Minorca: un’oasi di pace e bellezza nel cuore dell’Arcipelago delle Baleari

Sorella minore della più famosa e frequentata Maiorca, è un'isola ricca di tesori naturali, patrimonio dell'UNESCO come Riserva della Biosfera, perfetta per una vacanza all'insegna del relax, della cultura e dell'avventura

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Qualche anno fa siamo stati a Palma di Maiorca, capitale dell’isola più grande fra quelle che compongono l’Arcipelago delle Baleari: Maiorca, appunto. Oggi vogliamo portarvi sull’isola accanto, la sua sorella minore per così dire. Minorca, con un’estensione di quasi 700 km², a partire dal 1993 è tutelata dall’UNESCO come Riserva della Biosfera e inserita nell’omonima rete mondiale grazie al suo ecosistema incontaminato ricco di parchi e riserve naturali.

Storia, spiagge, paesaggi da sogno e città da cartolina sono gli ingredienti che rendono Minorca una meta adatta a svariate tipologie di turismo.

Partiamo da Ciutadella, antica capitale dell’isola di origine cartaginese nata come porto naturale che, grazie alla sua posizione strategica, si affermò poco dopo l’anno 1000 come crocevia e centro di governo. Qui le culture romana, araba, aragonese e inglese hanno profondamente segnato, nei secoli, ogni angolo della città come del resto è accaduto, inevitabilmente, su tutta Minorca.

A pochi chilometri dal centro abitato si può visitare la Naveta d’Es Tudons, una struttura archeologica funeraria datata intorno all’età del Bronzo e attribuita, almeno in parte, all’antica civiltà talaiotica. Per molti versi ancora da scoprire, questa cultura prende nome dai talaiot, costruzioni in pietra somiglianti ai nostri nuraghi e distribuiti su diverse aree di Minorca e Maiorca.

Da ovest a est ci spostiamo alla volta di Mahòn, l’attuale capitale dell’isola. Anch’essa affacciata sul mare, è oggi uno dei porti naturali più grandi dell’Europa mediterranea. La città ricalca il ruolo centrale che fu in passato di Ciutadella, grazie alla commistione fra antico e moderno (a cominciare dalla presenza dell’aeroporto) che la rende perfetta per accogliere i gruppi turistici più eterogenei e offrire loro un ampio ventaglio di possibilità tra svago e cultura.

Tra le prime vogliamo indicare la località di Cala Mesquida, a un paio di chilometri dalla città, dove si può godere di una bellissima spiaggia dal panorama unico e Sa Raconada Vella, di ridottissime dimensioni per chi desidera crogiolarsi al sole senza l’affollamento delle località più gettonate. Tra momenti di shopping e visite ai locali tipici, potrete fare un salto alla Basilica des Fornàs de Torellò, grazioso monumento risalente ai primi secoli della cristianità.

Nell’attraversare l’isola da capo a capo, i luoghi che meritano una visita sono numerosi ma, dovendo fare una selezione nelle poche righe a disposizione, vi consigliamo anzitutto le cave di pietra marés riunite sotto il nome dell’associazione Lithica. Queste cave, dalle quali per secoli si è estratta una pietra contenente diversi resti fossili di origine marina, sono oggi luoghi di installazioni e iniziative culturali molto visitati.

Parlavamo, in apertura, anche dei parchi: s’Albufera d’es Grau è uno dei principali, con la sua bellissima laguna che ospita numerose specie di uccelli acquatici e, in fase di ritiro, si trasforma in un comodissimo pascolo. Ancora, la Riserva Marina del Nord, con i suoi oltre 5000 ettari di superficie e i suoi banchi di corallo rosso e posidonia, è un’altra zona di grande interesse e sottoposta però a calibrati limiti di accesso.

Dal mare alla montagna, il Monte Toro è considerato il cento spirituale di Minorca, essendone la cima più alta e ospitando un antico santuario del XVII secolo. Allo stesso periodo risale, grosso modo, anche il villaggio di pescatori di Es Fornells, con le sue caratteristiche casette affacciate sul lungomare, che dista pochi minuti dall’aeroporto. Rinomata per la sua calderata de llagosta (una particolare zuppa di aragosta), è il luogo perfetto per un benvenuto da re!

Non tutti sanno che la maionese potrebbe essere nata proprio a Minorca, precisamente a Mahòn da cui, appunto, prenderebbe il nome. La gustosa salsa avrebbe avuto origine per caso, intorno alla metà del 1700 quando, al termine di una battaglia, il cuoco delle truppe francesi all’assalto dell’isola, sbatté delle uova mischiandole con alcune spezie. Invece di buttare il tutto aggiunse olio e aceto e, lavorando sulla cremosità, potrebbe aver regalato a tutti noi questo gustosissimo condimento.

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