Prodotti alimentari sardi e dieta mediterranea, connubio vincente anche d’estate

Secondo il rapporto di Confartigianato Sardegna, l'Isola registra il più alto numero nazionale di operatori agroalimentari certificati DOP, IGP e STG

Formaggi e salumi sardi. 📷 Depositphotos

Formaggi e salumi sardi. 📷 Depositphotos

Dieta mediterranea e prodotti alimentari artigiani sono un connubio inscindibile anche in estate. Durante i mesi delle vacanze, infatti, il legame si rafforza per far bene alla salute e linea di sardi e italiani e all’economia del settore. Soprattutto grazie ai prodotti agroalimentari certificati STG, DOP, IGP e Tradizionali, gli italiani sono tra i più in forma al mondo. Il merito è anche di un’alimentazione in cui prevalgono qualità e genuinità dei prodotti artigiani, caratteristiche molto apprezzate da tutti anche nei consumi tipici estivi.

Secondo una recente rilevazione nazionale di Confartigianato, la quota di obesi nel nostro Paese è pari al 9,8% della popolazione adulta, una percentuale che ci assegna il record dei più snelli tra i 7 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e il terzo posto tra gli Stati dell’Ocse (dopo Giappone e Corea del Sud) dove il tasso medio di obesità è del 19,5%.

L’alimentazione italiana in estate fa bene alla linea ma anche all’economia e all’occupazione. A custodire i segreti del gusto Made in Italy, garantendo la qualità e la varietà del nostro cibo sempre più apprezzato da italiani e turisti stranieri, sono i produttori artigiani. Tra pizze, birre, gelati. carni, pesce, street food, olio d’oliva e pasta, le famiglie italiane spendono oltre dieci miliardi di euro l’anno.

L’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna ha calcolato che nell’Isola per soddisfare la domanda di gelati, birre, pizza, street food, olio si muove un esercito di 2.942 imprese artigiane attive, il 10,7% del totale dell’artigianato sardo con 10.183 addetti. Grazie a questi numeri l’Isola si classifica al primo posto tra tutte le regioni italiane per l’elevato peso degli addetti del settore alimentari, bevande e ristorazione sul totale economia (3,3% contro l’1,5% nazionale). In tutta Italia sono 60mila, con 120mila addetti.

Inoltre, tra le prime 5 province, sempre a livello nazionale, per la più alta incidenza degli addetti nei settori in esame sul totale economia, figurano Nuoro (5,8%), al primo posto, e il Sud Sardegna (4,4%), al terzo.

Tra le produzioni artigiane più importanti ci sono panetterie e laboratori che producono dolci, biscotti, prodotti secchi da forno, prodotti di pasticceria conservati, snack dolci o salati e possono anche effettuare vendita diretta al pubblico, pasticcerie e gelaterie che producono prodotti freschi (negli ultimi anni presidi di artigianato ed innovazione alimentare grazie a grandi lievitati diversi da quelli solitamente offerti dal sistema industriale più massificato) e offrono anche servizi di ristorazione tramite la vendita diretta al pubblico (anche ambulante), bar che alla somministrazione diretta stanno affiancando sempre più la vendita di prodotti artigianali, pastifici che producono paste alimentari fresche e secche (anche farcite, in scatola o surgelate) ma anche cuscus e gnocchi, salumifici e norcinerie che producono carne essiccata, salata o affumicata e salumi.

E ancora le imprese delle filiera lattiero-casearia, imprese che producono tè, caffè, cacao, cioccolato, caramelle, confetti, condimenti e spezie, imprese chdoce producono vini, distillati, birre, queste ultime in forte ascesa negli ultimi anni grazie soprattutto a microbirrifici. Da non dimenticare poi rosticcerie, friggitorie, pizzerie, pizzerie a taglio, birrerie, pub, enoteche, catering, banqueting, banchi del mercato che preparano cibo per il consumo immediato, venditori di street food, attività di recente e crescente fortuna, ed esercizi che fanno solo take-away.

Secondo il rapporto di Confartigianato Sardegna, che ha analizzato i più recenti dati ISTAT, la Sardegna ha registrato il più alto numero nazionale di operatori agroalimentari certificati DOP, IGP e STG: ben 15.440, il 19% del totale italiano. Parliamo in primis di produttori primari ovvero vivai, aziende agricole, aziende zootecniche che conferiscono le proprie le materie prime alle migliaia di piccole imprese, soprattutto artigiane, come pastifici, risifici, molini, oleifici, caseifici, conserve e marmellate, mielifici, trasformatori di prodotti sott’olio e verdure confezionate, pasti pronti, cantine, birrifici, salumifici che, a loro volta, le trasformano in prodotti d’eccellenza a certificazione europea.

Il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ricorda come siano 8 i prodotti alimentari sardi di qualità riconosciuti dall’Unione europea mediante i marchi DOC (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG: Agnello di Sardegna, Carciofo Spinoso di Sardegna, Culurgionis d’Ogliastra, Fiore Sardo, Pecorino Romano, Pecorino Sardo, Olio di Sardegna e Zafferano di Sardegna.

La ricchezza del territorio sardo si declina anche in ben 243 prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo: 85 paste fresche e panetteria, 63 prodotti vegetali, 21 formaggi, 20 prodotti di origine animale, 18 carni, 15 pesci e molluschi, 12 prodotti della gastronomia, 7 bevande e distillati, 1 grassi e 1 condimenti.

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