Viaggio doppio, questo mese, su due territori dalla piccola estensione ma dal grandissimo cuore, adagiati su quella porzione dell’Italia centrale che si affaccia sul Mare Adriatico e che rappresenta un unicum sotto vari aspetti.
Forte e gentile. Questi erano gli aggettivi, per Primo Levi, che meglio descrivevano l’Abruzzo, prima tappa del nostro viaggio natalizio. In effetti il territorio abruzzese, per conformazione e genti che lo hanno abitato, sa coniugare molto bene la bellezza di una natura ricca e variegata con scorci dal respiro storico nei quali antiche fortezze murarie resistono ancora oggi allo scorrere dei secoli. La Rocca di Calascio è, in questo senso, un ottimo esempio. Voluta da Re Ruggero d’Altavilla, venne edificata fra il 1100 e il 1200 su un’altura affacciata sopra la Valle del Tirino e fu oggetto di successione da parte di numerosi casati, resistendo a scontri e devastazioni a più riprese. La sua struttura centrale circondata da quattro torri è uno dei simboli della Regione. Poco lontano, per chi volesse realizzare una bella escursione a piedi, è possibile visitare la chiesetta di Santa Maria della Pietà, sorta nel luogo in cui – la leggenda racconta – la popolazione avrebbe sconfitto una pericolosa congrega di briganti. Entrambe le strutture sono comprese all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga che, per dimensioni, rappresenta la terza riserva naturale italiana. Il Parco, istituito nel 1991, comprende nel proprio territorio anche la città de L’Aquila, colpita da due gravi terremoti nel 1703 e nel 2009. Dal secondo, la città è ancora oggi in fase di ripresa.
Anche l’antica città romana di Alba Fucens si inserisce nello splendido contesto bucolico del Monte Velino. Caratteristici sono i resti dell’anfiteatro, della cosiddetta “via dei pilastri” e dell’acquedotto.
Se ci spostiamo sul versante marino dell’Abruzzo, non possiamo non visitare Pescara, città che ha conosciuto un grande sviluppo soprattutto a partire dagli anni Cinquanta e che oggi offre strutture avveniristiche come il Ponte del Mare, la fontana monumentale rinominata “L’approdo alla nave” e varie strutture private. Segnaliamo, ancora, la casa che ha dato i natali a Gabriele D’Annunzio, in Corso Manthoné 116: una meta di sicuro richiamo per i tanti estimatori del celebre poeta italiano.
Più complicato sembra invece appurare se il Molise esista realmente, oppure no, almeno stando a quel che si legge sul web, in chiave ironica, sulla Regione subito a sud dell’Abruzzo. In realtà, per quanto le sue mete non siano tra le più conosciute, visitandolo rimarrete certamente rapiti dalle sue bellezze. Il Santuario della Madonna Addolorata a Castelpetroso è una di queste, con le sue architetture neogotiche e tutt’attorno quell’atmosfera incantata che accoglie i pellegrini desiderosi di visitare il luogo nel quale, nell’anno 1888, apparve la Vergine. Tra Guardiaregia e Campochiaro si possono trascorrere ore di spensieratezza a passeggiare nel verde più puro: basta visitare l’Oasi del WWF, dove potrete anche adeguatamente rifocillarvi negli agriturismi più vicini.
Nel solco della tradizione medioevale molto presente in Molise, suggeriamo ancora due borghi caratteristici. Intanto Pietrabbondante, dove sono visitabili i resti dell’epoca sannita risalenti a un periodo che va dal secondo al primo secolo avanti Cristo: tra questi il bellissimo teatro di pietra sul Monte Caraceno. Da non perdere è anche il centro di Agnone. Qui, nei giorni dell’8 e del 24 dicembre si può assistere alla ‘Ndocciata, una sfilata di grandi fiaccole accese, realizzate con tronchi di abete bianco, molto suggestiva perché rievoca le antiche sere medioevali, quando era alta l’attenzione verso i riti propiziatori volti a salutare l’arrivo dell’inverno considerando, al contempo, l’azione repellente di tali riti nei confronti delle streghe.
Il gusto del viaggio. Se una nota marca di pasta si chiama La Molisana, un motivo ci sarà. D’altra parte, anche il caciocavallo di Agnone è originario di questa Regione e si offre come condimento perfetto per un gustoso piatto di pasta, magari di cavatelli. In Abruzzo, invece, perché non privilegiare un buon piatto di carne come gli arrosticini di pecora?