“Dalla parte del mare”: un viaggio tra storia, paesaggi e musica lungo la costa sarda

Il documentario di Massimo Gasole e Marco Cadinu sarà presentato anteprima il 29 luglio al BISUS Film Fest di Teulada, un'emozionante immersione nella cultura e nell'anima della Sardegna marittima

Dalla parte del mare

Si prepara a prendere il largo “Dalla parte del mare”, il nuovo documentario diretto dal filmmaker cagliaritano Massimo Gasole, scritto in collaborazione con Marco Cadinu, docente universitario di Storia dell’architettura presso la facoltà di Cagliari e prodotto dalla Sky Survey System di Alberto Masala e Giuseppe Cosseddu per la Ragione Sardegna, con il sostegno di Ceramica Mediterranea e dell’Associazione Storia della Città.

Il viaggio comincia al Porto Nuovo di Teulada il 29 luglio con la proiezione in anteprima durante la quarta edizione di BISUS Film Fest, la manifestazione di cinema d’autore organizzata da Zenit APS. Due giornate di cinema dedicate al tema del mare e del viaggio si svilupperanno nelle location dei Giardini della Casa Baronale e del Porto Nuovo. Ad accompagnarle, come sempre, musica, laboratori e incontri con gli autori.

Attraverso la costa, lunghissima linea che, come una pelle, riveste la terra, sono filtrate relazioni e civiltà, opportunità e pericoli. Ogni epoca ha lasciato in Sardegna i suoi segni, racconti del suo tempo. Davanti alle foci dei fiumi, nelle montagne sui mari, sulle spiagge, si sono stratificati gli scenari della vita con opere che hanno modellato le forme della natura per ospitare i porti, le architetture delle città, le torri, i fari, le chiese e le tonnare.

«Dalla parte del Marespiega Cadinuè un viaggio di osservazione, per ritrovare i segni dell’immensa carica narrativa della terra vista dal mare. Un punto di vista unico, molto praticato nella storia, dotato di propri codici estetici e “sintattici”. Un progetto nato dall’esigenza di riscoprire il rapporto dei sardi con il mare, la loro storia di navigatori e tramandare le gesta dei capitani arrivati da terre lontane».

Il documentario racconta il periplo della Sardegna a bordo di Vagabonda, una barca a vela che l’armatrice romana Paola Teti (compagna di viaggio nel film del professor Cadinu) ha scelto da 27 anni come casa. Un road movie dove la strada è il mare. Non un documentario di finzione, ma un film che restituisce il vero dei fatti e delle conversazioni che accadono nel corso del viaggio, con l’attenzione e la cura di una fotografia cinematografica.

Le tematiche del film si sviluppano durante la navigazione attraverso le conversazioni tra gli stessi compagni di viaggio e i passeggeri incontrati lungo la rotta. Architettura costiera, orientamento nautico, il paesaggio e le storie legate alle sue forme e ai nomi di cale e insenature… Spunti per prospettive future di slancio e partecipazione attiva nei rapporti con un ambiente ricco di risorse utili alla crescita economica, sociale e individuale.

Quattordici giorni di navigazione raccontati in 73 minuti, attraverso la forma classica del diario di bordo con un ritmo narrativo che segue il tempo imposto dal viaggio e dalle dinamiche tra i protagonisti che il navigare per mare accende e alle quali non puoi fare altro che abbandonarti lasciandoti trasportare dal vento e dalla sua totale assenza che ha la stessa forza compositiva delle pause nella musica.

Si parte dalla costa est, alla fonda dell’isola di Tavolara affidando l’introduzione alla saggezza del “Re” Antonio Bertoleoni, storico abitante dell’isola, per poi proseguire in senso antiorario passando per l’arcipelago della Maddalena, tra le antiche fortezze militari di Punta Rossa nell’isola di Caprera andando avanti guidati dalla roccia dell’Orso a indicare la via.

E ancora, con il vento in poppa e le vele a farfalla, Vagabonda attraversa il golfo dell’Asinara con le sue calette nascoste, come cala Tinnari raggiungibile solo a piedi o per mare, facendo sosta nel borgo medievale di Castelsardo visibile nel suo reale incantevole prospetto solo dal mare.

Si naviga di notte, ci si immerge nei fondali di Capocaccia, Alghero, senza mai mettere piede a terra eccetto nel caso di Bosa, dove a bordo del gozzo di un pescatore locale, Paola e Marco navigano un tratto del fiume Temo alla scoperta della chiesa di San Pietro di Bosa – Extra Muros, come a voler celebrare il matrimonio tra la terra e il mare. Si discute, ci si scambiano opinioni, si mettono in circolo idee ma ci si ferma anche a osservare dentro e fuori se stessi, dedicando uno sguardo attento al paesaggio, ai suoi colori, ai suoi profili, attraversando tutta la costa sud e risalendo infine quella est.

Un ruolo importante nel film è affidato alla musica, generi vari per nulla didascalici e scontati. Il blues, il soul, la samba di “Vida Livre”, pezzo tratto dal recentissimo album “A Corda” dell’artista brasiliana Carol Mello, residente da alcuni anni in Sardegna. E trova spazio a bordo di Vagabonda anche la musica suonata dal vivo dal cantautore Matteo Leone, originario della Cussorgia, unica frazione del comune di Calasetta, nell’isola di Sant’Antioco. Anche lui in attivo con un album appena uscito dal titolo “Raixe”, nel film oltre che passeggero per un tratto di navigazione, anche autore di alcuni brani in lingua tabarchina scritti ad hoc per il film, come la ballata “Corsari” dal sapore delle antiche Sea Shanties marinaresche e barcarole, canzoni di lavoro, amori e avventure dei marinai dei grandi vascelli.

Dalla parte del mare è dunque un racconto di esplorazione e osservazione del paesaggio costiero, della sua veste di bellezza culturale, naturalistica e storica, ma anche un film che parla di navigazione, dell’importanza e dei benefici del viaggiare per mare a bordo di una barca a vela. Attraverso un percorso culturale, modulato tramite la riscoperta dei tanti significati che la linea tra mare e terra racchiude, si contribuisce alla formazione di una nuova piattaforma su cui impiantare azioni di valorizzazione e diffusione di un’immagine unica e rara come quella della Sardegna.

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