Anche in Sardegna esplode la “padel mania”

? Adobe Stock | David Prado

Stadi, palestre, piscine, il cuore dello sport è stato profondamente colpito in questo lungo e difficile periodo. Eppure esiste una disciplina sportiva che, complice l’attuale situazione pandemica, non solo ha resistito ma ha conosciuto un notevole sviluppo: il padel.

Una disciplina accessibile a tutti, per la quale non serve una particolare tecnica, uno sport di derivazione tennistica apprezzatissimo proprio perché dal tennis ha ereditato gli aspetti più divertenti, oltre le regole di gioco. Il padel prevede un campo di forma rettangolare, lungo 20 m e largo 10 m, chiuso da quattro pareti e diviso a metà da una rete. La partita, che è suddivisa in tre set, si disputa, di solito, tra due coppie di giocatori. Si gioca con una racchetta che ha un piatto rigido e che consente di effettuare scambi con una pallina che esternamente sembra identica a quella del gioco del tennis, ma che in realtà è depressurizzata, cioè possiede una pressione interna inferiore che permette un maggior controllo dei colpi e il rimbalzo sulle pareti. Ciò fa sì che non ci sia bisogno di raccogliere la pallina e che si presentino situazioni imprevedibili, proprio questo è il bello del padel.

Nonostante in Italia si parli del padel solo da qualche anno, questo sport ha una lunga storia cominciata dall’altra parte del mondo. Era il 1969 quando, ad Acapulco, una cittadina balneare del Messico, il magnate Enrique Corcuera, decise di far costruire un campo da tennis nel giardino della sua villa al mare. Tuttavia, l’area dove doveva nascere il campo presentava un muro che rendeva impossibile realizzarlo delle dimensioni adatte per il tennis. Don Enrique ebbe allora l’idea di far costruire un campo di dimensioni più piccole, circondato lateralmente da muri e reti metalliche su cui far rimbalzare la pallina che i giocatori avrebbero dovuto colpire con delle racchette in legno bucherellato, in modo che fosse sempre in movimento e rigiocabile. Nacque così il padel che, dopo pochi anni, si diffuse anche in Spagna e in Argentina, diventando, nei paesi latini, il secondo sport nazionale.

In Italia la svolta arrivò nel 1991. L’italo-argentino Edoardo Coaduro, che vive vicino alle colline di Vicenza, a Costabissara, e che proprio qui, nel circolo di tennis, volle costruire il primo campo italiano di Padel, chiese all’ex tennista argentino Martin Alejandro Calvelo, convertitosi al padel, di mettere a disposizione la sua esperienza. Da quel momento il padel, anno dopo anno, ha abbandonato l’etichetta di sport di nicchia, diventando sempre più popolare.

Vari atleti, ex campioni e attuali campioni di calcio, dal compianto Maradona a Francesco Totti e Ibrahimovic, si sono appassionati a questo sport che ha finito per coinvolgere persone di ogni età. Nel 2021 si contano più di 830 strutture dedicate al padel e oltre 1860 campi, di cui 500 indoor. I centri sportivi prendono prenotazioni a una settimana di distanza vista l’enorme quantità di richieste.

Tra le Regioni che registrano maggiormente questi numeri spicca la Sardegna, protagonista nel settembre 2020 della prima e unica tappa italiana del World Padel Tour che si è svolta a Cagliari col “Sardegna Open”, dove si è registrato il sold out, con 376 posti, ovviamente distanziati, e che ora si prepara per la seconda edizione dal 5 al 12 settembre 2021.

Il primo campo di padel è nato nel 2015 ad Olbia, al Molo Brin, ed è stato poi trasferito al Geovillage. A Cagliari il primo campo è stato inaugurato nel 2018 al TC Cagliari, a cui poi è seguito un campo al Forte Village di Pula. Diversi campi sono stati allestiti anche alla Ferrini e all’ex Ossigeno-CS Belly, grazie alla scommessa di un gruppo di imprenditori che hanno dato vita al club “Ferrini Cagliari Padel”.

Dell’amatorialità di questo gioco non poteva non farsene promotore l’MSP Italia, ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni, come racconta il presidente dell’MSP Sardegna, Alberto Borsetti: “L’MSP Italia è stato il primo, nel gennaio 2020, ad organizzare corsi di primo livello per istruttori di padel e ultimamente sono cominciati anche i corsi di secondo livello. Abbiamo organizzato tornei amatoriali MSP a Sassari e a Cagliari, inoltre ci sarà una Coppa Italia a settembre. Teniamo anche lezioni di padel, sono molto richieste. Un merito del padel è quello di aver avvicinato allo sport persone di ogni età, dal ragazzino ad intere famiglie e si registra una forte presenza femminile. Il futuro del padel sarà roseo”.

La novità del 2021 è il centro sportivo Santa Lucia Padel, inaugurato a dicembre a Cagliari, in via Crespellani, affiliato all’MSP Sardegna: “Abbiamo tre campi, di cui uno singolo, lungo 20 m e largo 6 m, dove è possibile giocare uno contro uno, – spiega il responsabile tecnico del club, Gianluca Borsetti – è l’unico in Sardegna ed è sempre prenotato dalle 8 del mattino alle 21 di sera. Si tratta di una novità che è piaciuta tantissimo, anche perché due giocatori si trovano più facilmente di quattro. Presto apriremo altri quattro campi, di cui altri due singoli”.

Dopo una simile ascesa restano ormai pochi dubbi che il padel si appresti a diventare lo sport del terzo millennio e il secondo più praticato a livello nazionale, dopo il calcio. Un probabile futuro olimpico è dunque all’orizzonte.

Exit mobile version