La Tour Eiffel compie 133 anni: storia e curiosità del simbolo di Parigi

Criticata e osteggiata prima, elogiata poi. Scopriamo la storia di uno dei monumenti più famosi e apprezzati al mondo che oggi spegne 133 candeline

Tour Eiffel, Parigi. ? Adobe Stock | AA+W

Tour Eiffel, Parigi. ? Adobe Stock | AA+W

Dal 31 marzo del 1889, data della sua inaugurazione, la Tour Eiffel è stata chiamata in diversi modi. È stata definita “l’asparago di ferro” dai parigini che non la apprezzavano, “un faro, un chiodo, un candelabro” dal settimanale “L’Illustration”, “una torre ridicola e vertiginosa che sovrasta Parigi come la gigantesca ciminiera di una qualsiasi fabbrica, schiacciando ogni cosa con la sua massa barbara e sinistra” dagli artisti e intellettuali in protesta, e ancora “una piramide alta e scarna di scale di ferro, scheletro sgraziato e gigantesco” dallo scrittore Guy Maupassant.

Il simbolo di Parigi non è mai stato risparmiato dalle critiche, dal tempo della sua progettazione, fino a dopo la sua costruzione. I segni di disapprovazione da parte dei cittadini francesi però non sono mai riusciti a intralciarne il progetto, i lavori di realizzazione o a impedire che diventasse l’emblema della capitale, dell’intera Francia e anche uno dei monumenti più famosi al mondo.

La Tour Eiffel si impone sulla città a partire da quel 31 marzo del 1889, quando Gustave Eiffel salì a piedi i 1.665 gradini della torre, issò la bandiera francese e intonò “La Marseillaise”, facendo esplodere 21 colpi di cannone dalla seconda piattaforma. Da quel giorno, sulla torre sono salite più di 250 milioni di persone, circa 7 milioni di visitatori all’anno.

Ma la storia della Tour Eiffel iniziò prima della sua inaugurazione, cioè nel 1884 quando il governo prese la decisione di costruire un’opera architettonica maestosa in occasione dell’Esposizione Universale del 1889, una fiera mondiale che si svolse a Parigi da maggio a ottobre di quell’anno per ricordare il centenario della Rivoluzione Francese. La ditta gestita da Gustave Eiffel, al tempo uno dei più stimati architetti del ferro, aderì con entusiasmo alla proposta.

Diversi gli artisti e gli scrittori che cercarono di boicottarne la costruzione e che nel 1887 inviarono al giornale “Le Temps” una lettera nel tentativo di bloccare i lavori: “Noi scrittori, pittori, scultori e architetti, a nome del buon gusto e di questa minaccia alla storia francese, veniamo a esprimere la nostra profonda indignazione perché nel cuore della nostra capitale si debba innalzare questa superflua e mostruosa Torre Eiffel, che lo spirito ironico francese ha ribattezzato torre di babele”. Parole sottoscritte, tra gli altri, dal pittore Ernest Meissonier, dall’architetto Garnier e gli scrittori Guy de Maupassant e Alexandre Dumas.

Ma nonostante le proteste di disaccordo, i lavori di costruzione iniziarono e in due anni, due mesi e cinque giorni la Tour Eiffel fu completata. Un bel record se si considera che le attrezzature non erano avveniristiche come quelle di oggi. Quando la torre fu finita, continuò a non essere apprezzata dall’élite artistica e culturale del tempo soprattutto per la sua composizione in ferro, un materiale da essi considerato poco adatto ad una città raffinata e dallo stile classico come Parigi.

All’epoca la torre era alta 312 metri (perché senza le antenne televisive) e rimase per diversi anni l’edificio più alto al mondo, superato poi nel 1930 dal Chrysler Building di Manhattan. Furono proprio le antenne televisive che facilitarono le trasmissioni e l’entusiasmo dei turisti a salvarla dallo smantellamento. Infatti, la torre era stata pensata per essere una costruzione transitoria da smontare subito dopo l’Esposizione Universale, ma così non fu.

La struttura si compone di oltre 18.000 pezzi di ferro forgiato, pesa ben 10.000 tonnellate e per il suo mantenimento ogni 7 anni servono circa 50 tonnellate di vernice. La torre è costituita da tre piani: il primo è situato a 57 metri di altezza, il secondo a 115 e il terzo a 274 metri. I livelli sono oggi raggiungibili attraverso le scale e gli ascensori.

Ma sono davvero numerose le curiosità sul simbolo parigino. Ad esempio, la punta nasconde al suo interno un piccolo appartamento, una suite a trecento piedi da terra costruita da Eiffel per intrattenere i membri dell’aristocrazia di spicco del Paese. È anche noto che l’architetto fosse un esponente della massoneria e la torre vuole riprodurre il simbolo massonico della piramide con in cima l’occhio che vede tutto, appunto la suite.

La Tour Eiffel inoltre non è sempre stata illuminata. È dal 2000 che, in occasione del passaggio al nuovo millennio, è stata dotata di più di 350 fari e di circa 20 mila lampadine che permettono a chi la guarda di assistere ad uno spettacolo scintillante. Il gioco di luci piacque talmente tanto che i parigini chiesero che l’effetto potesse essere rinnovato ogni giorno.

Nonostante le critiche ricevute negli anni, oggi “l’asparago di ferro” continua a dominare il panorama della capitale in tutto il suo splendore ed è diventato emblema della Ville Lumière.

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