Il trentottesimo Premio “Giuseppe Dessì” ha espresso i suoi verdetti: Ermanno Cavazzoni con il romanzo “Il gran bugiardo” (La nave di Teseo) è il vincitore della sezione Narrativa, mentre a Enrico Testa con “L’erba di nessuno” (Einaudi) va l’alloro per la sezione Poesia.
I vincitori delle due categorie del premio letterario intitolato allo scrittore di “Paese d’ombre” sono stati proclamati e premiati ieri sera a Villacidro, la cittadina del Sud Sardegna dove Giuseppe Dessì aveva le sue radici.
Insieme a loro hanno partecipato alla cerimonia di premiazione, condotta da Neri Marcorè, gli altri finalisti del premio letterario: Paolo Febbraro e Umberto Fiori per la sezione Poesia, Silvia Ballestra e Gennaro Serio, per la Narrativa.
Nella serata, aperta da un breve video in ricordo della scrittrice Michela Murgia, vincitrice del Premio Dessì nel 2009, e scandita dagli intermezzi musicali del chitarrista Marino De Rosas, è stato conferito anche il Premio Speciale della Giuria a Elena Cattaneo, tra i più noti farmacologi e biologi italiani, e Senatrice a vita dal 2013. La direttrice del laboratorio di biologia delle cellule staminali e farmacologia delle malattie neurodegenerative del dipartimento di bioscienze dell’Università Statale di Milano, nota per per le sue ricerche sulle cellule staminali e i suoi studi sulla malattia di Huntington, ha voluto devolvere i cinquemila euro del riconoscimento alla Factor-h, un’organizzazione no-profit dedicata alla cura e assistenza delle persone dell’America Latina affette da questa patologia genetica neurodegenerativa.
È invece intervenuto alla cerimonia in collegamento video il giornalista Lucio Caracciolo, cui è andato quest’anno il Premio speciale della Fondazione di Sardegna, mentre è stata consegnata a Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia Giornaliste Sardegna, la targa per la menzione speciale della Fondazione “Giuseppe Dessì” al libro “Un giorno all’improvviso: I racconti delle donne al tempo del Covid”.
Ermanno Cavazzoni ed Enrico Testa si aggiudicano ciascuno un premio di cinquemila euro (millecinquecento euro, invece, agli altri finalisti), insieme al prestigioso riconoscimento di veder iscritto il proprio nome nell’albo d’oro del concorso letterario accanto a quelli dei vincitori delle trentasei edizioni precedenti.
«Tutti i libri di Ermanno Cavazzoni nascono in quel meraviglioso territorio che ha le sue regole nella grammatica della fantasia, nell’idea di una letteratura cioè che attinge al reale solo per farne una materia adatta a tradirlo o a trasgredirlo» recita la motivazione del Premio Speciale della Giuria andato allo scrittore e sceneggiatore emiliano, classe 1947. «E questo esercizio Cavazzoni l’ha svolto con arguzia e con originalità a partire dal primo romanzo, quel Poema dei lunatici che tanto piacque a Federico Fellini fino al punto da ricavarne il soggetto per il film La voce della luna. Fedele a tale poetica è anche questo nuovo libro, ispirato, come dice il titolo, alla figura di un bugiardo incallito, abile nel millantare mestieri e virtù, maestro di falsificazioni che di volta in volta assume la fisionomia di un barbone, di un medico, di un santo, di uno scrittore, di un direttore d’orchestra. (…) Per la coerenza con cui da sempre Cavazzoni porta avanti il progetto di una narrativa contromano che tuttavia vanta i suoi campioni in Ariosto, Zavattini, Loria, Delfini, Calvino, Celati, la giuria del Premio Giuseppe Dessì, all’unanimità, ha deciso di premiare Il gran bugiardo di Ermanno Cavazzoni».
«Poeta, saggista, storico della lingua, Enrico Testa è una delle voci più autorevoli e profonde della poesia italiana contemporanea» spiega la Giuria del concorso letterario nella motivazione del premio per la sezione Poesia: «Le poesie di Testa sono precise e affascinanti nella loro densità narrativa, chiarezza espressiva, concentrazione epigrammatica. Documentano un tenace e lucido attaccamento all’esistenza, il fermento sotterraneo di “un’instancabile vita” che resiste e reagisce alle tentazioni di un nichilistico disincanto esistenziale. (…) Con la raccolta L’erba di nessuno Testa prosegue un percorso di caparbia esplorazione e conoscenza poetica del mondo maturato in un trentennale lavoro di stile e di ricerca attraverso le sillogi In controtempo (1994), La sostituzione (2001), Ablativo (2013), Cairn (2018). (…) Nelle poesie di Testa le allusioni letterarie si affacciano con discrezione e cadenzata necessità. Si avverte il piacere di innestarsi in una tradizione di immagini, valori e significati illuminanti sia per l’autore sia per il lettore. Per queste ragioni il volume L’erba di nessuno è un testo quanto mai rappresentativo della precaria eppure coraggiosa coscienza contemporanea e la giuria ha deciso pertanto di assegnargli il premio Dessì 2023 per la poesia».
![Premio Dessì: Elena Cattaneo vincitice del Premio Speciale della Giuria. 📷 Franca e Fabio](https://www.shmag.it/wp-content/uploads/2023/11/Premio-Dessi-Elena-Cattaneo-vincitice-del-Premio-Speciale-della-Giuria.-Franca-e-Fabio.jpg)
«Nel mondo di oggi, che sembra dimentico dell’importanza della cultura ed è spesso propenso a seguire con leggerezza le facili mode, i pregiudizi, i luoghi comuni e le menzogne diffusi dalle fake news, la giuria del premio Dessì intende additare a modello il profilo di una studiosa, di una scienziata, che con grande rigore e generosità si è impegnata nel campo della scienza e della ricerca riuscendo a farne delle forze attive anche sul piano politico e sociale» è scritto nella motivazione del Premio Speciale della Giuria a Elena Cattaneo: «Responsabile di numerosi progetti nazionali e internazionali è tra i più noti farmacologi e biologi italiani. Già Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica dal 2006, nel 2013 è stata nominata socio dell’Accademia dei Lincei e nello stesso anno Senatrice a vita dal Presidente Napolitano. È nota per le ricerche sulle cellule staminali e per gli studi sulla malattia di Huntington, una patologia genetica neurodegenerativa sulla quale lavora da anni in stretto contatto con le popolazioni colpite con l’obiettivo di comprenderne la fisiopatologia, indagando il mutamento di un gene a lento processo evolutivo e proporre strategie farmacologiche, geniche, cellulari che ne rallentino il decorso o ne blocchino l’insorgenza».
Ma Elena Cattaneo è nota anche ai non specialisti «per le battaglie rigorose condotte sui delicati e dibattuti temi della bioetica, dei vaccini, della sperimentazione sugli animali…, per l’impegno profuso nella divulgazione scientifica tramite letture e incontri con gli studenti delle università e delle scuole superiori, guidata com’è dalla convinzione che la scienza debba e possa essere spiegata per dare ai cittadini e alla politica gli strumenti necessari per le scelte». Nel premiarla, la Giuria sottolinea, oltre all’eccellenza del suo percorso scientifico e all’importanza «che una voce femminile libera e impegnata può rappresentare per ragazzi ed adulti», anche alcuni risvolti umani: «il suo monito ai giovani perché non rinuncino ai loro sogni, il suo invito a ricordare che la parità di genere deve diventare una regola, che ogni vita è importante, che ogni lavoro onesto è fondamentale, che impegnarsi è un dovere, che studiare comporta il privilegio (oltre che l’onere) di sottoporre i propri pensieri alla verifica delle fonti e di risultati dimostrabili».
Considerato uno dei maggiori esperti italiani in geopolitica, autore di diversi saggi, tradotti e pubblicati all’estero, Lucio Caracciolo «nelle sue analisi guarda alla storia contemporanea anche da un punto di vista sociologico, giuridico, economico e diplomatico», si legge nella motivazione del Premio. «La rivista Limes da lui diretta si è ormai affermata come uno dei più autorevoli luoghi di riflessione geopolitica in Europa. (…) La Fondazione di Sardegna intende premiare Lucio Caracciolo come figura esemplare di giornalista indipendente per il valore inestimabile del suo lavoro di informazione giornalistica che sta compiendo ogni giorno attraverso Limes».
![Premio Dessì: Susi Ronchi per la menzione al libro "Un giorno all'improvviso".
📷 Franca e Fabio](https://www.shmag.it/wp-content/uploads/2023/11/Premio-Dessi-usi-Ronchi-per-la-menzione-al-libro-Un-giorno-allimprovviso.-Franca-e-Fabio.jpg)
Come recita la motivazione della menzione speciale della Fondazione “Giuseppe Dessì, il volume “Un giorno all’improvviso: I racconti delle donne al tempo del Covid”, curato da Giulia Giornaliste Sardegna, «raccoglie i racconti di sedici donne al tempo del Covid. Sedici donne che portano la loro testimonianza su come hanno gestito il lockdown nell’ambito dei loro singoli settori professionali, raccontando le ansie, le paure, le difficoltà a programmare il loro lavoro e quello di interi settori, per ricucire poi gli strappi e ripartire, mettendo a frutto l’esperienza acquisita». Nel libro, pubblicato con il contributo della Fondazione di Sardegna e dell’Università degli Studi di Cagliari e con il patrocinio dell’Università di Sassari, «le protagoniste hanno raccontato di sé e delle persone di cui erano responsabili, per le quali si sono date oltre al dovere professionale, restituendo l’idea di una società che si fa comunità, perché solo così, gli uni solidali con gli altri, nell’aiuto reciproco, si è potuto affrontare un virus che ha scombinato spazi, tempi, destini, progetti. Una testimonianza e un lavoro fondamentale, di valore sociale, da declinare in tutti gli aspetti della nostra società, dedicata alle donne sarde, protagoniste da non dimenticare nel racconto di un periodo drammatico della storia ancora poco indagato, cui la Fondazione Dessì attribuisce una menzione speciale in occasione della XXXVIII edizione del premio. Un riconoscimento anche in memoria della fotografa Daniela Zedda», scomparsa lo scorso maggio.