Mumbai: il fascino e il mistero della città simbolo dell’India

Alla scoperta della “città dei sogni” tra il Mar Arabico e Bollywood, tra musei, isole sacre e specialità culinarie

Mumbai. ? AdobeStock | Brad Pict

Complice l’aumento delle temperature, in questi ultimi anni la stagione estiva si è allungata regalando, per così dire, una seconda chance a chi è impegnato nei mesi del solleone o vuole godere di mete esotiche con un tocco al ribasso sui costi di viaggio. Niente di meglio allora, in questa terra di mezzo che è settembre, che regalarsi un viaggio in un’altra terra di mezzo tra oriente e occidente, un luogo ricco di fascino e mistero come l’India, in una delle sue città simbolo per eccellenza: la popolatissima Mumbai.

A lungo conosciuta anche come Bombay, dal nome che i colonizzatori portoghesi le diedero nel corso del 1500, la città è capitale dello Stato di Maharashtra. La sua posizione, affacciata sul Mar Arabico, la rende uno dei porti più trafficati e ricchi dell’India.

Cosa vedere. Avente la conformazione fisica di una grande isola collegata alla terraferma da una serie di ponti e strade, il territorio di Mumbai è ricco di storia e luoghi di sicuro interesse. Proprio dal porto vogliamo cominciare, visitando il Portale dell’India, un grande arco realizzato in basalto a memoria della visita del re inglese Giorgio V nel 1911. Da qui si snodano diversi percorsi che è possibile seguire per visitare, di Mumbai, quanto più possibile. Il Prince of Wales Museum, per esempio, se si vuole andare verso l’interno, è un’altra tappa degna di nota perché rappresenta il museo più importante della città. Collocato in un edificio di grande pregio realizzato all’inizio del secolo scorso in stile indo-saraceno dall’architetto George Wittet, il museo racchiude manufatti indiani, tibetani e nepalesi. Nel 2008 è stato sottoposto a restauro e sono state aperte nuove gallerie. Tra le innumerevoli ricordiamo quella dedicata al Dio Krishna e la sezione tessile. Il museo è stato impiegato, nel primo periodo della sua storia, come ospedale per bambini nel corso della Prima Guerra Mondiale.

Raggiungibile con il traghetto, a pochi chilometri da Mumbai, è invece l’Isola di Elephanta, anche nota come Isola Gharapuri, nome che rimanda alla presenza di una rete di caverne e grotte sotterranee dedicate in antichità ai culti induisti e buddisti le cui divinità è ancora possibile ammirare intagliate nella roccia.

Nel quartiere cittadino di Bandra troviamo invece la chiesa cattolica di Santa Maria del Monte. Questo è proprio il periodo ideale per visitarla perché, nel mese di settembre, si svolgono le celebrazioni per la natività della Vergine: un’occasione unica per immergersi in un enorme melting-pot culturale. Sempre in tema di spiritualità vogliamo segnalarvi anche la Global Vipassana Pagoda, un tempio buddista per la meditazione a nord ovest della città dalle dimensioni realmente colossali.

Passeggiando per le strade di Mumbai può capitare di imbattersi in una delle tante lavanderie a cielo aperto, dove lo sguardo si perde tra i filari di panni stesi, oppure si può incontrare una delle tante troupe dell’industria musicale o filmica: a proposito, non potete perdere una visita guidata nella bellissima Bollywood, la capitale del cinema indiano che proprio a Mumbai ha il suo quartier generale. Chiudiamo con un’informazione che può rivelarsi molto utile: le autorità di Mumbai hanno stilato un elenco di luoghi nei quali è proibito scattarsi dei selfie. Questo perché, negli ultimi tempi, è aumentato in modo esponenziale il numero di persone morte tragicamente a causa della distrazione da autoscatto. Tra le zone segnalate c’è il forte di Bandra, a strapiombo sull’acqua, e il lago Veena. Per i trasgressori pizzicati a scattare sono previste sanzioni pecuniarie.

La cucina indiana. La mescolanza di culture presente a Mumbai si ripercuote anche sulla cucina che coniuga carne, pesce, riso, spezie e verdure con gustosi mix di sapori e colori. Il Biryani, per esempio, riso basmati con yogurt e spezie; o la cosiddetta Cucina del deserto, molto apprezzata: per lo più conserve di verdura con pane cotto al tandoori, un particolare tipo di forno. Il Bhel puri è invece apprezzatissimo come street food: riso e noodles fritti con verdure.

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