E-commerce: il 40,5% dei sardi ha acquistato online negli ultimi 3 mesi

La pandemia ha accelerato la crescita delle vendite sul web, dall'analisi di Confartigianato Imprese Sardegna sono 648mila sardi hanno effettuato acquisti online nell’ultimo trimestre. Il commercio tradizionale fatica, ma le imprese che vendono online segnalano criticità

Shopping online. 📷 Depositphotos

📷 Depositphotos

Il 40,5% dei sardi, ben 648mila persone, ha effettuato acquisti on line negli ultimi 3 mesi mentre il 34,6%, ovvero 552mila abitanti, non ha mai comprato alcun bene o servizio sul web nell’ultimo anno. Solo 5 anni fa, nel 2018, erano 285mila gli isolani che acquistavano sul web, equivalente a 363mila utenti in più.

Sono questi i dati salienti dell’analisi realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna sull’utilizzo dell’e-commerce nell’Isola, su fonte Istat 2022/2023.

Numeri importanti che mettono l’Isola a metà della classifica nazionale sull’uso di internet per fare le compere. In Lombardia si arriva a quasi 5 milioni di persone che comprano on line, il Veneto supera i due milioni, il Lazio i due milioni e mezzo.

Il covid ha fatto letteralmente “esplodere” gli acquisti sul web anche da noicommenta Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegnaè, infatti, crescente la quantità dei sardi che effettua acquisti on line e allo stesso modo è in salita il numero gli artigiani che comincia a offrire i propri beni e servizi sul web”.

Anche le piccole aziende cominciano a vendere di tutto – continua – parliamo, per esempio, dei manufatti tipici e tradizionali, venduti sulle più importanti piattaforme di commercio, oppure dei prodotti agroalimentari che, attraverso dei piccoli portali, raggiungono qualunque tavola del Mondo, oppure ancora i servizi che le imprese digitali offrono a migliaia di clienti in ogni angolo del nostro Pianeta”.

Dall’altra parte, purtroppo – rimarca la Presidente – ci sono tante piccole attività, quelle che troviamo sotto casa, che si trovano ad affrontare momenti estremamente difficili”. “Per questo – sottolinea la Lai – continuiamo a ribadire come per le aziende sia fondamentale la presenza sul web: l’innovazione è una delle ricette vincenti per superare la difficile congiuntura. Gli artigiani hanno tanto da offrire in termini di qualità e di unicità dei prodotti e non devono limitarsi all’utenza locale: grazie al web i potenziali acquirenti sono moltissimi”.

Dall’analisi emerge che il 62% dei sardi per comprino abbigliamento e scarpe, per il 28% articoli per la casa, per il 23% pc e cellulari, per il 22% film, per il 21% libri, riviste e giornali cartacei, per il 20% cosmetici, per il 18% articoli sportivi, per il 17% pasti e cibo dalle rivendite di prossimità, per il 16% farmaci, per il 15% abbonamenti internet, per il 14% giocatoli e articoli per l’infanzia, per il 13% musica, per il 12% biglietti per i concerti, per il 9% tv, stereo e macchine fotografiche, per l’8% articoli per la pulizia della casa, per il 7% software, sempre per il 7% cibo e prodotti alimentari pronti con consegna a domicilio, 6% giochi on line e 5% ebook e giornali on line.

L’analisi sulla Sardegna dice anche, infatti, che se da una parte il vincitore è il web, dall’altra il commercio tradizionale fatica. Nell’e-commerce, le vendite sono cresciute dell’25% in 5 anni. Al contrario, il valore delle vendite al dettaglio ristagna, con una variazione del -0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con la tenuta della grande distribuzione (+0,8%) e il calo delle vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,6%).

Le imprese sarde che vendono on line: le criticità segnalate

Nonostante questi buoni numeri, tra le imprese è ancora bassa propensione a effettuare vendite mediante il commercio elettronico. Tra le criticità segnalate tra quelle che vendono on line, il 20,2% denuncia i costi connessi all’avvio dell’e-commerce superiori ai benefici attesi. Inoltre, in un caso su dieci, pesano la logistica (10,8%), il quadro legislativo di riferimento (10,3%) e i problemi dei pagamenti online (9,1%). Le imprese che non hanno effettuato vendite via web nel corso dell’anno precedente – oltre a indicare l’inadeguatezza dei propri beni alla vendita via web (53,2%) – segnalano un ventaglio ampio di criticità: la logistica (trasporto, spedizione e consegna delle merci vendute via web) nel 29,4% dei casi, il rapporto costi/benefici nel 27,4%, i problemi relativi ai pagamenti online nel 21,9% dei casi, la sicurezza informatica e la protezione dei dati nel 18,5% dei casi e il quadro legislativo di riferimento nel 17,9% dei casi.

Exit mobile version