Continuità territoriale marittima, la proposta dell’Università di Cagliari ad un mese dalla scadenza della Convenzione in vigore

La Sardegna, pur essendo un’isola splendida circondata da uno dei mari più belli del mondo, non può non risentire dell’isolamento geografico dal resto della penisola italiana. Chi vi risiede e ha necessità di spostarsi in un’altra regione, non può semplicemente prendere la macchina come accade a chi vive nel resto d’Italia, ma è costretto a viaggiare con una nave o un aereo, con costi notevolmente maggiori.

L’Unione Europea, per garantire i servizi di trasporto ai cittadini che abitano in regioni disagiate della nazione a cui appartengono, ha previsto un importante strumento legislativo: la continuità territoriale. Ciascuno Stato può così fornire un servizio pubblico ai cittadini o alle regioni interessate, derogando ai principi di libero mercato e della libera concorrenza. 

In Italia il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva stipulato una convenzione per la continuità territoriale marittima dal 18 luglio 2012, per un periodo di otto anni, con la Compagnia Italiana di Navigazione S.p.A., l’azienda proprietaria della Tirrenia. Il contratto garantiva collegamenti marittimi con la Sardegna, la Sicilia e le Isole Tremiti ai cittadini italiani e per il trasporto merci. Di conseguenza, con un corrispettivo annuale di 72.685.642 euro, la Tirrenia era obbligata ad effettuare un determinato numero di corse all’anno garantendo una certa regolarità e tariffe massime prestabilite. 

Questo corrispettivo però non bastava a garantire la continuità territoriale per tutte queste linee. Così, grazie ad una negoziazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel 2014 è stata aggiunta alla convenzione una “clausola di salvaguardia”, che prevede la possibilità per la Tirrenia di intervenire e modificare i termini dell’accordo con lo Stato qualora le linee finanziate comportino una perdita maggiore del 3%.

La scadenza di questa convenzione, inizialmente prevista per il mese di luglio del 2020, è stata successivamente prorogata al 28 febbraio 2021. Di conseguenza, tra circa un mese i collegamenti da e per la Sardegna torneranno sul libero mercato

Grazie alla continuità territoriale in Sardegna è possibile godere di tariffe che hanno un prezzo fisso tutto l’anno, bagaglio compreso. Sulle navi e i traghetti in continuità territoriale possono viaggiare tutti, residenti e non residenti, però è previsto un prezzo scontato dei biglietti a favore dei residenti in Sardegna, dei nati in Sardegna, dei lavoratori dipendenti e dei loro familiari a carico che risiedono al di fuori della Regione. Agevolazioni che rischiano ben presto di venire meno.

È da un gruppo di ingegneri del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura dell‘Università degli Studi di Cagliari che arriva un’interessante proposta per un nuovo modello di continuità territoriale marittima. Si tratta di un modello misto grazie al quale le compagnie potrebbero garantire migliori condizioni di viaggio per gli utenti e un’offerta più vantaggiosa. Per i collegamenti che si trovano in libero mercato i residenti avrebbero un rimborso parziale sul prezzo dei biglietti, in modo che gli spostamenti nel corso dell’anno siano meno costosi e, di conseguenza, più accessibili. Per quanto riguarda, invece, le linee che fanno già parte della convenzione, sarebbe prevista l’imposizione degli OSP, gli obblighi di servizio pubblico, in modo da garantire i servizi minimi con tariffe agevolate tutto l’anno. 

Daniel Mark Vitiello, coordinatore tecnico analisi del progetto, spiega: “Il modello misto, simulato rispetto alle linee attualmente in convenzione e a quelle a libero mercato, richiederebbe una dotazione finanziaria compresa tra 58 e 99 milioni di euro per coprire tutte le linee attualmente presenti tra la Sardegna e il Continente”.

Il responsabile tecnico scientifico, il professor Gianfranco Fancello, precisa: “Abbiamo studiato un nuovo modello che include gli elementi di maggior rilievo precedentemente analizzati. Puntiamo a soddisfare le caratteristiche del sistema sardo strutturato in modo da garantire copertura su tutte le linee, servizio minimo garantito anche durante i periodi di minor domanda e prezzi calmierati per i residenti su tutte le linee e per tutto l’anno”. 

Continuare a garantire la continuità territoriale è dunque fondamentale, essa sembra rappresentare l’unica possibilità per dare attuazione al diritto alla mobilità, sancito dall’articolo 16 della Costituzione italiana, e per facilitare gli spostamenti dei sardi dall’Isola.

Exit mobile version