“Ogni volta che mi sento cadere a pezzi, mi metto davanti allo specchio e disegno autoritratti finché tutta la sofferenza rimane lì, sui fogli. È l’unico modo che ho per vedermi e capire chi sono”: Nicoz Balboa, artista visuale e fumettista si racconta in “Play with Fire” (Oblomov edizioni), ironica e graffiante cronaca di una metamorfosi tra amori e disamori, incontri e folgoranti scoperte in un viaggio iniziatico alla ricerca della propria identità – oltre i confini di genere. Focus sulla graphic novel che descrive i turbamenti, le sensazioni, i dubbi e le esitazioni di un* giovane che cerca di affermare la propria personalità, a costo di infrangere regole e convenzioni, nell’incontro a cura del fumettista e regista Bepi Vigna in programma lunedì 7 dicembre alle 18:30 in diretta sulla pagina Facebook del Cedac Sardegna in differita sul canale YouTube sotto le insegne di “Legger_ezza”, il progetto del CeDAC per la Promozione della Lettura giunto alla seconda edizione – incentrata su “Discriminazioni di genere, violenza e bullismo”.
“Play with Fire” – con un titolo che rimanda a una celebre canzone dei Rolling Stones – è un’intrigante autobiografia tra parole e nuvole, il diario di una vita intensa e spericolata, con un* protagonista impegnat* nella ricerca di sé attraverso riflessioni e esperienze, con una crescente consapevolezza delle proprie inclinazioni e dei propri desideri, che non necessariamente corrispondono ai modelli e agli stereotipi imposti dalla società. L’immagine della donna o dell’uomo ideale è semplicemente una proiezione, nonché una “semplificazione” in cui si fanno coincidere un ruolo e una funzione sopprimendo e ignorando pulsioni e aspirazioni individuali: nella realtà queste mitologiche creature (fortunatamente) non esistono, ma lasciano il posto alle persone in carne e ossa, dove casuali combinazioni di geni si incontrano e/o si scontrano con l’ambiente definendo aspetto e carattere, educazione e cultura.
Nicoz Balboa – nat* a Roma e residente in Francia, studi allo IED e all’ESAG / École supérieure d’arts graphiques di Parigi – crea le sue opere, per cui trae spesso ispirazione dalla propria vita, trasfigurandola in una chiave fortemente (auto)ironica e grottesca, spaziando tra differenti tecniche e stili, dalla pittura al disegno, dal tatuaggio alla pirografia, dalle illustrazioni ai ritratti. “Play with Fire” – come già “Born to Lose” (Coconino Press – Fandango) – costituisce una sorta di diario in pubblico, testimonia la confusione e lo smarrimento di chi non si sente esattamente a proprio agio nel mondo e tenta faticosamente, tra tentativi, esitazioni ed errori, di far affiorare quella parte più segreta e nascosta, interrogandosi sull’autenticità dei propri slanci, provando a distinguere amore e amicizia, simpatia e attrazione fatale, per affrontare la vita con sincerità e passione.
La caduta delle maschere – la scelta di mettersi a nudo rinunciando a schermi e finzioni – ha un potente effetto catartico: non occorre essere nati in un corpo di donna, scoprire la sensualità degli amori saffici e imparare a pensarsi e riconoscersi in un’identità maschile per immedesimarsi nelle peripezie del(l*) protagonista, poiché nell’esistenza di ognuno ogni incontro e ogni relazione rappresentano un capitolo nuovo, nulla è mai uguale (salvo forse per i “consumatori” compulsivi, emuli del dissoluto Don Giovanni, nell’accezione mozartiana o meglio dapontiana, quando la farsa volge in tragedia). “Play with Fire” diventa così un libro emblematico della metamorfosi e della crescita, di quel passaggio fondamentale che si compie nell’adolescenza, quel mutar forma e pelle, verso una dimensione adulta che si raggiunge solo attraverso vari gradi di consapevolezza, vari livelli di maturità fisica e psicologica, non (sempre) senza dolore per la perdita inevitabile di una parte di sé.
Nicoz Balboa sintetizza mirabilmente con un segno grafico peculiare, di grande immediatezza e freschezza, in una composizione apparentemente caotica in cui si intersecano i vari piani (dal monologo interiore alle conversazioni ad alta voce), la distanza e insieme la sovrapposizione e l’intersezione continua, per dissonanze più che accordi, tra pensiero e azione, ragione e istinto. Una moderna educazione sentimentale in cui l’erotismo diventa la chiave della conoscenza di sé, lo strumento per esplorare e riconoscere la complessità, la ricchezza di sfaccettature, le contraddizioni e pure la fragilità di ogni essere umano: “Play with Fire” significa scherzare con il fuoco, mettersi a rischio, abbandonare il lido sicuro delle proprie certezze per avventurarsi in una dimensione sconosciuta, affascinante, forse pericolosa, per una personale istanza di verità.
Un’impresa ardua, per cui è richiesto un certo coraggio: le opere di Nicoz Balboa toccano temi delicati e scottanti, affrontano in maniera diretta ed esplicita la sessualità, il tabù del piacere femminile e maschile, il diritto di essere se stessi fino in fondo in una narrazione coinvolgente e ricca di humour, sorprendente e a tratti struggente come la vita stessa, nel segno della libertà.