L’anima tradizionale della capitale nipponica rimane vivace anche in questo periodo difficile, adattando alcune delle sue ricorrenze più sentite alle circostanze attuali. Un esempio è la celebre festività di Sanja Matsuri, che quest’anno è stata posticipata al weekend del 16-18 ottobre. Al suo posto il 18 maggio, data vicina al fine settimana tradizionalmente dedicato al festival, il Santuario di Asakusa ospita la cerimonia privata “Prayer To End Coronavirus”, un momento di preghiera affinchè finisca il coronavirus. Un’intima occasione di raccoglimento per guardare con positività al superamento della pandemia.
Rimandati invece all’autunno i festeggiamenti di Sanja Matsuri, uno dei festival più coinvolgenti del Giappone e tra i tre principali eventi folkloristici di Tokyo. Con la sua vivacità e i suoi colori, ogni anno il festival anima le strade di Shitamachi, l’area storicamente considerata centro commerciale e artigiano della città, che include più quartieri ed è strettamente legata alla storia del Santuario di Asakusa. Fin dal periodo Edo infatti la manifestazione si svolge in onore dei tre fratelli – il termine “Sanja” in giapponese significa “tre persone” – che secondo la leggenda pescarono la statua di Kannon, Dea buddista della misericordia, da cui ha origine la fondazione del tempio Sensoji, il più antico e famoso di Tokyo; ai fratelli fu dedicato il Santuario di Asakusa lì accanto, dove viene celebrato il festival del Sanja Matsuri.