Albino Manca, lo scultore di Tertenia che ha lasciato il segno in due continenti

La vita straordinaria dell’artista sardo che conquistò l'America con le sue opere: dalla gigantesca aquila stilizzata di bronzo “East Coast Memorial” a “The gate of life”, cancellata in bronzo che rappresenta i regni della natura, passando per le medaglie commemorative

Aquila di bronzo disegnata da Albino Manca, East Coast Memorial a Manhattan, New York. 📷 zhukovsky | Depositphotos

Aquila di bronzo disegnata da Albino Manca, East Coast Memorial a Manhattan, New York. 📷 zhukovsky | Depositphotos

Ci sono persone che partono da piccoli paesi, attraversano il mondo e lasciano traccia di sé. Molti sono artisti la cui storia merita di essere raccontata.

Albino Manca, scultore di Tertenia, ha vissuto le vicende politiche e culturali del suo tempo e ne è diventato a suo modo protagonista. Nato nel 1897, a sedici anni è volontario nella Prima Guerra Mondiale; in trincea mentre lavora bossoli di granata e pietre, uno scultore cimiteriale nota la sua vena artistica e, finita la guerra lo prende come apprendista nella sua bottega di Cagliari. Con i primi guadagni Albino, appena ventenne, si trasferisce a Roma, lavora al cantiere del Vittoriano e s’iscrive all’Accademia delle Belle Arti, dove nel 1926 si diploma.

La Capitale gli offre l’opportunità di avere per maestri Canonica, Fontana e Luppi e di produrre opere di gusto classico per celebrare il Regime Fascista e gli aristocratici del tempo.

Negli anni Trenta va in America, ma dopo due anni il visto non gli viene rinnovato così rientra in Italia con l’obiettivo di preparare una mostra negli Stati Uniti, improntata sul gusto americano. Ma ritornare non sarà semplice, riuscirà a ripartire con il visto e un consistente finanziamento, solo nel 1938. Nel frattempo, a Cagliari, decora il palazzo della Legione dei Carabinieri, realizzando cinque medaglioni bronzei e quattro statue colossali, in linea con il gusto del tempo: L’Età Fascista, La Giustizia, La Nuova Giovinezza, Il Dovere.

I primi tempi in America sono duri (porterà lì la famiglia solo nove anni dopo!): il progetto della mostra è messo da parte, per specializzarsi nella creazione di gioielli che produrrà con influenze Liberty e d’arte giapponese. Ottiene la cittadinanza americana solo nel 1944 quando ormai è introdotto nella comunità artistica e nella società bene newyorkese ed ha uno studio nel quartiere di Greenwich Village.

Negli anni Cinquanta inizia la produzione di medaglie commemorative, fondando anche una propria società di distribuzione e vendita che sarà in seguito la sua attività primaria. Le committenze importanti sono degli anni Sessanta: nel 1963, Albino realizza il monumento dedicato ai 4596 marines caduti nell’Atlantico durante la Seconda Guerra Mondiale “East Coast Memorial”, una gigantesca aquila stilizzata di bronzo che artiglia una corona d’alloro su un’onda. L’opera imponente è alta 8 metri, ha un’apertura alare di 13 m e collocata nel Battery Park di Manhattan.

Nel 1969, realizza “The gate of life” del Queens Zoo nel Flushing Meadows Corona Park, cancellata in bronzo che rappresenta i regni della natura: terra, mare e aria.

Albino Manca muore a New York nel 1976, per sua volontà sepolto a Tertenia, lascia al paese numerose opere, prototipi, attrezzi ed arredi dello studio americano. Un modello in scala ridotta della “Diving Eagle” orna la Piazza Kennedy di Tertenia, il resto dell’eredità si trova nel Museo Civico Albino Manca, in via Doria 12 (visitabile solo su prenotazione).

Il museo merita una visita per scoprire attraverso la produzione di questo scultore uno spaccato internazionale della nostra storia recente. Benché si sviluppi su due piani è privo di barriere architettoniche e consente un approccio tattile alle opere, esperienza percettiva consigliata a tutti, dai grandi ai bambini.

Il percorso museale è multimediale, inizia con un video introduttivo sulla vita di Albino Manca e prosegue attraverso la visione delle produzioni originali dell’artista; non manca l’esposizione degli strumenti con cui lo scultore realizzava i calchi e le cere delle opere. Del suo più famoso soggetto, l’aquila, possiamo osservare i prototipi bronzei in scala realizzati per la scelta definitiva dell’opera, i disegni della bozza del soggetto, nonché numerose foto delle diverse fasi di realizzazione.

Il museo conserva anche alcuni gioielli in bronzo ed argento realizzati dall’artista e una raccolta di numerose monete commemorative con i relativi calchi in gesso. Una stanza del museo è interamente dedicata ai soggetti femminili e conserva l’opera “Fanciulla dormiente” che nel 1935 fu esposta alla Quadriennale Romana.

In un’altra sala, sono esposti i soggetti naturalistici da lui tanto amati: “Gazzella e fico d’India” e “Gru coronata”.

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