Sardo, il più basso campione di body building di tutti i tempi. Per alcuni potrà non essere immediato capire di chi si tratta, ma basta un ulteriore indizio per poter scrivere senza ombra di dubbio un nome e un cognome: è l’unico italiano ad aver vinto per ben due volte il primo premio al concorso Mister Olympia, divenendo un pilastro del culturismo mondiale.
Parte da Ollolai, piccolo paesino del nuorese, e si sviluppa in California l’incredibile storia di Franco Columbu, campione di body building, affermato medico chiropratico e preparatore sportivo che incarna in pieno la realizzazione del “sogno americano”. All’età di 78 anni è morto nel pomeriggio di oggi, 30 agosto 2019, dopo aver accusato un malore mentre faceva il bagno nelle acque di San Teodoro, sulla costa nord orientale della Sardegna.
La sua vita, da ragazzo, era una vita come tante altre in quel di Ollolai. Pastore e contadino, si divertiva a sfidare i coetanei in gare di forza e venne notato dal proprietario di una palestra del paese, che lo incoraggiò a provare la boxe. Iniziò così, all’età di 16 anni, a praticare quello sport che la mamma non vedeva di buon occhio; lo accusava di non avere voglia di lavorare e di cercare un guadagno facile “facendo a pugni con altri ragazzi poveri”. Columbu aveva grandi ambizioni, voleva diventare come quei pugili e quegli atleti muscolosi che vedeva in TV e che tanto ammirava, e per questo decise di lasciare la sua terra.
Aveva 18 anni quando partì per la Germania, direzione Monaco di Baviera. Lavorava come manovale e si allenava nelle discipline del powerlifting e del sollevamento pesi, quando, nel 1965, incontrò Arnold Schwarzenegger, ai tempi un immigrato come lui che praticava il body building. Quel giorno si ritrovarono a chiacchierare con una birra in mano, subito dopo una competizione sportiva, scoprendo di avere tanto in comune: la solitudine che spesso attanaglia chi lascia il proprio paese, e la passione per gli sport di forza unita alla voglia di diventare “qualcuno”.
Si allenavano insieme, inizialmente con pesi di cemento costruiti da Franco, e il loro legame divenne indissolubile, tanto che nel 1968 Arnold decise di spostarsi in America e Franco lo seguì l’anno successivo. Furono anni di grandi sacrifici, con giornate serrate divise tra il lavoro autonomo di muratori e quattro ore di allenamento quotidiano presso la palestra Gold’s Gym, a Los Angeles. Condividevano una stanza a Santa Monica e mentre Franco cucinava, Arnold preparava le proteine.
In quell’ambiente stimolante, Columbu cominciò a farsi notare, soprattutto per il contrasto dato dalle sue caratteristiche fisiche messe in relazione ai risultati in gara. Infatti, con un’altezza di 1,65 metri e un peso di 85 chili, riuscì a firmare record mondiali nella disciplina del powerlifting. I numeri sono impressionanti: sollevò 340 chili nell’esercizio dello stacco da terra, 238 chili nella distensione su panca piana e 297 chili nello squat.
La carriera nell’ambito del body building fu una vera e propria scalata senza sosta, a partire dal titolo di Mister Italia del 1968, passando per i titoli di Mister Mondo e Mister Universo, e segnando, infine, l’entrata nella storia della disciplina. Vinse due concorsi di Mister Olympia, il più prestigioso esistente, nel 1976 e nel 1981, sbaragliando una concorrenza esteticamente avvantaggiata sotto il piano dell’altezza e con una straordinaria condizione fisica.
I suoi punti di forza, nonché i principi cardine della sua filosofia del body building, furono l’allenamento mirato e con una buona base calistenica, un’alimentazione ricca anche di carboidrati, l’attenzione particolare alle proporzioni del corpo, all’aspetto della pelle naturalmente abbronzata e alla presentazione sul palco (il posing, in gergo tecnico) che non doveva apparire troppo fittizia. Inoltre, Columbu migliorò il suo piano di preparazione atletica mano a mano che lo studio dell’anatomia all’università andava avanti.
La vincita del 1981 arrivò in seguito a un grave infortunio che lo costrinse a fermarsi per diversi anni e non mancarono le polemiche sulla sua forma fisica, in particolare sulle gambe, poco sviluppate a detta di alcuni. Furono formidabili, invece, la routine di posing e lo sviluppo dorsale, pettorale e delle braccia.
Columbu è noto anche per alcune spettacolari esibizioni; famosissimi la borsa dell’acqua calda gonfiata con il solo fiato fino a farla scoppiare, e il sollevamento di automobili durante il cambio di una ruota, che gli valsero l’appellativo di strongman italiano.
Dottore dal 1977, è autore di uno dei manuali più accreditati per aspiranti body builder, “Franco Columbu’s Complete Book of Bodybuilding”, che fornisce le linee guida su allenamento, alimentazione e ogni altro aspetto che concorre a determinare una condizione fisica vincente.
A lui è dedicato il Columbu Championship, concorso internazionale di culturismo che si tiene in Sardegna dal 2016 sotto l’organizzazione di Franco Dente e per il quale il campione tornava nella terra natia una volta all’anno.
Columbu attribuisce i suoi successi alle sue origini. Il cibo locale, unito alla “rabbia positiva” di chi nasce in umili condizioni, furono secondo lui la marcia in più per competere con atleti esteticamente più predisposti.
“La maggior parte delle palestre possono essere suddivise in due segmenti. Ci sono membri che socializzano, e ci sono i campioni”, si legge sul suo sito.
La mamma, in seguito, divenne molto fiera di lui.
Il ricordo di Arnold Schwarzenegger. A poche ore dalla scomparsa di Franco Columbu, Schwarzenegger ha diffuso sui suoi social una serie di vecchie foto che lo ritraggono insieme al suo amico con un commosso addio intitolato «Al mio migliore amico»: «Franco, mi hai sentito dire che non mi piace quando la gente dice che mi sono fatto da solo. E mi hai anche sentito dire che tu sei uno dei motivi per cui non posso accettare di essere chiamato così. Voglio che tu sappia perché. Da quando ci siamo conosciuti a Monaco, sei stato il mio compagno d’avventura. Ci siamo spronati a vicenda, siamo stati l’uno in competizione con l’altro, e abbiamo sempre riso lungo tutta la nostra strada insieme. Quando sono arrivato in America, ero solo. (…) Avevo lasciato la famiglia, il mio Paese, tutta la mia vita. Quando ho chiesto a Joe Weider (il creatore di Mister Olympia, competizione di body building vinta da entrambi, ndr) di farti venire negli Usa per allenarti con me, era perché sapevo che senza il mio migliore amico non sarebbe stata la stessa cosa. Potevo crescere senza soldi, senza i miei genitori, ma non potevo crescere senza di te». «Sono devastato oggi. Ma – aggiunge l’attore – sono anche così grato per i 54 anni di amicizia e gioia che abbiamo condiviso. Gli allenamenti, le partite a scacchi, i lavori di costruzione, i pasti, gli scherzi, le lezioni di vita – abbiamo fatto tutto insieme. Siamo cresciuti, abbiamo imparato e amato. La mia vita è stata più divertente, più colorata e più completa grazie a te. Mi mancherai sempre». «Ti voglio bene Franco. Ricorderò sempre la gioia che hai portato nella mia vita, i consigli che mi hai dato e lo scintillio nei tuoi occhi che non è mai scomparso. Eri il mio migliore amico. Con affetto per sempre, Arnold».