Ottone Bacaredda: il sindaco che ha cambiato il volto di Cagliari

Docente, politico e letterato: il ritratto di una figura da sempre attiva nel miglioramento del capoluogo sardo, tra interventi urbanistici e istituzione di scuole di vario ordine

Il Palazzo Civico di Cagliari e Ottone Bacaredda

Il Palazzo Civico di Cagliari e Ottone Bacaredda

Mare, caldo e maestrale. Chiamata anche “Città del Sole”, Cagliari non brilla solo per il clima temperato e l’aria perenne d’estate, ma possiede anche un retroterra storico-culturale di grande interesse, dalle suggestive chiese dei quartieri storici agli edifici amministrativi come il Palazzo Civico. Elegante e maestoso, la sua origine decretò lo spostamento della sede comunale e fu tra gli interventi di un’importante figura della storia cagliaritana, da cui la stessa costruzione prese il nome: Ottone Bacaredda.

Nato il 20 dicembre 1848 da una famiglia di commercianti, Ottone Bacaredda ebbe da subito le idee chiare in merito alla propria carriera, iniziata dopo la laurea in giurisprudenza e il successivo insegnamento in quella stessa facoltà. Raggiunti questi primi traguardi, la sua vita ebbe una svolta nel 1883 quando ottenne a Cagliari la nomina di professore straordinario di diritto commerciale, fattore che gli fece fare un salto di qualità dal punto di vista economico e soprattutto personale. Prestigioso e impegnativo, l’incarico fu infatti preso così a cuore dall’uomo che anche dopo l’avvio del percorso politico e la conseguente rinuncia alla cattedra egli continuò a insegnare a titolo gratuito.

Innato e costante, l’amore per la legge di Bacaredda prese definitivamente corpo a partire dal 1884, periodo in cui divenne membro dell’Associazione Democratica e iniziò a muovere i primi passi in ambito politico.Solo qualche anno dopo, egli fu infatti eletto alle elezioni comunali cagliaritane, divenendo assessore, presidente dell’Ospedale Civile e infine sindaco nel 1889, carica mantenuta in modo quasi continuo fino alla morte e che gli permise di dare un contributo essenziale alla situazione cittadina.

Ben 5 legislature, durante le quali il primo cittadino ebbe modo sia di apportare migliorie al sistema fognario, alla rete idrica, agli impianti d’illuminazione e all’assetto urbanistico, sia di costruire scuole e il nuovo palazzo municipale.

A tali azioni si accompagnava inoltre un’inedita visione socioculturale della città, – basata sul darle nuovo volto abbracciando il progresso e la modernità – pienamente sostenuta dallo stesso Bacaredda e che lo rese portavoce della classe borghese d’appartenenza, divulgatrice nel resto d’Europa proprio di tali valori.

Parallelamente a benefici di un’attività politica ormai consolidata, – a cui si aggiunse anche il ruolo di deputato parlamentare nel 1900 – l’uomo dovette tuttavia fronteggiare anche diverse difficoltà, come la sommossa del maggio 1906 per il carovita che causò un lungo sciopero e lo costrinse alle dimissioni dalla carica di sindaco.

La vocazione però non lo fece demordere facilmente e nell’agosto dello stesso anno su sollecito dei consiglieri accettò di essere nuovamente rieletto, portando avanti l’impegno fino alla morte il 26 dicembre 1921.

Figura dalla molteplice natura, l’operato di Ottone Bacaredda non solo aiutò Cagliari a stare al passo con il cambiamento e diede un contributo in campo accademico, ma fu fondamentale anche nella scrittura, dall’ambito giornalistico – tramite un’interessante attività iniziata dopo la laurea, prima per periodici locali e poi nel resto d’Italia, da Roma a Firenze fino a Genova – a quello scientifico, con ricerche sul diritto come “La libertà civile nelle legislazioni criminali antiche e moderne” del 1882 e “Elementi di diritto commerciale secondo il Codice di commercio italiano” del 1883.

A completare il ritratto di una figura così zelante non può mancare all’appello anche la preziosa produzione letteraria, tra cui spiccano i romanzi “Cuor di donna” del 1872, “Un uomo d’onore” del 1873 e “Rocca Spinosa” dell’anno successivo, ribattezzato poi “Casa Corniola”. Ritenuta tra le migliori satire sulla vita provinciale sarda dopo il 1870, quest’ultimo ha come protagonista l’arrogante sindaco di Rocca Spinosa, Anacleto Corniola, ritratto dal Bacaredda con sottile arguzia e umorismo signorile, sempre ben evidente nel racconto dei fatti.

Senza scadere nell’esagerato, mantenendo un fine confine tra ilarità e compostezza: così si rivela lo stile unico dell’intellettuale, non riconducibile a nessuna scuola letteraria precedente e rappresentazione di un modo di scrivere ancorato alla terra natale, con sfumature ispirate alla propria vena creativa e non a principi realistici. Un ennesimo peculiare aspetto di questo personaggio, che ha lasciato un’eredità assai cospicua e che tutt’oggi rimane impresso nella memoria della sua isola.

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