Selezionati i nove cortometraggi finalisti dell’undicesima edizione di “Visioni Sarde”

La Cineteca di Bologna annuncia i finalisti della sezione del 30° concorso nazionale per corto e mediometraggi “Visioni Italiane”. Le proiezioni e la premiazione il 27 settembre al Cinema Farnese di Roma

“Mio babbo è Superman” di Giovanni Maria D’Angelo

La Cineteca di Bologna ha selezionato i nove finalisti dell’undicesima edizione di “Visioni Sarde”, sezione del 30° concorso nazionale per corto e mediometraggi “Visioni Italiane”. Le proiezioni e la premiazione si terranno venerdì 27 settembre al Cinema Farnese di Roma.

Questi i film selezionati: “Amare ancora” di Giuseppe Carrieri, “Come siamo diventati” di Christiano Pahler, “Fratelli” di Matteo Manunta, “Island for rent” di Elio Turno Arthemalle e Salvatore Cubeddu, “Mio babbo è Superman” di Giovanni Maria D’Angelo, “S62” di Niccolò Biressi, “S’ozzastru” di Carolina Melis, “Il servo pastore non dorme la notte” di Arianna Lodeserto, “Shakespeare in smoke” di Francesco Cocco.

I film saranno vagliati da una giuria composta da: Paola Cireddu, (regista, giornalista, fotografa, sceneggiatrice e musicista), Simonetta Columbu (attrice, regista), Peter Marcias (regista, produttore, scrittore, sceneggiatore), Gino Marielli (musicista e cantautore), Simone Pisano (linguista), Raffaele Rivieccio (storico del cinema, critico e giornalista), Luca Telese (giornalista, saggista, autore e conduttore televisivo).

Si parte alle 17:00 con la presentazione del video “Ambasciadores de Sardigna”. Una figura femminile, Maria Carta, attraversa le varie città del mondo abbracciando in un ballo tondo finale tutti gli emigrati sardi. Animazioni di Gaetano Garau, musiche Gino Marielli dei Tazenda, parole di Angelo Curreli, voce di Maria Giovanna Cherchi.

Le note dell’inno dedicato ai sardi di tutto il mondo creerà l’atmosfera giusta per rendere omaggio a Ettore Serra, uno dei fondatori della FASI e a Sebastiano Tettei, per il sostegno promozionale fornito alla diffusione del cinema sardo. Parteciperà Bastianino Mossa, presidente della FASI.

La serata prosegue alle 17:30 con la proiezione, in anteprima nazionale, del documentario “The Missing Boys” del musicista sardo Davide Catinari. Un viaggio nel cuore pulsante della scena musicale sarda degli anni ‘80 che restituisce voce e immagini ad anni di grande fervore creativo e vivace trasformazione giovanile. Catinari, che ha vissuto quegli anni da protagonista, dialogherà con il pubblico sull’importanza di quell’epoca nella storia musicale e sociale dell’isola. Presenta Giuseppe Solinas giornalista RAI.

Dopo l’intervallo alle ore 20:30 inizierà il gran finale con i cortometraggi in concorso realizzati dagli autori sardi. Di seguito le trame dei film finalisti.

“Amare ancora” di Giuseppe Carrieri. Filippo ed Elena, due giovani innamorati, tornano nel paesino marittimo della Sardegna dove tempo prima si sono conosciuti. La loro storia viene messa alla prova dalla gelosia estrema ed ossessiva che Elena prova nei confronti di Filippo e dell’amicizia particolare che lui ha con Lorenzo. La storia diventa emblematica di un grave problema collettivo legato alla violenza di genere che affligge la nostra società.

“Come siamo diventati” di Christiano Pahler. In un condominio della città di Cagliari, una lampadina al terzo piano si fulmina e sconvolge la quiete dei residenti, innescando un clima ostile tra condomini attraverso un gruppo di WhatsApp nel quale ognuno dà il peggio di sé, con risultati grotteschi e imbarazzanti.

“Fratelli” di Matteo Manunta. Martina è una giovane ventenne, figlia di un burbero imprenditore agricolo e di una casalinga. Fin dalla sua adolescenza vive dallo zio in città. Dopo tanto tempo, torna a casa per una cena in famiglia per confessare ai genitori e al fratello minore di essere incinta.

“Island for rent” di Elio Turno Arthemalle e Salvatore Cubeddu. 2095, la Sardegna è ormai spopolata, distrutta, sfruttata e in affitto a chiunque voglia utilizzarla per attività illegali. I sardi non vivono più sull’isola, ricevono annualmente una grossa somma di denaro per non tornare nel territorio, ma continuano a votare per il Governatorato del nuovo regime della Sardegna. Le seste elezioni si svolgono in un clima di alta tensione. Il giorno del voto, dei ribelli decidono di sfondare i confini dell’isola, tutto potrebbe cambiare.

“Mio babbo è Superman” di Giovanni Maria D’Angelo. Muros, fine anni 80, Antonio è figlio di Bobore, ubriacone e barzelletta del paese, e della rigida e silenziosa madre Giovanna. La loro vicina di casa è Maria, bigotta maestra di Antonio che detesta Bobore e ciò che lui rappresenta, un mondo rozzo, abitato da personaggi privi di cultura e moralità. Mondo rispetto al quale lei cerca un distacco attraverso il suo ruolo di insegnante e grazie alla religione. Maria, di conseguenza, detesta anche Antonio e a scuola non perde occasione per infierire su di lui.

“S62” di Niccolò Biressi. Anni ‘90. Turbata da una spiacevole notizia ricevuta durante la giornata, una donna torna a casa portando con sé il bisogno di parlare con qualcuno. Un telefono rosso è l’unico punto di contatto tra lei e le sue figure di riferimento. L’inesorabile condizione di incomunicabilità si cela oltre la distanza fisica.

“S’ozzastru” di Carolina Melis. Questo è il racconto di un albero millenario, ambasciatore resiliente della Natura e testimone silenzioso della Storia. Sotto le sue fronde scorrono le vite di uomini e donne, spesso inconsapevoli di quanto la loro esistenza dipenda dalla sua presenza. Questa è la storia di s’ozzastru e della terra generosa e solida che lo ha accolto.

“Il servo pastore non dorme la notte” di Arianna Lodeserto. Il centro della Barbagia è terra di chi conobbe le frontiere che feriscono i campi, le inquietudini antiche e il movimento del tempo. Tra l’archivio e il presente, vengono interpellati i vecchi servi pastori e i giovani di Ollolai sul costo della vita e del lavoro, sulle apprensioni del giorno finito, sui desideri della vita incompiuta, sulle insonnie dubbiose, sulla lunga e incerta carriera d’ogni pastore.

“Shakespeare in smoke” di Francesco Cocco. È il primo giorno di lavoro di Ric. Durante la pausa sigaretta, esce dall’ufficio per poter continuare a studiare la sua sceneggiatura teatrale. Perché Ric, in realtà, vuole diventare un attore. Ma quando Tomás si presenta offrendogli una sigaretta, i discorsi sui sogni presenti, passati e futuri, fanno capire a Ric che tutto ciò che ha pianificato potrebbe cambiare.

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