Non solo Ichnusa. Il boom dei birrifici artigianali in Sardegna

Con oltre 60 litri annui pro capite, i sardi sono i maggiori consumatori di birra in Italia: la media nazionale si attesta attorno ai 30 litri pro capite, ovvero esattamente la metà dei consumi dell’Isola. Si tratta di un dato considerevole se parametrato al contesto nazionale ma del tutto normale se lo si rapporta alle abitudini europee, dove la media si aggira attorno agli 80 litri pro capite, con picchi di oltre 100 litri in nazioni come la Repubblica Ceca. Secondo l’indagine condotta da Assobirra, le ragioni di questa tendenza più europea che italiana della Sardegna, trovano una loro spiegazione in 2 fattori predominanti: da un lato la durata della bella stagione, in cui si registra (notoriamente) un incremento del consumo di birra rispetto ai mesi precedenti; dall’altro la diffusione crescente dell’abitudine di consumare la birra anche in ambiti differenti rispetto a quelli usuali, come ad esempio durante i pasti.

In un simile contesto, l’Ichnusa rappresenta un fenomeno all’interno del fenomeno: tra gli oltre 60 litri di birra bevuti mediamente da ciascun sardo, una parte considerevole è da attribuire con tutta probabilità a questo marchio; nessun’altra birra, in Sardegna, conosce un successo maggiore dell’Ichnusa. Per i suoi amanti ciò che la rende più appetibile delle concorrenti sarebbero gusto e qualità, rimaste immutate (a loro parere) anche dopo il passaggio di proprietà del marchio all’Heineken; per i detrattori, invece, sarebbero il nome e l’etichetta che – richiamando il senso di appartenenza dei sardi alla loro Terra – giustificherebbero la celebrità della Birra di Assemini.

Comunque la si pensi, da qualche anno a questa parte, parlare di birra in Sardegna non significa più soltanto stappare un’Ichnusa, sebbene il primato di quest’ultima rimanga incontrastato. Cresce infatti il mercato delle birre artigianali che oggi conta, nell’Isola, più di 30 produttori; si tratta di piccoli birrifici che dall’ambito locale stanno riuscendo a farsi largo e a conquistare appassionati e critici del settore a forza di premi e riconoscimenti importanti.

Quasi la metà dei produttori si trovano nel SUD dell’Isola: 4 mori (Guspini), Barley (Maracalagonis), Beermania Brew (Selargius), Birrificio di Cagliari (Cagliari), Brew Bay Beer (Quartu Sant’Elena), Chemu (Cagliari), Dan (Carbonia), Gattarancio (Cagliari), Janas (Fluminimaggiore), Le Springo (Quartu Sant’Elena), Mediterraneo (Carbonia), Mezzavia (Selargius), Rubiu (Sant’Antioco), Scialandrone (Quartu Sant’Elena) e Terrantiga (San Sperate). Questi ultimi due, unitamente a Brew Bay Beer, sono Beer Firm (ovvero produttori che non possiedono un impianto di produzione proprio) mentre Birrificio di Cagliari, Rubiu e Gattarancio più che semplici birrifici, sono Brew Pub (oltre al birrificio si servono di un locale di mescita annessa).

La qualità dei produttori del cagliaritano è testimoniata dal Beer Attraction 2015, la più importante kermesse nazionale in fatto di birre artigianali: alla birra Darqside del Brew Bay Beer è stato assegnato il terzo gradino del podio nella categoria “Scure, alta fermentazione, luppolate, d’ispirazione angloamericana”; Nautilus, del Birrificio Mezzavia, ha vinto il primo premio nella categoria “Scure, alta e bassa fermentazione, alto grado alcolico di ispirazione angloamericana” mentre Istadi, del Birrificio Terrantiga, è stata giudicata tra le migliori d’Italia nella categoria “Spezie e cereali, alta e bassa fermentazione”. Un appunto sul Birrificio Barley, di Maracalagonis: sono 12 le birre prodotte in questo stabilimento, un primato nel contesto regionale; tra di esse alcune birre speciali, come la BB10 (aromatizzata alla sapa di Cannonau) o la BB BOOM (aromatizzata alla sapa di Vermentino).

Tra il Nuorese e l’Ogliastra la presenza di birrifici artigianali di qualità è considerevole: 1516 (Dorgali), Ilienses (Lanusei), Lara (Tertenia), Marduk Brewery (Irgoli), Nora (Oliena), Trulla (Nuoro) e Zemyna (Nuoro). Il Birrificio Lara nasce nel 1999 per la curiosità e la passione di Francesca Lara (una delle poche birraie d’Italia) la quale ha poi contagiato e coinvolto il marito Gianni Piroddi; le loro differenti personalità si riverberano nelle birre prodotte: la creatività di Piroddi si palesa nelle birre classiche dello stabilimento (Del Senatore, W16, Rulja e Tzar) mentre l’impronta della moglie Francesca si è tradotto in 4 birre di frumento, le 4 sorelle (Sennora, Affumiada, Moretta, Piculina). Il nome Moretta è stato al centro di una disputa con la Heineken per via della sua somiglianza con il marchio Moretti, detenuto dalla società olandese; il fatto, che ha catturato l’attenzione dei media, si è concluso con un chiarimento tra le parti e la fine del contenzioso.

Nell’Oristanese si contano almeno 4 birrifici molto apprezzati: Birrificio Artigianale Mogorese (Mogoro), Buffa (Zeddiani), Horo (Sedilo) e La volpe e il luppolo (Simaxis).

Stessa quantità, all’incirca, nel Logudoro, dove si trovano Sambrinus (Muros), Dolmen (Uri), Anglona (Chiaramonti), Seddaiu (Thiesi) e P3Brewing (Sassari). Grande soddisfazione, per quest’ultimo marchio, è giunta dalla guida Birre d’Italia 2017 che ha attribuito al birrificio turritano ben 3 riconoscimenti: 2 di questi sono rivolti specificamente a 2 birre prodotte dallo stabilimento (la Riff e la 100 nodi) mentre il terzo riguarda la birra in fusto ed è stato assegnato al birrificio per la costanza e la qualità in fusto di tutta la produzione.

La presenza di birrifici artigianali di qualità ha da un lato alimentato ulteriormente il mercato della birra nell’Isola, attraverso nuovi pub e birrerie, e dall’altro ha arricchito le città sarde di eventi che promuovono tali prodotti. Uno degli appuntamenti più gettonati, in questa direzione, è Isolabirra che quest’anno si è tenuto a Quartu Sant’Elena nel mese di Giugno ed ha visto la partecipazione di 11 birrifici regionali e nazionali, oltre al noto birrificio belga Cazeau. Un’altra celebre vetrina per i birrifici isolani è Birralguer, la cui ultima edizione si è tenuta al Forte della Maddalena di Alghero nel mese di Luglio, senza dimenticare Birras (a Guspini), A Olbia… c’è fermento e tanti altri eventi che di anno in anno si aggiungono a quelli già presenti.

Insomma, i numeri e la qualità dei birrifici artigianali mostrano segnali molto positivi. Per questo motivo, e per non rendere vani gli sforzi che i tanti produttori hanno fatto questi anni, in Consiglio Regionale è stata avanzata la proposta di legge 350/2016, “Norme in materia di birra artigianale in Sardegna”. Nello specifico, la proposta di legge istituisce la figura del mastro birraio e regola i rapporti tra i birrifici artigianali sardi e la Regione; sono inoltre previsti l’istituzione di un marchio di qualità e tutela, lo stanziamento di 400.000 euro per il 2016 per l’acquisto di attrezzature, di 50 mila euro per le campagne di informazione e un identico importo per la formazione del personale. La prospettiva è quella di incrementare la percentuale di birra venduta nella Penisola e all’estero (attualmente il 25% e il 15%), conquistando nuovi mercati e promuovendo il nome della birra sarda laddove questa risulti ancora poco conosciuta.

Exit mobile version