Il Rafel di Alghero cambia volto e diventa green oriented

Iniziano i lavori nella storica attività sul lido, via i muri in cemento a favore di materiali green

Rafel a fine degli anni ‘70

Rafel a fine degli anni ‘70

Alghero. Il Rafel sarà sempre il Rafel. Cambiano i proprietari dell’attività ma non il nome. Un nome che è entrato nel cuore degli algheresi e dei visitatori della Riviera del Corallo, tanto che quella parte del lido di Alghero ormai è conosciuta dai più con il nome dell’attività e non con il toponimo storico di Cuguttu.

E non poteva essere diversamente per il ristorante iconico della Porta d’Oro del turismo in Sardegna, gestito abilmente per 40 anni dalla famiglia Stagnaro. Una storia fatta anche di ospiti di fama da Marcello Mastroianni a Nilde Iotti. Da qualche mese Antonello, Vincenzo, Eliana Stagnaro e Mamma Rina hannoceduto l’attività ad un gruppo di giovani imprenditori algheresi.

A parlare per loro è l’amministratore Andrea Pinna: «siamo orgogliosi di ricevere il testimone di un marchio storico della ristorazione balenare di Alghero e la scelta di mantenere il nome è il simbolo del rispetto che abbiamo per il glorioso passato e la tradizione del luogo. A queste solide radici affianchiamo il nostro know-how ormai riconosciuto e apprezzato

Perché Pinna e soci sono professionisti algheresi e affermati, esponenti di quella generazione around 35 che con passione, esperienza e dedizione sta cambiando il panorama della ristorazione nella Riviera del Corallo.

A proposito di professionisti locali e di eccellenza, la progettazione della nuova struttura è affidata all’ArTek Studio di Sergio Murgia, ingegnere algherese specializzato in lavori nei quali l’acqua è un concept fondamentale.

Ed ecco che arriva la rivoluzione ambientale: la storica costruzione in cemento lascia spazio ad una nuova più compatibile con il contesto in cui insiste, sparisce il muro perimetrale che nega la visuale del paesaggio, viene restituita la vista del mare e della rada direttamente dalla strada e, infine, il sistema sabbioso viene liberato dall’ostruzione del calcestruzzo perché la nuova pedana è rialzata rispetto alla superficie dell’arenile e non poggia più direttamente sulla spiaggia.

La seconda vita del Rafel è fortemente green oriented come si intuisce dalle parole del progettista l’ing. Murgia: «ho pensato ad una struttura che fluttuasse sulla sabbia, l’accarezzasse lasciandole il suo spazio di vita. Una struttura realizzata, in virtù di una nuova visione di architettura sostenibile e circolare, per il 70% di materiali riciclabili e riutilizzabili. Il calcestruzzo è eliminato, limitato alla compartecipazione in maniera minima ed essenziale per le sole opere di fondazione, con una riduzione rispetto all’esistente dell’85% circa. Il concept progettuale cerca, con l’utilizzo eterogeneo dei materiali, una continua relazione e rinvio ad elementi naturali: è stato come immaginare di raccogliere dopo una forte mareggiata le risulte donate dal mare ed assemblarle tra di loro.»

Non tutte le ruspe in spiaggia vengono per nuocere, anzi. In questo caso dopo il loro passaggio il lido di Alghero avrà finalmente una struttura eco-friendly, in cui il rispetto per l’ambiente è fondamentale come dimostra il sostegno alla pratica edilizia da parte di tutti gli enti di vigilanza ambientale e paesaggistiche. Un complesso iter autorizzativo con un endoprocedimento in cui si sono espressi ben 20 uffici e soggetti competenti.

La pandemia non ha fermato l’impegno di questo gruppo di giovani imprenditori amanti della ristorazione di qualità e decisi a dare una seconda vita ad un’attività storica della Riviera del Corallo e a farlo in maniera più ecologica possibile.

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