Chi non ha mai sentito parlare delle sette meraviglie del mondo antico? E magari, in anni più recenti, anche delle nuove sette meraviglie (sì, perché a partire dal 2000 e fino al 2007 la votazione globale ha interessato un gran numero di costruzioni e manufatti tra i quali si è arrivati a eleggere le nuove meraviglie del pianeta). Ebbene, qui vogliamo proporvi un breve tour fra le opere architettoniche italiane più acclamate per firma e profilo, naturalmente alla nostra maniera: in chiave tre. Consapevoli di essere lontani dall’esaurire l’elenco e anche dello spazio tiranno a disposizione, cominciamo subito!
La Fiera di Milano è oggi uno tra gli spazi espositivi più apprezzati in Europa sia per la struttura che la costituisce, sia per il bacino di presenze che è capace di calamitare. Si divide in due poli principali: quello urbano – Fieramilanocity –, ultimo baluardo della Fiera Campionaria dei primi del Novecento; e quello extraurbano, Fieramilano, che sorge presso il Comune di Rho su un terreno che, fino al 1993, ha ospitato una grande raffineria. Realizzato dallo Studio Fuksas, quest’ultimo polo si caratterizza per la vastissima estensione (sono, in totale, circa due milioni di mq suddivisi in più aree) e per le sue forme morbide, flessuose e trasparenti. La struttura è un gioiello architettonico che richiama idealmente una vela, simbolo dei viaggi commerciali su scala globale, e che integra forme astratte come “il vulcano”, così chiamato per la particolare forma che il vetro assume in prossimità del Centro Servizi. Il Centro Congressi cittadino è progettato dall’architetto Mario Bellini.
Di Renzo Piano è invece la penna che ha firmato l’Auditorium Parco della Musica a Roma. Inaugurata nel 2002, la struttura è nata per dotare la Capitale di un polo culturale espressamente (ma non unicamente) orientato verso eventi a carattere musicale. Sorge sul quartiere Parioli e ingloba al suo interno i resti perimetrali di un’antica villa emersa durante i lavori di costruzione. Ciò ha portato a una modifica del progetto originario, sfociata poi nell’allestimento di un piccolo museo ospitante i resti dell’edificio rinvenuto. Visto dall’alto, l’Auditorium ricorda tre scarabei stilizzati che si fronteggiano (uno per ciascuna delle sale), con un ampio anfiteatro al centro. Anche Piano ha collaborato con altri architetti per realizzare questo complesso: il tedesco Reinhold e l’italiano Zagari.
Ci spostiamo infine a Ravello, in provincia di Salerno, dove il compianto architetto brasiliano Oscar Niemeyer (è scomparso nel 2012 a 105 anni) ha realizzato l’Auditorium oggi proprio a lui intitolato. Si tratta di una sala dal numero di posti contenuto, solo poche centinaia, ma che si inserisce nel paesaggio con la sua grande, bianca struttura curvilinea affacciata sulla costiera amalfitana che evoca il guscio di un mollusco. Inaugurato, tra gli altri, alla presenza di Lucio Dalla, negli anni è stato oggetto di apprezzamenti e critiche dagli strascichi giudiziari. In collaborazione con uno studio di architettura locale, Niemeyer, che non prendeva l’aereo, ha realizzato il progetto unicamente sulla base di foto e studi dei luoghi appositamente fornitigli. Comprende sala, parcheggio e punto ristoro.