti da fornire poi ai magistrati come possibili prove per un eventuale processo, ma un ambiente tranquillo, silenzioso dove si evita di usare il telefono e far entrare altre persone. Un luogo dove il tempo non conta, in cui la vittima può sedersi comodamente su un divano ed essere ascoltata pazientemente da un poliziotto, pronto a raccogliere quell’importante richiesta di aiuto, dedicandogli tutto il tempo necessario.

Foto kalhh | Pixabay

Anche la cura della stanza è un elemento importantissimo. Per questo motivo i poliziotti del Commissariato si sono impegnati per allestire al meglio la stanza dell’ascolto. La stanza inoltre è stata resa ancora più calda e accogliente grazie ai tantissimi fiori e piante gentilmente donati da alcuni dei commercianti fiorai di Quartu Sant’Elena proprio in occasione della giornata di inaugurazione. Ma il contributo più importante è stato dato da una donna vittima di violenze che il 3 ottobre scorso, dopo tre anni di persecuzioni, ha trovato il coraggio di denunciare e far arrestare in flagranza di reato il suo aguzzino proprio dagli agenti del Commissariato di Quartu. Si trattava di un quarantenne con cui la donna non aveva mai intrapreso nessuna relazione ma che era ossessionato da lei a tal punto da tatuarsi il suo nome sul braccio, pedinarla e minacciarla di morte. È stato proprio in occasione della denuncia che la donna è venuta a conoscenza dell’imminente realizzazione di una stanza per le vittime vulnerabili all’interno del Commissariato e ha così deciso di contribuire al suo allestimento acquistando e regalando gran parte dell’arredamento.

Grande soddisfazione per questo importante passo in avanti nella lotta contro le varie forme di violenza è stata espressa dal Questore D’Angelo che, proprio in occasione dell’inaugurazione, ha dichiarato: “Con questo generoso gesto siamo grati alla signora, non solo per aver dato un fattivo contributo alla realizzazione di questo spazio di ascolto, ma per rappresentare l’ennesimo esempio di coraggio, finalizzato a dare sostegno e supporto a tutte quelle donne che ancora vivono nel sommerso la propria condizione di vittima. La Polizia di Stato è da sempre impegnata nel promuovere iniziative che contribuiscano ad affermare un’autentica parità di genere, contro stereotipi e pregiudizi. Tra queste, la realizzazione di un ambiente come quello che abbiamo inaugurato, protetto, accogliente e tranquillo, evita certamente il rischio di vittimizzazione secondaria, con la conseguente esposizione della vittima ad altre sofferenze. Qui tutte le vittime vulnerabili troveranno poliziotti capaci di ascoltarle, pronti a credere e a non giudicare né loro né ciò che raccontano”.

Una nuova opportunità dunque, dove coraggio, accoglienza, umanità, professionalità e senso di giustizia si concentrano in un’unica stanza da cui le vittime di violenze, una volta uscite, potranno forse iniziare una nuova vita.

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